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Martedì, 30 Aprile 2024
Il caso / Ungheria

Ungheria all'attacco: "Ilaria Salis non è un'eroina, da suo padre accuse gravi e infondate"

Il portavoce del governo Orban: "Lei e i suoi compagni hanno commesso aggressioni barbare". Ciò che aspetta la militante di sinistra è un altro anno di detenzione in attesa della sentenza di primo grado. Dopo altri tre mesi, la sentenza definitiva. Poi, solo allora, potrebbe essere espulsa per scontare la pena in Italia. Tutti gli aggiornamenti

"Ilaria Salis non è un'eroina. Lei e i suoi 'compagni' sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica, e noi difenderemo la reputazione e l'integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo": è quanto ha scritto oggi in un nuovo post su X il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs.

In un videomessaggio, montato con le immagini dell'aggressione in cui sarebbe coinvolta Salis, Kovacs ha dichiarato: "Il padre di Ilaria Salis ha parlato a tutta la stampa occidentale, comprese alcune testate Usa. E' stato anche invitato all'europarlamento e ha lanciato accuse gravi e infondate o ha rilanciato altre accuse infondate che non possono rimanere senza una risposta. E' stato lui a trasformare il caso della figlia in una questione politica e ora appare sorpreso che vengano date risposte politiche a queste accuse totalmente infondate".

"Come padre forse farebbe meglio a riflettere su come sua figlia sia rimasta coinvolta in tale vicenda dal momento che questo caso non è isolato - ha aggiunto il portavoce - la signora in questione è stata coinvolta in vicende simili in passato. E non dimentichiamo che il crimine in questione è estremamente grave e comporta condanne severe nel sistema legale ungherese".

"Quando ci vengono rivolte accuse politiche, nessuno dovrebbe sorprendersi del fatto che i politici respingano queste accuse, dal momento che è nostro dovere difendere la reputazione e l'integrità, così come l'indipendenza delle nostre istituzioni, in questo caso la magistratura", ha concluso.

Cosa succederà a Ilaria Salis

E' sfumata, intanto, l'ipotesi di candidatura di Ilaria Salis a Bruxelles con il Pd. L'eventuale elezione in Europa avrebbe aperto all'ipotesi dell'immunità parlamentare, ma ci sarebbero state comunque incertezze procedurali. Non è affatto detto che Budapest avrebbe acconsentito alla scarcerazione subito dopo le elezioni, per ragioni di "pericolosità sociale".  Ora la famiglia Salis è in un vicolo cieco.

Ciò che aspetta la militante di sinistra è un altro anno di detenzione in attesa della sentenza di primo grado. Dopo altri tre mesi, la sentenza definitiva. Poi, solo allora, potrebbe essere espulsa dall'Ungheria per scontare la pena in Italia: è questa l'ipotesi, a oggi, più probabile. Ma è, appunto, solo uno scenario. Da 13 mesi è in un carcere di massima sicurezza, accusata di aver picchiato tre neofascisti. Rischia dieci anni di carcere, forse anche di più, nonostante la prognosi degli aggrediti fosse di pochi giorni. 

Se l'espulsione è teoricamente possibile, non lo è invece in alcun modo l'estradizione, perché Salis non ha mai ricevuto condanne in Italia. L'Italia puntava a ridurre almeno i tempi del processo (che si stanno dilatando), per arrivare alla sentenza il prima possibile, ma non ci sono state particolari pressioni del governo nei confronti di Orban. 

"La risposta del governo ungherese" sul caso di Ilaria Salis "è quella che avrebbe dato qualsiasi governo in un caso analogo. Il potere esecutivo, in un regime democratico, non può intervenire sulle decisioni del magistrato. Se poi si ritiene, a torto o a ragione, che i giudici ungheresi siano sensibili alle pressioni politiche, allora la strategia della protesta vociferante è ancora più sbagliata, perché irrita l'interlocutore e lo irrigidisce nelle sue posizioni". E' il contenuto di una intervista a Il Messaggero del ministro della Giustizia Carlo Nordio. "In questo casi bisogna agire in silenzio, con prudenza e pazienza, come è stato fatto in altri casi. Io sono molto vicino umanamente al padre della Salis, che ho ricevuto due volte, ma temo che l'enfatizzazione politica non giovi a un risultato positivo e concreto", conclude.

Ilaria Salis in ceppi in un tribunale europeo: succederà di nuovo. Meloni aveva chiesto una sola cosa a Orban: evitare catene ai piedi e guinzaglio, è stata platealmente ignorata dalla giustizia ungherese. Il suo futuro resta un enorme punto di domanda.

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