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Martedì, 30 Aprile 2024
la crociata

La caccia alle streghe del Governo contro carne "finta" e prodotti vegani

Via libera del Senato al disegno di legge che introduce il divieto di carne coltivata e alimenti sintetici. Colpiti anche i prodotti vegani che strizzano l'occhio in etichetta a prodotti di macelleria

La carne cosiddetta sintetica non è ancora sbarcata sulle tavole d’Europa, ma l'Italia ha già deciso di vietarla. L'aula di Palazzo Madama ha dato via libera oggi 19 luglio al disegno di legge sulla carne coltivata, che introduce il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. I voti favorevoli sono stati 93, i contrari 28 e gli astenuti 33. Ora si attende il passaggio alla Camera. 

Così Meloni ha detto "no" a milioni di euro di investimenti 

Il governo Meloni sta portando avanti una dura battaglia contro il prodotto ideato come alternativo alla carne allevata. E il fatto che la carne sia "artificiale" è spesso usato come argomentazione per chi si dichiara contrario all'arrivo del prodotto sulle nostre tavole.

Cos'è la carne sintetica

Sintetica, artificiale, coltivata, in vitro. Sono i diversi appellativi che utilizzano i detrattori per condannare la commercializzazione del prodotto. Ma facciamo un po' di chiarezza per capire cosa sia questo alimento alternativo. La carne "coltivata" viene prodotta utilizzando cellule staminali raccolte da un animale vivo, senza che questo venga macellato. Le cellule raccolte vengono introdotte in un terreno di coltura contenente i materiali di crescita necessari e poste in un bioreattore, producendo infine un prodotto finale dall'aspetto e dal sapore simile alla carne tradizionale. Una tecnica che potrebbe essere utilizzata anche per i crostacei e prodotti ittici: ci sono già aziende che stanno sperimentando la coltivazione in laboratorio di frutti di mare.

Sanzioni per i trasgressori

Il provvedimento adottato oggi dal Senato prevede l'introduzione di onerose multe per "gli operatori del settore alimentare e degli operatori del settore dei mangimi" a cui viene vietato "di impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, e di vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati", stando a quanto specificato dall'articolo 2 del disegno di legge. Per i trasgressori è infatti prevista una multa che va da un minimo di 10mila euro fino a un massimo di 60mila euro o calcolata sul 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a 60mila euro. La sanzione massima non può eccedere comunque i 150mila euro. Alla violazione consegue la confisca del prodotto illecito eseguita dalle autorità competenti.

La battaglia del ministro Lollobrigida

Il provvedimento, fortemente voluto dalla maggioranza di governo e supportato anche da molte delle associazioni degli agricoltori e degli allevatori, mira a vietare preventivamente in Italia qualsiasi alimento prodotto a partire da colture cellulari. E questo accade prima di una eventuale autorizzazione da parte della Commissione europea. Attualmente l'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, non ha infatti ancora ricevuto nessuna richiesta di autorizzazione all'immissione sul mercato di prodotti derivati dalla coltivazione di cellule animali in laboratorio.

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida -  che a più riprese si è dichiarato contrario alla carne prodotta in laboratorio in quanto "metterebbe in discussione il rapporto tra uomo e natura" - ha accolto con favore il voto. Per Lollobrigida, firmatario del disegno di legge, è in corso "un attacco al Made in Italy a tavola, che espone il nostro Paese a un rischio eccezionale e mai vissuto prima".

Nel frattempo la ricerca sulla carne sintetica prosegue. Il prodotto è accolto con favore dagli ambientalisti e animalisti poiché questa tecnica di produzione della carne evita, come detto, la macellazione dell'animale. E poi ci sarebbero i vantaggi ambientali: l'industria della carne è responsabile al 14 per cento della produzione di gas serra, nonché dell'occupazione di suolo e del consumo di acqua mentre la carne sintetica rappresenterebbe una soluzione alternativa alla carne proveniente dagli allevamenti intensivi.

Il nuovo alimento contribuirebbe a ridurre le emissioni di gas serra e a tutelare il pianeta. Ma il governo Meloni è intenzionato a portare avanti la sua crociata contro gli alimenti sintetici, adducendo come motivazioni il costo elevato della produzione della carne sintetica (un costo alto solo ora che è in sviluppo) ma soprattutto la necessità di tutelare il patrimonio agroalimentare italiano. 

Vietare la carne coltivata non è inutile, è ridicolo

In Senato la maggioranza ha inoltre inserito un articolo ulteriore, ovvero l'articolo 3 che impedisce di denominare come "carne" prodotti derivati da proteine vegetali, come i tanti alimenti pensati per le diete vegane. Divieti volti "a tutelare il patrimonio zootecnico nazionale, riconoscendo il suo elevato valore culturale, socio-economico e ambientale" come si legge nella relazione presentata al Senato. Difatti la legge vieta di chiamare "carne" o specialità di macelleria o pescheria prodotti ottenuti prevalentemente con proteine vegetali. 

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