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Venerdì, 26 Aprile 2024
I primi effetti delle riaperture

La risalita dei contagi nei bambini

Calano tutti gli indicatori ma si intravedono alcuni segnali precoci di aumento della circolazione del virus. Una persona su quattro è coperta con almeno una dose di vaccino, oltre il 70% degli over 80 ha completato il ciclo

Cosa dicono i numeri sull'andamento dell'epidemia nel nostro Paese? Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 28 aprile-4 maggio 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (78.309 vs 90.449) (figura 1) e decessi (1.826 vs 2.279). In calo anche i casi attualmente positivi (413.889 vs 448.149), le persone in isolamento domiciliare (393.290 vs 425.089), i ricoveri con sintomi (18.176 vs 20.312) e le terapie intensive (2.423 vs 2.748). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 1.826 (-19,9%)
  • Terapia intensiva: -325 (-11,8%)
  • Ricoverati con sintomi: -2.136 (-10,5%)
  • Pazienti in isolamento domiciliare: -31.799 (-7,5%)
  • Nuovi casi: 78.309 (-13,4%)
  • Casi attualmente positivi: -34.260 (-7,6%)

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"Continua la lenta discesa dei nuovi casi settimanali - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - anche se s’intravedono precoci segnali di aumento della circolazione del virus". Innanzitutto, il lieve incremento dell’Rt medio calcolato dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) sui casi sintomatici che nel periodo 7-20 aprile è di 0,85 (range 0,80–0,91) rispetto a 0,81 (range 0,77-0,89) del periodo 31 marzo-13 aprile; in secondo luogo, come rilevato dall’ultimo bollettino dell’Iss, dalla prima metà di aprile la risalita dei nuovi casi nelle fasce 3-5 e 6-10 anni, verosimile conseguenza della ripresa delle attività scolastiche in presenza.

Ne abbiamo parlato qui. La stragrande maggioranza degli studenti italiani è tornata tra i banchi da lunedì 26 aprile, dopo l'ultimo decreto anti covid del governo Draghi che prevede le lezioni in presenza fino alle superiori dal 50% al 75% nelle regioni in zona rossa (al momento in questa fascia di rischio c'è solo la Valle d'Aosta) e dal 70% al 100% nelle regioni in zona arancione e gialla. Nei territori in zona arancione e gialla si svolgono in presenza anche le lezioni universitarie. In questo ultimo mese di scuola, gli istituti superiori hanno la responsabilità di organizzare in autonomia le attività in presenza. In base alla capienza delle scuole e al colore della regione, il numero di alunni in presenza è compreso in una forbice tra 7,7 e 8,5 milioni. In particolare, da oggi, il numero degli alunni in classe potrebbe oscillare, secondo il sito specializzato Tuttoscuola, tra i 7.667.374 e gli 8.505.440, cioè tra il 90% e quasi il 100% dell'intera popolazione scolastica.

Le diverse ordinanze regionali, tuttavia, hanno stabilito percentuali e regole diverse per il rientro a scuola, sfruttando la possibilità di deroga stabilita dal decreto del governo. Come sta andando? Non proprio bene, dato che negli ultimi giorni in tutta la Penisola sono parecchi gli istituti chiusi dopo che sono stati riscontrati contagi. I dati relativi ai casi di Sars-CoV-2 a scuola sono in continuo aggiornamento: qui trovate una panoramica della situazione regione per regione.

Minime questa settimana le differenze regionali: aumento della variazione percentuale dei nuovi casi in una regione e dei casi attualmente positivi in due regioni (tabella).

Tabella_indicatori_24aprile_4maggio-2

"Con il progressivo calo dei nuovi casi - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - continua a ridursi la pressione sugli ospedali, dove le curve dei posti letto occupati in area medica e terapia intensiva continuano a scendere da 4 settimane consecutive". In dettaglio:

  • Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 38% in 29 giorni. L’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti covid resta sopra la soglia del 40% in due regioni (tabella).
  • Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 35,3% in 29 giorni; la soglia di saturazione del 30% risulta ancora superata in 4 regioni (tabella). Anche il numero dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva sta progressivamente diminuendo, con una media mobile a 7 giorni di 135 ingressi al giorno (figura 4).

Figura4_04_maggio-2

Vaccini: i dati sulle forniture e le somministrazioni

Al 5 maggio (aggiornamento ore 6.11) risultano consegnate 24.779.590 dosi, il 32,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:

Dosi_vaccini_05_maggio-2

"Sul fronte consegne - spiega Cartabellotta - molto incoraggiante il deciso aumento dell’ultima settimana: quasi 5 milioni di dosi, un colpo di acceleratore decisivo per garantire 3,5 milioni di somministrazioni settimanali" (figura 5). Per quanto riguarda le somministrazioni, al 5 maggio (aggiornamento ore 6.11), il 25,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 15.200.724) e il 10,9% ha completato il ciclo vaccinale (n. 6.522.822), con modeste differenze regionali: dal 28,2% di vaccinati con almeno una dose della Liguria al 21,6% della Sicilia (figura 6).

Figura5_05_maggio-2

Nella settimana 26 aprile-2 maggio si registra, rispetto alla precedente, un incremento delle somministrazioni del 20% (figura 7) con una media mobile a sette giorni (figura 8) che raggiunge quota 432.860 somministrazioni/die (vs 361.326 del 27 aprile). "Il progressivo incremento delle consegne - commenta Gili - insieme alle scorte disponibili renderebbero finalmente possibile mantenere costanti le 500mila somministrazioni al giorno, obiettivo raggiunto per ora solo con l’exploit del 29 e 30 aprile".

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Relativamente ai target fissati dal commissario Figliuolo per la settimana 22-29 aprile emergono marcate differenze regionali: 9 regioni hanno superato il target assegnato, mentre 12 sono rimaste sotto la soglia (figura 9). Oltre la metà degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano al 70%.

Figura9_05_maggio-2

Se, tuttavia, nelle fasce over 80 e 70-79 anni la percentuale dei vaccinati con almeno una dose è ormai elevata, la fascia 60-69, che "pesa" molto sui ricoveri ospedalieri, rimane ancora indietro. In dettaglio:

  • Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.134.089 (70,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 778.130 (17,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
  • Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 725.559 (12,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.226.312 (54,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
  • Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 680.900 (9,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.078.360 (28,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
  • Soggetti fragili e loro caregiver: somministrate 3.614.254 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché tuttora per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra prima e seconda dose.

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"Nella fase discendente della terza ondata - conclude Cartabellotta - emerge un incremento dei casi in età scolare, senza dubbio influenzato anche dalle attività di screening e tracciamento dei contatti. Se l’aumento dei nuovi casi nella popolazione scolastica era atteso, la scelta politica di riprendere le attività in presenza non è stata accompagnata da nuove linee guida per contenere la maggiore contagiosità della variante inglese. In ogni caso, in un’Italia quasi tutta gialla e con coperture vaccinali insufficienti per arginare la circolazione del virus, è fondamentale rimarcare l’importanza dei comportamenti individuali: distanze, mascherine e aria aperta devono essere le parole chiave dei prossimi mesi, insieme alla "corsa" al vaccino non appena arriva il proprio turno".

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