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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lo scenario

I colori delle regioni prima e dopo Pasqua con la nuova ordinanza di Speranza

Domani arriva il provvedimento del ministro della Salute dopo l'ultimo report del mese di marzo sull'evoluzione dell'epidemia. Zona gialla più lontana. La Lombardia rimane in zona rossa, il Lazio spera nell'area arancione, il Veneto è in bilico

Quali saranno i colori delle regioni italiane pochi giorni prima di Pasqua e subito dopo le festività? Il governo ragiona sulle nuove misure restrittive anti covid, a circa 24 ore dal nuovo monitoraggio sull'evoluzione dell'epidemia dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute previsto per domani venerdì 26 marzo, l'ultimo report del mese. In base ai dati aggiornati sulla curva epidemiologica, il ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe emanare una nuova ordinanza sugli eventuali cambi di colore di alcuni territori: il provvedimento entrerebbe in vigore a partire da lunedì 29 marzo. Vediamo qual è lo scenario sul sistema delle fasce di rischio che potrebbe parzialmente ridisegnare la mappa dei colori dell'Italia, fermo restando che a breve ci sarà la stretta di Pasqua: il 3, 4 e 5 aprile tutta Italia sarà rossa.

I colori delle regioni prima e dopo Pasqua

La nuova ordinanza di Speranza sui cambi di colore sarà valida nei giorni 29, 30 e 31 marzo, e poi 1 e 2 aprile e - dopo i tre giorni in zona rossa per tutti - dal 6 a domenica 11 aprile, ma eventuali ed ulteriori "declassamenti" regionali sulle fasce di rischio sono possibili con il monitoraggio di venerdì 2 aprile. Ma andiamo con ordine. Al momento abbiamo questa situazione:

  • regioni in zona rossa: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Puglia, Veneto;
  • regioni in zona arancione: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e provincia autonoma di Bolzano.

La zona gialla è stata eliminata nell'ultimo decreto firmato da Mario Draghi, per cui almeno fino al 6 aprile non ci saranno territori in questa fascia di rischio più bassa. Il rischio concreto è che da lunedì 29 marzo l'Italia diventi ancora più rossa. Rischia la Toscana. Dopo più di un mese in arancione, la regione è vicina alla zona rossa a causa di una crescita dei contagi che ha portato la regione a superare il limite settimanale dei 250 casi positivi ogni centomila abitanti. L'Rt regionale è ancora sotto la soglia limite dell'1.25, ma preoccupa la situazione di Firenze, finora argine alla pandemia con contagi contenuti. In questi ultimi giorni però si riscontrano numeri consistenti e questo rischia di sancire il cambio di colore di tutta la Toscana da lunedì prossimo.

La Valle d'Aosta da lunedì 29 marzo entra in zona rossa, ma le prime limitazioni agli spostamenti tra i comuni saranno anticipati nel weekend. Da sabato 27 sarà vietato lasciare il proprio comune, ad esclusione degli spostamenti finalizzati a raggiungere i servizi che possono proseguire la loro attività (come i servizi di cura alla persona). Lo comunica la regione. E rischia la zona rossa anche la Calabria, dove l'incidenza dei contagi è più bassa, ma l'indice Rt era salito oltre l'1,25 già sette giorni fa. Il Veneto, attualmente in zona rossa, è in bilico: saranno decisivi gli ultimi dati di oggi. La Lombardia, visti i dati, si è arresa al colore più scuro fino a Pasqua.

Chi può passare dal rosso all'arancione?

Tra le regioni attualmente in zona rossa quasi nessuna può realmente sperare in un passaggio in zona arancione: i miglioramenti sul fronte dei contagi e dei ricoveri ospedalieri sono pochi o inesistenti. Spera di passare in arancione soltanto il Lazio: qui l'indice Rt in soli 7 giorni è passato da 1.3 a 1.09, con la proiezione che porterebbe la regione sotto la fatidica soglia dell’1, e nello specifico a 0.95 secondo il presidente dell'ordine dei medici Antonio Magi. La pressione sugli ospedali nel Lazio rimane tuttavia alta. La percentuale nazionale di occupazione dei posti letto da parte di pazienti covid nelle rianimazioni continua a salire e nel Lazio ha raggiunto il 39%, ben oltre la soglia critica fissata al 30% dal ministero della Salute, come certificano gli ultimi dati dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas). L'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, ha parlato di "cauto ottimismo".

L'incognita zona gialla e cosa succede dopo Pasqua

L'ipotesi che si valuterà nei prossimi giorni, in vista dell'aggiornamento delle misure anti contagio che scadono il 6 aprile, è quella di ripristinare o meno la zona gialla dal 7 aprile. Nel governo si è aperta una discussione tra aperturisti e rigoristi. Alcune fonti ministeriali accreditano come probabile l'allentamento dei parametri con la possibilità di passaggio in zona gialla per le regioni a più basso contagio, mentre altre fonti sostengono che i dati del contagio difficilmente consentiranno di allentare la stretta, di ripristinare il giallo o allargare le maglie degli spostamenti tra le regioni.

Una delle ipotesi è che anche dopo Pasqua l'Italia rischi di rimanere divisa tra l'arancione e il rosso. L'opzione più largamente condivisa in maggioranza è che dal 7 aprile tornino in classe tutti i bambini fino alla prima media, anche nelle zone rosse. Una riunione della cabina di regia del premier con i ministri sul covid potrebbe tenersi a breve, forse venerdì, ma ad ora non ci sono convocazioni ufficiali. È comunque difficile che una decisione finale sulle misure del decreto sia presa prima della prossima settimana, quando si valuterà sulla base dei dati aggiornati del monitoraggio.

I nuovi casi covid cominciano finalmente a scendere per l'effetto delle misure restrittive di contenimento dell'epidemia, ma sono due i segnali che preoccupano in questo inizio di primavera: le terapie intensive sopra la soglia critica del 30% in 12 regioni e la lentezza della campagna di vaccinazione. Tra i ministri dell'ala aperturista è diffusa la speranza che il ripristino delle zone gialle possa segnare un primo allentamento della stretta introdotta per il periodo di Pasqua: bisogna anche valutare, dicono fonti al lavoro sul dossier, se confermare o superare il parametro che fa scattare la zona rossa in automatico se ci sono 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.

Non ci sono i margini per allentare le misure, osservano i ministri rigoristi: i dati esaminati ieri dal premier Mario Draghi con il ministro Roberto Speranza e i rappresentanti del Comitato tecnico scientifico sconsiglierebbero di abbandonare le norme attuali. Se venissero ripristinate le zone gialle potrebbe tornare in campo anche l'ipotesi di riapertura dei cinema e teatri ipotizzata dall'ultimo Dpcm per il 27 marzo ma che sarebbe comunque condizionata a un parere preliminare del Cts.

Cosa cambia tra zona rossa e zona arancione

Quali sono le differenze tra le due zone? Cosa si può fare (e non si può fare) in zona arancione e zona rossa? Ecco le regole su spostamenti, visite ad amici e parenti, negozi, ristoranti e scuola. Le visite a parenti e amici in zona rossa sono vietate, tranne che dal 3 al 5 aprile in ambito regionale e seguendo le regole della zona arancione. In zona arancione è consentito, in ambito comunale e nel rispetto del coprifuoco (5-22), lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nei limiti di due persone ulteriori (esclusi minori di 14 anni, disabili o persone non autosufficienti conviventi) rispetto a quelle che già vivono lì.

Si può andare nelle seconde case, in qualunque fascia (bianca, arancione e rossa) si trovino. Come previsto dalle Faq del governo, vi ci si può recare soltanto "il nucleo familiare e solo se la casa non è abitata da altri. Bisogna dimostrare di essere proprietari o affittuari dell’abitazione prima del 14 gennaio 2021. In zona arancione valgono le stesse regole della zona rossa. Si può andare liberamente nella propria seconda casa, ma senza amici o parenti, purché sia stata affittata o comprata prima del 14 gennaio. Alcune regioni hanno però emanato ordinanze restrittive anche sulle seconde abitazioni.

In zona rossa sono chiusi i negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Stop ai mercati, salvo la vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Fermi anche parrucchieri, barbieri e centri estetici. Restano aperti i negozi che vendono alimentari. In zona arancione non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili. Nei festivi e prefestivi sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei mercati e dei centri commerciali. Impossibile mangiare fuori o bere un caffè all'interno di un bar nelle regioni in zona rossa: queste attività sono infatti chiuse al pubblico. Resta sempre possibile l’asporto o la consegna a domicilio. Per i bar l’asporto è consentito esclusivamente fino alle ore 18, per le enoteche e i ristoranti fino alle 22. Bar e ristoranti sono chiusi al pubblico anche in zona arancione. Resta sempre possibile l’asporto o la consegna a domicilio, con gli stessi orari previsti per le aree più a rischio covid.

E gli spostamenti? In zona rossa non si può uscire di casa se non per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, quindi niente spostamenti anche all’interno del comune. Vietato andare, ovviamente, fuori comune o fuori regione se non per i soliti motivi di lavoro, salute o necessità, che invece consentono lo spostamento. Sempre consentito il ritorno alla residenza, domicilio o abitazione. In zona arancione ci si può muovere liberamente all’interno del proprio comune. Anche qui è vietato uscire fuori regione se non per i motivi di lavoro, salute o necessità da "giustificare" con il modulo di autocertificazione.
 

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