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Sabato, 27 Aprile 2024
La ricostruzione / Forlì-Cesena

In Emilia estate di cantieri e polemiche dopo l'alluvione: "Le risorse non bastano"

I territori provano a rialzarsi ma reclamano attenzioni e fondi. Governo e Regione ai ferri corti, con rimpallo di accuse tra Meloni e Bonaccini sulla ricostruzione. Legacoop: "Farcela da soli sarà difficilissimo"

Mentre a Bardonecchia (Torino) inizia la conta dei danni dopo l'esondazione del torrente Frejus, i territori dell'Emilia Romagna che a maggio sono stati durante feriti dall'alluvione reclamano attenzioni e risorse. In una nota congiunta il presidente nazionale Legacoop Simone Gamberini, il numero uno di Legacoop Emilia-Romagna Daniele Montroni, e i colleghi Paolo Barbieri (Legacoop Estense),  Rita Ghedini (Legacoop Bologna), Paolo Lucchi (Romagna) e Raffaele Mazzanti (Imola) lanciano l'Sos: "Questa volta farcela da soli sarà difficilissimo". Sulla stessa linea i sindaci. Sullo sfondo c'è lo scontro ormai sempre più aperto tra Governo e Regione, con la premier Meloni e il governatore Bonaccini che vanno avanti con un continuo scambio di accuse.

"Famiglie e imprese aspettano i fondi"

Legacoop parte all'attacco: "Non ci piace la polemica fine a sé stessa ma le chiacchiere stanno a zero. Non solo i risarcimenti non sono arrivati - se non 3.000 euro per una parte delle famiglie alluvionate, con fondi derivati dalla Protezione civile e dalla Regione Emilia-Romagna e le risorse già rese disponibili dalle Camere di Commercio della Romagna, di Bologna e di Ferrara e Ravenna - ma non esiste neppure una modulistica per richiederli e una struttura tecnica per esaminarli. A meno che qualcuno non voglia convincerci del fatto che le 60 persone messe a disposizione del commissario straordinario Figliuolo (contro le circa 1.000 che operarono in occasione del terremoto in Emilia), siano in grado di prendere in esame in tempi rapidi e con efficacia le richieste di migliaia e migliaia di famiglie e di imprese di tutta la Romagna e di parte dell'Emilia". 

alluvione emilia romagna foto Regione Emilia-2

Per Legacoop gli stanziamenti da soli non bastano "perché, in assenza di modalità certe di attribuzione, di apposite modulistica e strutture tecniche in grado di ricever e istruire le domande, si tratterà di risorse che, come spesso accade in Italia, nessuno utilizzerà. E questo, mentre basta parlare con una delle tante persone che hanno ancora negli occhi le immagini e le paure dell'alluvione, per rendersi conto che nessuno si sente rassicurato da una cifra ancora insufficiente e, soprattutto, totalmente virtuale".

I sindaci: "Servono più fatti concreti"

Sulla stessa scia il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. "Un sindaco - dice - è prima di tutto dalla parte dei suoi cittadini. Le polemiche tra Governo e Regione non fanno bene a nessuno e non portano da nessuna parte. In questa fase, le comunità alluvionate della Romagna hanno bisogno di certezze su due fronti: gli indennizzi e la sicurezza del territorio". Sul fronte degli indennizzi, "se è vero che le famiglie stanno ricevendo i primi 3.000 euro dei Cis, che poi diventeranno 5.000, è altrettanto vero che le risorse per compensare i danni provocati dall'alluvione sono, nella maggior parte dei casi, ancora insufficienti, e che - a determinate condizioni - può essere utile valutare l'utilizzo dei 900 milioni ancora a disposizione sul capitolo degli ammortizzatori sociali". Una richiesta, questa, già avanzata dai primi cittadini e dalla Regione. 

"C'è bisogno di capire - afferma ancora Zattini - cosa la Regione stia facendo in termini di politiche per la cura e prevenzione del rischio idrogeologico. Gli errori del passato non possono e non devono ripetersi". Infine, "per aiutare le popolazioni alluvionate non serve che le istituzioni si scrivano, servono i fatti e più, di tutto, serve coesione sociale e grande senso civico", conclude il sindaco di Forlì.

alluvione emilia romagna faenza lapresse

Per la Regione parla Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Protezione civile, che traccia un bilancio degli interventi già in corso e allo stesso tempo torna a chiedere risorse: "L'autunno è alle porte e non si può aspettare". 

Secondo quanto reso noto nel territorio sono in corso circa 80 interventi sui principali corsi d'acqua esondati, per un totale di oltre 116 milioni di euro. Si tratta, fa sapere la Regione, delle opere più urgenti avviate dalla Regione, attraverso l'agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, per affrontare le criticità aperte sul territorio in seguito all'ondata di eventi meteo eccezionali.

I cantieri aperti su fiumi e torrenti emiliano-romagnoli, dal valore complessivo di circa 116 milioni di euro, "fanno parte del pacchetto di 400 milioni per opere di somma urgenza già segnalate come assoluta priorità al Governo, e per le quali attendiamo al più presto il trasferimento delle risorse. Gli interventi in corso - prosegue la vicepresidente - significano la presenza di imprese operative, operai all'opera, professionisti in campo per coordinare gli interventi: tutti attivati in somma urgenza, cioè prima di disporre delle somme necessarie per pagare i lavori, ancora da trasferire al commissario Figliuolo. Siamo in attesa, appunto, della pubblicazione del relativo decreto del presidente del Consiglio dei ministri". Ma "serve fare in fretta perché l'autunno è alle porte e non si può perdere tempo, ecco perché dobbiamo lavorare anche per pianificare gli ulteriori interventi urgenti che ancora non hanno una copertura finanziaria. La situazione - conclude Priolo - soprattutto in collina e Appennino, è complessa".   foto lapresse bonaccini meloni

Bonaccini e Meloni ai ferri corti

Sullo sfondo c'è lo scontro aperto fra Governo e Regione, fra la premier Giorgia Meloni e Stefano Bonaccini e, di conseguenza, fra Fdi e Pd. La tregua istituzionale è durata poco. Meloni e Bonaccini ai ferri corti: sulle cifre degli aiuti, sul metodo e su quello che si è fatto e che resta da fare. Frizioni esplose con Bonaccini che chiede un vertice, Meloni che risponde a mezzo lettera indicando i provvedimenti dell'Esecutivo e che però ha come effetto quello di incendiare ancora di più il clima. 

Nei giorni scorsi, la premier aveva già definito la "fretta" di Bonaccini per le risorse una "ripicca per non aver ottenuto il ruolo di commissario" e aveva accusato il governatore di cercare visibilità sollevando "polemiche inutili", perché il Governo ha già stanziato 4,5 miliardi per la Romagna. Bonaccini, dal canto suo, rileva che le uniche risorse giunte finora sono quelle erogate da Regione e Protezione civile, e dalla festa dell'Unità di Ruda, in provincia di Udine, attacca: sugli indennizzi post alluvione "a oggi restano vane le promesse del Governo". 

Alluvione in Emilia, il vertice con Figliuolo

Una prima risposta arriva dal commissario straordinario alla ricostruzione, Francesco Figliuolo, che ha convocato un tavolo con autorità ed enti regolatori emiliano-romagnoli. La data scelta è quella del 24 agosto.

La riunione tecnica, precisano dalla struttura commissariale, "è finalizzata a procedere all'elaborazione di un piano degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione che tenga conto delle necessità prospettate dagli amministratori locali e delle priorità dettate dal quadro di situazione generatosi in seguito agli eventi alluvionali dello scorso maggio". L'incontro "si rende necessario per sottoporre l'insieme degli interventi a ulteriori verifiche preliminari, anche in ragione della complessità dei nuovi fattori climatici e idro-geologici che impattano sul reticolo idraulico e sui versanti collinari e montuosi".

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