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Sabato, 27 Aprile 2024
L'inchiesta

"Epidemia colposa": Conte e Speranza saranno interrogati per l'inchiesta Covid

Il prossimo 10 maggio l'ex premier e l'ex ministro della Salute saranno interrogati dal Tribunale dei ministri di Brescia nell'ambito dell'inchiesta che vede entrambi indagati per la gestione della prima fase della pandemia nel febbraio 2020

C'è una data: il prossimo 10 maggio. Quel giorno, l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, alla guida del Paese nei drammatici giorni della pandemia dovranno comparire davanti al Tribunale dei Ministri di Brescia per dare la propria versione per la mancata istituzione della "zona rossa" ad Alzano e Nembro, paesi colpiti da un numero molto alto di contagi.

L'accusa è quella di "epidemia colposa": i  PM contestano a Conte e Speranza di non aver preso tempestivamente misure emergenziali per i due comuni bergamaschi a marzo 2020, così come avvenuto per le aree del lodigiano e di Vo' Eugeneo, causando così indirettamente la morte di molti cittadini. 

L'inchiesta covid, Conte e Speranza indagati: "Si potevano evitare oltre 4mila morti"

Si tratta, di fatto, di uno degli episodi più controversi della pandemia da Covid-19 che conosciuto proprio nell'area di Bergamo il suo momento più drammatico. Una vicenda che vede, da mesi, diversi rimpalli di responsabilità tra Stato Centrale e Regione Lombardia (tra gli indagati figurano anche il nome del presidente della Regione Attilio Fontana e dell'ex assessore al Welfare Giulio Gallera) e tra ex alleati.  Roberto Speranza ha infatti dichiarato di aver preparato una bozza di zona rossa per i due comuni in questione che però non venne mai controfirmata dal premier Giuseppe Conte. 

Anche in virtù di questa evidenza sono diverse le accuse che i giudici attribuiscono a Conte e Speranza: se il primo è accusato di non aver istituito la zona rossa nei due comuni bergamaschi, Speranza è accusato "solo" di non aver attuato il piano pandemico, mai aggiornato dal 2006. Secondo gli esperti della Procura di Bergamo la mancata istituzione della "zona rossa" ad Alzano e Nembro potrebbe aver causato fino a 4mila decessi. 

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