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Lunedì, 29 Aprile 2024
La lettera / Milano

Ilaria Salis, l'italiana in carcere da nove mesi in Ungheria: "Topi in cella, abiti sporchi, detenuti al guinzaglio"

L'anarchica milanese 39enne è in carcere da febbraio a Budapest per la sua presunta partecipazione a scontri con neonazisti l'11 febbraio scorso. Ricostruiamo tutta la vicenda

C'è una cittadina italiana dietro le sbarre di un carcere ungherese. Da 9 mesi. Detenuta in condizioni, a suo dire, terrificanti. 

Chi è Ilaria Salis

I racconti che Ilaria Salis, anarchica milanese 39enne, fa ai suoi avvocati in Italia delineano un quadro allarmante. Parla di detenuti obbligati a stare rivolti "verso il muro" reclusi "23 ore su 24" in celle all'interno di sezioni miste uomini e donne con "cimici, scarafaggi e topi". La donna ha anche raccontato che, durante il trasporto dei detenuti (ad esempio in tribunale), gli agenti, oltre alle manette, usano un cinturone di cuoio con fibbia, e legano tra loro i piedi del detenuto con due cavigliere di cuoio, chiuse con lucchetti e unite tra loro con una catena. E infine un guinzaglio di cuoio, fissato a una manetta a uno dei polsi, tenuto all'estremità dall'agente di scorta. Poi malnutrizione, nessun riguardo per l'igiene personale, e altro ancora. Salis è stata costretta a indossare abiti sporchi inclusa la biancheria intima per "circa 5 settimane", fino a quando il consolato italiano non è stato autorizzato a consegnarle il primo pacco.

Si parla anche di reclusi obbligati a lavorare "a tempo pieno" in carcere per 50 euro al mese, e mancate retribuzioni per i detenuti stranieri.

Ilaria Salis è in carcere da febbraio a Budapest per aver partecipato a scontri con neonazisti l'11 febbraio scorso. I legali Eugenio Losco e Mauro Straini hanno depositato una lunga lettera mercoledì mattina alla Corte d'appello di Milano: trattasi di una memoria nel procedimento di estradizione a carico di Gabriele Marchesi, 23enne milanese ora ai domiciliari, coimputato della donna in Ungheria e per il quale è stata chiesta la consegna con le accuse di lesioni aggravate e tentato omicidio.

Salis ha inviato la lettera di denuncia all'Ambasciata italiana a Budapest, che l'ha trasmessa in copia ai legali della donna. Le condizioni di detenzione che emergono dalla lettera non sono nuove, perché erano già emerse in occasione della condanna dell'Ungheria da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2015. Salis non ha nemmeno potuto comunicare con la sua famiglia per oltre sei mesi. Per la donna, il processo comincerà a Budapest il 29 gennaio 2024. Le sarebbe stato proposto di patteggiare 11 anni.

Di recente è stato arrestato anche Marchesi, per il quale il 5 dicembre è prevista un'udienza per decidere sul trasferimento in Ungheria in base al mandato d'arresto europeo. 

Gli scontri a Budapest

I due, come ricostruisce Massimiliano Melley su MilanoToday, avrebbero preso parte agli scontri avvenuti a Budapest sotto l’egida dell’organizzazione tedesca anarco-rivoluzionaria ‘HammerBand’ di Lipsia (‘Banda del martello’), guidata dalla 28enne Lina Engel e il compagno Johann Guntermann, che avrebbe scelto Budapest per “attaccare e assaltare militanti fascisti o di ideologia nazista” radunati a commemorare la ‘resistenza’ contro i Sovietici nella seconda guerra mondiale, si legge nel mandato d’arresto europeo (Mae) per Marchesi.

Il 5 dicembre la quinta sezione penale d'appello di Milano dovrà decidere se estradarlo. Gli avvocati puntano a dimostrare che il regime carcerario in Ungheria è incompatibile con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti e per i quali la nazione del presidente Victor Orbàn è già stata condannata. Sulla richiesta dovranno esprimersi anche il Ministero della Giustizia e il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, che sarebbe pronto a dare parere negativo alla consegna del 23enne per la sproporzione fra i fatti contestati e le pene: rischia fino a 16 anni.

Le accuse

Salis e Marchesi sono accusati dalle autorità magiare di aver preso parte a due episodi contestati dalla polizia: un'aggressione di circa 30 secondi in cui 8 antifascisti avrebbero attaccato un uomo colpendolo alla testa 4 volte con un martello di gomma, prendendolo a calci e spruzzando spray urticante provocando la "rottura di 3 costole" e "parecchi lividi sul torso e sulla testa" e un raid, non lontano da un pub dedicato a eventi privati di estrema destra, in cui 10 militanti avrebbero seguito due hammerskins tedeschi fino a casa colpendoli in testa e alle gambe con il martello e provocando "leggere lesioni".

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