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Martedì, 30 Aprile 2024
La previsione

Covid e influenza, a Natale rischio "doppio picco"

Il timore di Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute: "L'ondata di influenza potrebbe arrivare più tardi, a ridosso delle festività natalizie. Il problema è che potrebbe sommarsi con quella di Covid"

Con l'arrivo dell'inverno le temperature tornano ad abbassarsi e i virus respiratori tornano a circolare con maggiore facilità. Una situazione in continua evoluzione che potrebbe arrivare al culmine proprio con l'avvicinarsi delle festività natalizie. Oltre alla "classica" influenza, c'è infatti il Covid, con i contagi che sono tornati ad aumentare nelle ultime settimane. 

Aumentano i casi Covid

Secondo Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute, ora professore straordinario di Igiene all'Università San Raffaele di Milano, i numeri sui nuovi contagi andrebbero tenuti sotto controllo: "Di Covid ne gira parecchio. Lo dicono i dati ufficiali, anche se ampiamente sottostimati, e lo si percepisce solo guardandosi intorno. Sapevamo che con il primo vero freddo avrebbe rialzato la testa, come fanno tutti i virus respiratori. L'importante è che non faccia troppi danni. Omicron ha una virulenza minore rispetto a Delta, però tra persone debilitate, anziani soprattutto se più in là con gli anni e immunodepressi può fare ancora danni seri quando si è persa la protezione del vaccino. Per ora registriamo un lento aumento delle ospedalizzazioni, ma la situazione potrebbe peggiorare se i contagi continueranno ad aumentare e le vaccinazioni non decolleranno".

Nell'intervista rilasciata al quotidiano "La Stampa", Rezza ha anche commentato il flop della campagna vaccinale: "È andata male per tre motivi. Il primo è la stanchezza vaccinale, subentrata per via del fatto che non essendo il Covid un virus stagionale come l'influenza ha costretto a fare più somministrazioni in corso d'anno.  Poi ci sono stati problemi non risolti di logistica che hanno fatto arrivare in ritardo le fiale in diverse regioni, che a loro volta non hanno stipulato o lo hanno fatto in ritardo gli accordi per le vaccinazioni in farmacia. Ed è chiaro che, se uno è già indeciso e poi trova anche degli ostacoli, finisca per tirarsi indietro. Terzo, ogni fiala contiene sei dosi e questo richiede ai medici di famiglia di organizzare gruppi di pazienti per non sprecare i vaccini. Si sarebbe dovuto passare alla chiamata attiva dei più fragili ma non è andata così".

Il rischio doppio picco

Il problema evidenziato dall'esperto, è che ai malati di Covid vanno aggiunti anche quelli che prendono l'influenza, con la possibilità di generare un doppio picco proprio a Natale: "Tosse e mal di gola che osserviamo in giro questi giorni sono provocati soprattutto da rinovirus e altri virus parainfluenzali. L'ondata di influenza arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri".

L'ideale sarebbe evitare il doppio picco, ma per farlo potrebbe servire un ritorno a vaccini e mascherine, almeno per le categorie più a rischio, come sottolineato da Rezza: "Ovviamente vaccinare la popolazione più a rischio. Poi a costo di essere impopolare dico anche di consigliare ai più fragili l'uso delle mascherine in situazioni di promiscuità. Non da ultimo andrebbe chiesto ai medici di famiglia uno sforzo per tenere aperti più a lungo i loro studi, mentre le ex guardie mediche dovrebbero fare più visite a domicilio. So che i medici sul territorio sono sotto organico ma in questo momento serve uno sforzo collettivo".

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