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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Braccianti stranieri occupano la basilica di Bari: “Dignità per il nostro lavoro”

“Né Regione né governo ci hanno ascoltato”, dice Aboubakar Soumahoro, rappresentante Usb, spiegando il senso della protesta dei lavoratori dei campi del foggiano

Un gruppo di una decina di braccianti agricoli dei campi del Foggiano ha occupato con un sit-in la basilica di San Nicola a Bari. I lavoratori sono entrati verso le 11 nella basilica della città vecchia, sistemandosi tra i banchi con cartelli e bandiere.

La protesta, spiega Aboubakar Soumahoro, rappresentante Usb, nasce nel "più ampio percorso di lotta dei braccianti che vivono nei ghetti del territorio foggiano. Da anni questi uomini e queste donne reclamano soluzioni concrete alla situazione di illegalità in cui sono costretti a lavorare ed a sopravvivere. Una richiesta di rispetto dei diritti per dei contratti regolari di lavoro, per il rilascio dei documenti e l’utilizzo di mezzi sicuri di trasporto, per il riconoscimento di una dignità e del diritto alla casa ed alla tutela della propria salute".

Di qui l'appello dei manifestanti a incontrare l'arcivescovo Francesco Cacucci per chiedere un intervento sulla questione per la quale, affermano i braccianti, "né Regione e né governo ci hanno ascoltato".

Poco prima delle 14 monsignor Cacucci ha avuto un colloquio con i manifestanti all’interno della Basilica. “Non basta accogliere ma bisogna fare in modo che l’accoglienza sia dignitosa. Fin quando non riusciremo a realizzare questo, ciò alimenta da una parte l’idea di invasione e dall’altra non si riconosce la dignità umana”, ha affermato l’arcivescovo, parlando con i braccianti, annunciando che si farà portavoce della situazione con altri vescovi pugliesi e quindi con il governatore Emiliano.

“Papa Francesco – aveva spiegato in precedenza Aboubakar Soumahoro – dice che 'il lavoro conferisce dignità all’uomo', invece il nostro è un lavoro privo di dignità e diritti. Per questo abbiamo deciso di lottare per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro. Una lotta in ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola e per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno al fine di uscire dall'invisibilità imposta”.

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