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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Coronavirus: la curva risale? I due "indizi" che preoccupano

In lieve aumento l'indice Rt, si ferma il calo delle terapie intensive. Secondo l'Iss lo scenario è "in scivolamento verso un peggioramento". L'analisi del bollettino

Sono 15.479 i nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Italia su 297.128 tamponi processati di cui 170.794 molecolari. L'indice di positività sale a 5,2% dal 4,8 di ieri, ma si attesta al 9% se prendiamo in esame solo i tampoci Pcr. Ieri erano stati accertati 13.762 nuovi casi. La curva dunque risale, ma va detto che analizziamo i contagi rilevati tra lunedì e venerdì si osserva una sostanziale stabilità rispetto alle ultime 4 settimane. 

Casi tra lunedì e venerdì

  • questa settimana: 59.052
  • scorsa settimana: 60.610
  • due settimane fa: 58.651
  • tre settimane fa: 62.305
  • quattro settimane fa: 60.604

Va tuttavia rimarcato che il numero dei contagi registrato oggi è il più alto dallo scorso 16 gennaio quando erano stati accertati 16.310 casi. 

Un altro campanello d'allarme è rappresentato dalle terapie intensive con il saldo tra ingressi e uscite che è in aumento (+14) per il terzo giorno consecutivo. Nei reparti di area critica attualmente sono ricoverate 2.059 persone. In generale, come si può osservare dal grafico in basso, nelle ultime due settimane il calo delle terapie intensive si è quasi fermato. 

Gli ingressi giornalieri sono 151. Scendono invece i ricoverati nei reparti in area non critica (-132) per un totale di 17. 831. 

Nelle ultime 24 ore si registrano altri 353 morti che portano il totale delle vittime a 95.235 da inizio emergenza. Leggermente in calo il numero di decessi registrato tra lunedì e venerdi:

Decessi tra lunedì e venerdì

- questa settimana: 1.658
- scorsa settimana: 1.772
- due settimane fa: 2.102
- tre settimane fa: 2.397
- quattro settimane fa: 2.497

La variazione rispetto alla media delle ultime quattro settimane è pari al -24% (fonte Davide Torlo, Twitter). I guariti in totale sono 2.303.199 (+17.170), gli attualmente positivi 382.448 (-2.053). Questi i dati elaborati dal ministero della Salute, consultabili sul sito della Protezione civile.

L'indice di contagio torna a crescere

Oltre alla battuta d'arresto nel calo delle terapie intensive, c'è un altro segnale che desta qualche preoccupazione. Dal consueto report settimanale dell'Isituto Superiore di Sanità emrge infatti che l'indice di contagio si attesta 0,99 con un range tra 0,95- 1,07 e un limite superiore che dunque comprende l'1. L'indice è in lieve crescita rispetto allo 0,95 della scorsa settimana.  L'incidenza dei casi Covid in Italia a livello nazionale nella settimana di monitoraggio (27 gennaio-9 febbraio) cresce rispetto alla settimana precedente: 135,46 per 100mila abitanti (8-14 febbraio) contro 133,13 per 100mila abitanti del periodo 1-7 febbraio. 

Sono dieci le regioni con un Rt puntuale maggiore di 1, di cui nove anche nel limite inferiore, compatibile con uno scenario di tipo 2 e in aumento rispetto alla settimana precedente. Secondo il monitoraggio Iss, l'Umbria registra un livello di rischio alto. Sono dodici, rispetto alle dieci della settimana precedente, le regioni a rischio moderato (di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e otto a rischio basso. Le 10 regioni con Rt superiore a 1 sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria.

L'indice Rt è uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione ma non è l'unico: determinante, ad esempio, è la percentuale di ricoverati negli ospedali e il tasso di occupazione delle terapie intensive. Secondo i parametri stabiliti da governo e Istituto superiore di sanità, per essere in zona gialla le regioni devono presentare un indice Rt inferiore a 1. Quando ciò si verifica, si ha uno scenario di tipo 1, in cui la trasmissione del virus è localizzata in focolai e non è necessario introdurre restrizioni eccessive. Quando invece l'indice Rt è superiore a 1, si rientra in uno scenario di tipo 2 in cui scatta la zona arancione. La zona rossa, invece, si ha quando l'Rt arriva a 1.25.

Brusaferro: "Situazione è delicata, c'è una tendenza al peggioramento"

Come interpretare i dati epidemiologici? "Oggi abbiamo 15.479 positivi a fronte di 297mila test eseguiti - ha detto in conferenza stampa il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza - c'è un'oscillazione naturale, ma la situazione sembra essere a un livello piu' alto dei giorni precedenti. I decessi sono 353 e ciò conferma che la coda è molto lunga". I dati, ha quindi concluso Rezza, ci dicono che "c'è una controtendenza verso un iniziale aumento dei casi". 

Per il presidente dell'Iss, Silvio Brusaf3erro, siamo in una fase "delicata". "La situazione è stabile ma c'è uno scivolamento verso una leggera ripresa dei contagi" ha detto Brusaferro illustrando i dati del monitoraggio settimanale Iss-Salute. "Raccomandiamo grande prudenza e rafforzamento delle misure restrittive - ha aggiunto - anche per l'importazione dall'estero delle varianti". "Sono ormai poche le regioni a rischio basso, l'incidenza a livello nazionale è in lieve aumento e l'Rt medio sfiora 1. Tutto ciò - ha sottolineato il presidente dell'Iss - ci mostra come lo scenario apparentemente stabile è in realtà in scivolamento verso un peggioramento. Ciò richiede grande attenzione, soprattutto per la circolazione di varianti".

Quanto alle mutazioni del virus, Brusaferro ha evidenziato che in questi giorni è stata fatta "una valutazione della trasmissibilità della variante inglese. Sappiamo dai colleghi del Regno Unito che nel loro contesto la trasmissibilità è stimata attorno al 50% in più rispetto al ceppo originale. Per avere una stima italiana abbiamo fatto un'analisi breve, ma statisticamente significativa: è emerso che la variante inglese si trasmette il 39% in più".  L'esperto ha anche detto che si segnala una leggera ricrescita dei casi tra i più giovani, un elemento "da approfondire". 

Non mancano per fortuna le note positive. "L'incidenza dei casi tra gli over 80 sta diminuendo - ha sottolineato il presidente dell'Is  - e questo è un primo segnale importante, che ci mostra l'importanza di aderire alla campagna vaccinale attivamente. Questo infatti ha un riflesso sull'incidenza". In questo momento "non userei la parola allarmismo - ha detto ancora Brusaferro -, direi che noi dobbiamo essere consapevoli di una fase storica delicata dove abbiamo degli strumenti importanti come le vaccinazioni che stanno crescendo e ci danno primi segnali molto positivi".
 

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