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Domenica, 28 Aprile 2024
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Coronavirus, morti due dipendenti delle Poste: i sindacati chiedono la chiusura degli uffici

Entrambi i decessi sono avvenuti nella provincia di Bergamo. La denuncia di Slc-Cgil: ''Ora basta, è arrivato il momento di chiudere gli uffici postali''

Due dipendenti delle Poste Italiane della provincia di Bergamo sono morti a causa del contagio da Covid 19, il nuovo coronavirus che sta mettendo in ginocchio l'Italia. A dare la triste notizia in una nota è Marisa Adobati, segreteria della Slc-Cgil di Bergamo, che denuncia le condizioni di lavoro in cui operano gli impiegati postali: "Sono già due i lavoratori postali che hanno perduto la vita a causa del contagio da Covid-19: il primo è morto venerdì scorso e il secondo è scomparso ieri. Entrambi avevano lavorato fino a pochi giorni fa, uno in un centro di recapito e l'altro in un ufficio postale di due comuni della provincia di Bergamo. Ora basta, è ora di chiudere gli uffici postali!".

Coronavirus, morti due dipendenti delle Poste. I sindacati: "Chiudere gli uffici"

Dopo i due casi di decesso entrambi i luoghi sono stati sanificati, ma secondo i sindacati le tutele per questi lavoratori sono ancora troppo poche. Da settimane Slc-Cgil sostiene "l'inutilità di esporre al contagio i lavoratori di Poste Italiane della bergamasca, e ovviamente non solo del nostro territorio, e ci viene ripetuto in maniera assillante che Poste deve garantire i servizi essenziali. Il recapito di un bollettino di abbonamento a 'Frate indovino' o della marea di avvisi di mancata consegna delle raccomandate non crediamo sia da considerarsi espletamento di servizi essenziali. Molte scadenze fiscali ed invii di notifica sono stati, tra l'altro, sospesi per decreto. Il punto è che, ormai, 'andare in Posta' per molti è diventato il pretesto per fare una 'giustificata' passeggiata in paese".

"Per la situazione d'emergenza che vive il territorio bergamasco, parlare di dotazioni sanitarie diventa imprescindibile, sottolinea Adobati - ma la loro distribuzione rimane comunque scarsa negli uffici. Si sta alimentando tra i lavoratori un profondo disagio, una pericolosa mistura di paura e rabbia, che sta dilagando e che mai vorremmo diventasse una protesta diffusa che non potremmo a quel punto più arginare. Protesta, seppur legittima, che però rischia di appesantire una già drammatica situazione".

"Perché perseverare in questa insensata ostinazione di voler mantenere attivi servizi che tutto sono tranne che essenziali? - si chiede la sindacalista -. I lavoratori di Poste Italiane non si meritano tutto questo, hanno avuto la capacità di risollevare il destino di un'azienda che per anni ha rischiato di essere considerata una delle tante aziende da svendere per le disastrose perdite di bilancio. Invece nel silenzio e con tanta forza di volontà i nostri lavoratori sono riusciti a portala verso una serie di 'fantastici utili'. Mettiamo in sicurezza i lavoratori di Poste Italiane, decidiamo di chiudere gli uffici postali".

Infine, dal sindacato arriva un "enorme abbraccio ai famigliari dei lavoratori che ci hanno lasciato e a tutti coloro che vivono il contagio nelle strutture sanitarie o nelle loro case. Noi non faremo nessun passo indietro e rinnoviamo l'invito intanto all'azienda affinché con quella necessaria sensibilità, propria di questi drammatici momenti, faccia almeno questa volta la scelta giusta".

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