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Sabato, 27 Aprile 2024
Le novità

Multe, patente, tessera elettorale e sanitaria: ecco la nuova app Io

Cosa vuole fare il governo Meloni con l'applicazione che conta quasi 34 milioni di download ed è gestita da PagoPa, società pubblica controllata dal ministero dell'economia e delle finanze. Con due grosse incognite, però: i tempi scanditi dal Pnrr e le difficoltà di connessione in alcune zone italiane

C'è un nuovo e ambizioso progetto per l'app Io, l'applicazione dei servizi della pubblica amministrazione, dopo il boom avuto negli anni scorsi con il cashless (il piano per incentivare l'uso dei pagamenti elettronici) e con il green pass durante la pandemia di covid. La diffusione dell'app gratuita sviluppata e gestita da PagoPa, società pubblica controllata dal ministero dell'economia e delle finanze, è d'altronde molto ampia: l'app Io conta quasi 34 milioni di download e integra quasi 200mila servizi digitali, resi disponibili da più di 12mila enti che inviano tramite l'applicazione circa venti milioni di messaggi al mese. L'app è l'interfaccia mobile per l'accesso semplificato a tutte le piattaforme alla base della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, a partire dalla piattaforma dei pagamenti PagoPA: nel "portafoglio" elettronico di Io, infatti, sono stati registrati oltre 13 milioni di strumenti di pagamento per pagare dallo smartphone tributi come la Tari, le rette e le mense scolastiche, ma anche le bollette.

L'obiettivo del governo Meloni è quello di aumentare ancor più la diffusione dell'app, arricchendola con l'integrazione di nuovi servizi pubblici, in modo da facilitare l'interazione dei cittadini italiani con l'amministrazione pubblica, sempre attraverso l'accesso con le credenziali Spid (sistema pubblico di identità digitale) o Cie (carta d'identità elettronica). In sostanza, sull'applicazione dovrebbero finire alcuni documenti: dalla patente alla tessera elettorale fino alla tessera sanitaria, ma anche servizi scolastici per famiglie e studenti. Tutto, quindi, dematerializzato e a portata di mano su un'unica app. I lavori sono in corso: il progetto per far diventare l'app Io una sorta di "portafoglio digitale nazionale" dovrebbe concretizzarsi entro la fine dell'anno (almeno secondo le previsioni del governo). Vediamo cosa si sa finora, con le novità prospettate, nel dettaglio.

I documenti che il governo vuole portare sull'app Io

A parlare degli investimenti del governo sull'app di PagoPA è stato Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all'innovazione, durante un'audizione davanti alla commissione affari costituzionali della Camera, lo scorso 19 aprile. Il lavoro, in queste settimane, si sta concentrando per inserire nell'applicazione tre documenti essenziali: la patente dell'auto, in versione digitale certificata, con valore legale e accesso a tutti i dati ad essa collegati; la tessera sanitaria, anche in questo caso certificata e con valore legale; un nuovo pass, non più green, ma "voting", ovvero la tessera elettorale in formato digitale. "Prevediamo così entro la fine dell'anno un ulteriore importante cambiamento positivo per la vita quotidiana di tutti gli italiani", ha detto Butti.

PagoPA e il dipartimento della trasformazione digitale, ha spiegato il sottosegretario, stanno lavorando affinché possa partire nei prossimi mesi la "piattaforma notifiche". Si tratta di una nuova infrastruttura digitale pubblica che consentirà la progressiva digitalizzazione di tutte le comunicazioni a valore legale che le amministrazioni inviano a cittadini e imprese (come ad esempio le multe). App Io ne sarà un'interfaccia, ma il servizio sarà progressivo e permetterà di continuare a ricevere le raccomandate cartacee per i cittadini ancora in divario digitale.

L'ultima novità, poi, riguarda il mondo della scuola. Il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara ha presentato giovedì scorso in consiglio dei ministri l'informativa relativa all'avvio del piano per la semplificazione nel settore, che vede in campo proprio l'app Io. Le famiglie e gli istituti, in base al piano spiegato da Valditara, avranno a disposizione soluzioni digitali per gestire in maniera semplice e immediata i pagamenti (già attivi in molte scuole pubbliche ma estendibili a tutte, comprese le paritarie), potenziare l'interazione con i servizi scolastici oltre che migliorare e velocizzare le attività amministrative.

All'avanguardia in Europa?

I dettagli operativi saranno resi noti nei prossimi mesi. Se i tempi previsti (fine 2023) saranno rispettati, l'Italia si proporrebbe tra i paesi più virtuosi in Europa sul fronte della digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, anticipando il percorso previsto dall'Ue per il cosiddetto "portafoglio elettronico europeo". La Commissione è infatti impegnata in un vasto progetto per garantire a tutti i cittadini europei un'identità elettronica pubblica che dovrebbe consentire di richiedere, ottenere e conservare documenti e informazioni in modo sicuro, permettendo così di accedere in modo semplice ai servizi online da qualsiasi Stato membro e in qualsiasi occasione. Toccherà agli Stati, però, offrire portafogli digitali con all'interno le versioni dematerializzate e certificate dei documenti: dal titolo di studio alle licenze, come quella per la guida o l'appartenenza a un ordine professionale.

Le due incognite o precondizioni per la digitalizzazione completa

Sempre per quanto riguarda i tempi, ci sono due precondizioni affinché l'app Io sia in grado di contenere tutti i documenti importanti del cittadino. La prima è il rispetto dei tempi previsti dal Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione. "Sul cloud siamo allineati ai target posti dal Pnrr. La prossima scadenza riguarderà il 30 settembre 2023, data entro la quale 1.064 pubbliche amministrazioni locali dovranno aver completato il processo di migrazione", ha evidenziato Butti. La sfida maggiore, insomma, è quella di razionalizzare l'intero sistema, unificando le identità digitali del cittadino senza incappare in ulteriori rallentamenti nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Uno dei problemi centrali, poi, rimane la questione della banda, specie di quella larga e ultralarga, e la difficoltà di connessione in alcune zone dell'Italia. "I ritardi nel Pnrr ci sono, noi abbiamo ereditato questo piano frettolosamente assemblato e su alcune questioni ci sono dei ritardi", ha sottolineato Butti. Per questo, alla luce dei problemi presenti, "ho proposto un'azione di revisione organica e globale della strategia della banda ultralarga". Non sarà certo facile, ma i lavori sono in corso.
 

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