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Venerdì, 26 Aprile 2024
La polemica

Amore di Stato: 28 milioni per le "casette del sesso" per i detenuti

Un ddl in discussione alla commissione Giustizia del Senato prevede la realizzazione di spazi ad hoc con massima privacy. Un'opportunità da dare anche a chi è al 41 bis. E' polemica per i costi e per la sicurezza

Tutti i detenuti, anche quelli ristretti in regime di massima sicurezza, devono avere la possibilità di avere rapporti sessuali mentre scontano la condanna che gli è stata inflitta. E hanno diritto a spazi dove recuperare la propria privacy. Parte da questo presupposto il ddl in discussione alla commissione Giustizia del Senato: "Tutela delle relazioni affettive e della genitorialità delle persone ristrette". Le "casette dell'amore" costeranno allo Stato oltre 28 milioni in tre anni. La polemica è servita. Davanti a carceri sovraffollate e fronte di boss che trovano il modo di comunicare con l'esterno nonostante i divieti, le "casette" sono una priorità? Fin dove può arrivare la detenzione? Cosa prevede la legge e le "fazioni" in campo.

Cosa sono le "casette dell'amore" 

Il ddl, adottato dal Consiglio regionale del Lazio e presentato alle Camere lo scorso 24 febbraio, disciplina la "Tutela delle relazioni affettive e della genitorialità delle persone ristrette". E' rivolto anche ai detenuti sottoposti al regime del 41 bis o condannato per i cosiddetti reati "ostativi". E' bene dire che non affronta solo il tema della sessualità, ma vengono riviste anche le norme per i contatti genitori-figli.

Si propone "l’allestimento di aree dedicate nelle carceri, in cui i detenuti possano esercitare, nel rispetto della riservatezza, il loro diritto all’affettività e alla sessualità". Il testo richiama quanto già avviene in altri Stati europei come Norvegia, Danimarca, Germania, Olanda, Belgio, Francia, Spagna, Croazia e Albania. Le unità abitative sono pensate "come luoghi adatti alla relazione personale e familiare e non solo all’incontro fisico: un tempo troppo breve, infatti, rischia di tramutare la visita in esperienza umiliante e artificiale. Per tale ragione si è inteso prevedere che la visita possa svolgersi all’interno di un lasso di tempo sufficientemente ampio da 6 a 24 ore". 

"Le visite - recita l'articolo uno - si svolgono in unità abitative appositamente attrezzate all’interno degli istituti penitenziari, con percorsi dedicati ed esterni alle sezioni, senza controlli visivi e auditivi. È data la precedenza a coloro che non possono esercitare la relazione affettiva in ambiente esterno. Possono essere autorizzati incontri con frequenza ravvicinata per coloro che, a causa della distanza o delle condizioni soggettive della persona a loro affettivamente legata, non possono fruirne con cadenza regolare. L’autorizzazione è negata quando l’interessato ha tenuto una condotta tale da far temere comportamenti prevaricatori o violenti ovvero quando sussistono elementi concreti per ritenere che la richiesta abbia finalità diversa da quella di esercitare la relazione affettiva".

I soldi per le casette e le carceri scoppiano

Il disegno di legge divide, dentro e fuori dal Parlamento. I detrattori sollevano due ordini di problemi: il primo di carattere economico e il secondo di sicurezza. 

I "moduli abitativi" così vengono chiamate formalmente le "casette" dal ministero della Giustizia, avranno un costo di circa 28 milioni: 3.6 milioni da spendere nel 2022 e 24,7 milioni in altri due anni.

Per i detrattori del ddl i soldi potrebbero essere spesi in modo diverso, dal momento che i problemi nei penitenziari italiani ci sono e sono noti. Solo all'inizio dell'anno lo stesso ministro della Giustizia Marta Cartabia, intervenendo al Senato definiva il sovraffollamento "il primo e più grave tra tutti i problemi" del sistema carcerario italiano. "Ad oggi - diceva il ministro solo il 19 gennaio - su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114%. È una condizione che esaspera i rapporti tra detenuti e rende assi più gravoso il lavoro degli operatori penitenziari, a partire da quello della polizia penitenziaria, troppo spesso vittima di aggressioni. Sovraffollamento significa maggiore difficoltà a garantire la sicurezza e significa maggiore fatica a proporre attività che consentano alla pena di favorire percorsi di recupero".

Il senatore leghista Andrea Ostellari parla oggi di "Iniziative ideologiche" che ignorano le priorità del Paese. "I problemi nelle carceri sono altri. I soldi dei cittadini vanno spesi prima di tutto per garantire più personale e più dotazioni al corpo di polizia penitenziaria, costretto a lavorare sotto organico e, come dimostrano le ripetute aggressioni, in condizioni di grave insicurezza", dice Ostellari.

"Quanti omicidi commissionati?"

C'è chi invece pone l'accento sulla potenziale pericolosità di quelle ore concesse ai detenuti lontani da occhi e orecchie della polizia. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, parla di "allarmante atteggiamento di smobilitazione" rispetto alle norme varate soprattutto dopo le stragi mafiose di Capaci e di via d'Amelio del 1992. "Qualcuno . dice - si è chiesto quanti ordini verranno impartiti in questo modo e quanti omicidi saranno commissionati? Nella migliore delle ipotesi si tratta di una sottovalutazione dei sistemi criminali mafiosi che hanno cambiato strategia, facendo meno clamore ma, allo stesso tempo, aumentando la loro forza criminale con una pervasione del tessuto sociale ed economico. Con fiumi di denaro, le mafie stanno comprando tutto, mettendo in atto veri e propri meccanismi di sostituzione allo Stato di diritto. Non possiamo accettarlo".

E anche il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha parole dure. "Il Governo ha stanziato 28 milioni di euro, nel momento in cui non ci sono soldi, per costruire le case dell'amore per consentire ai detenuti di alta sicurezza di avere ogni mese la moglie, la fidanzata o l'amante in carcere, per stare con loro in una stanza 24 ore. Avete idea dei messaggi che possono essere mandati all'esterno grazie a questa idea?".

"I detenuti non sono rifiuti"

A difendere il disegno di legge è Monica Cirinnà, che accusa chi si oppone all'iniziativa di avere una visione del carcere "arretrata" del carcere, visto come una discarica in cui i detenuti 'rifiuti' sono gettati. "Visione incostituzionale - dice l'esponente dem - che avvalora l'idea del penitenziario come un luogo in cui carcerati e polizia penitenziaria sono nemici, contrapposti. Garantire l'affettività delle persone detenute, assicurando loro colloqui in ambienti idonei con i familiari e gli affetti più cari (a partire dalle figlie e dai figli), è uno strumento fondamentale per tutelare la loro dignità e rafforzare i percorsi di reinserimento sociale, e anche per sostenere le loro famiglie, che scontano una pena nella pena: non dobbiamo mai dimenticare che l'articolo 27 della Costituzione parla di umanità della pena stessa".

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