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Domenica, 28 Aprile 2024
Mano criminale

L'ombra dei piromani dietro agli incendi al Sud

In Sicilia, Calabria e Puglia si contano danni per centinaia di milioni di euro. Pochi dubbi sulla matrice dolosa della maggior parte dei roghi. Per Coldiretti 6 su 10 sono frutto di azioni deliberate. La premier Meloni: "Inquirenti al lavoro". Salvini: "Pene più severe"

La Sicilia è stata nelle scorse ore letteralmente sotto assedio. Decine di incendi scoppiati in più province hanno devastato vegetazione, case, infrastrutture, monumenti. Ci sono danni per milioni di euro e ci sono, purtroppo, anche delle vittime. Nelle stesse ore in cui l'Isola bruciava, scene tristemente simili arrivavano dalla Calabria, dalla Puglia. Ampia parte del Sud è stata ferita. Il caldo certo, la mancata manutenzione del territorio, l'assenza di veri piani regionali antincendio. Sono tutti elementi che in qualche modo hanno giocato un ruolo in quella che può essere definita una tragedia. Ma dietro spesso, troppo spesso, c'è la mano dell'uomo. Si tratta di incendi dolosi, appiccati con consapevolezza dai piromani. Lo sanno tutti. A iniziare dalla premier Meloni, passando per i ministri Musumeci (che è anche ex presidente della Regione Siciliana e prima ancora è stato presidente della Provincia di Catania) e Salvini, fino ad arrivare ai governatori e ai sindaci. Adesso si annunciano interventi e l'inasprimento delle pene per chi appicca le fiamme.

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ncendi nella zona di Palermo

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Il Sud brucia: la situazione 

Le regioni più colpite dagli incendi dei giorni scorsi sono state Sicilia, Calabria e in parte la Puglia. In fumo duemila ettari "solo delle aree a parco" e per "rimboschire" le zone bruciate "ci vorranno 1-2 decenni" secondo quanto detto dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a SkyTg24.

Con gli incendi non si perde "solo" la vegetazione. Parliamo di famiglie sfollate, strutture ricettive ko, infrastrutture inservibili, aziende in difficoltà, blackout, disservizi anche nell'erogazione dell'acqua. L'Isola paga il prezzo più alto. A Catania sono ancora quindicimila le utenze senza elettricità, secondo i dati diffusi nel pomeriggio di oggi 27 luglio dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci nel corso di un'informativa alla Camera. 

Il governatore Renato Schifani ha chiesto al Governo la dichiarazione di emergenza. Al momento, è di 60 milioni di euro circa la stima fatta dalla Protezione civile regionale per i primi interventi contro i danni dei roghi nell'Isola (200 milioni invece i danni causati all'agricoltura per l'ondata di calore). Si tratta di cifre assolutamente provvisorie e destinate a crescere. Palermo, in particolar modo, è stata accerchiata dalle fiamme. Brucia la discarica e questo porta a un pericoloso effetto domino: il rischio di diossina nell'aria e quello dei rallentamenti nella raccolta dei rifiuti.

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Il video che inchioda un piromane

Un piromane è stato colto in flagrante mentre appiccava un incendio in una zona boschiva della Calabria. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha diffuso il video sui suoi canali social lo scorso 24 luglio. Le immagini sono state girate da un drone e mostrano l'uomo in azione, è stato poi individuato e denunciato. "La Calabria è una regione civile ma ha anche qualche imbecille che va ad appiccare il fuoco nei boschi come questo piromane - ha scritto Occhiuto - Appicca il fuoco poi vede il drone e cerca di abbatterlo con le pietre, ma da dove viene, dalle caverne?".

Di piromani ha parlato anche il governatore siciliano Schifani. "Diciamo le cose come stanno:
purtroppo questi atti sono prevalentemente dolosi, fatti da gente pazza che vive in questi momenti delle esaltazioni patologiche", ha detto al Tg4. "Tutti i siciliani - ha aggiunto - sono chiamati alla responsabilità e alla denuncia pubblica. Se a questi atti delinquenziali accodiamo anche l'esplosione delle temperature, questo crea un combinato disposto che fa nascere lo scenario apocalittico".

"Bisogna fermare la mano di questi criminali. Bisogna trovare un modo per arginare questi episodi", le parole del sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti. Anche il suo territorio è stato ferito dagli incendi ed è stata necessaria anche l'evacuazione di duemila turisti da tre strutture ricettive. Il primo cittadino è certo che "dietro questi episodi ci sia la mano dei piromani".

Meloni: "Indagini in corso per scoprire i piromani"

La premier Meloni, in un video postato sul suo profilo Facebook, ha espresso solidarietà alle popolazioni colpite e ha annunciato nuovi interventi.  "Magistrati e polizia sono al lavoro per scoprire gli autori degli incendi dolosi", ha assicurato. "Nei mesi scorsi - ha aggiunto Meloni - il governo ha già incrementato le assunzioni tra chi è chiamato al soccorso, dalla prossima legge di bilancio intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli aerei".

Musumeci: "Trovati inneschi di alcuni roghi"

"In alcune parti della Sicilia - ha detto il ministro della Protezione civile Nello Musumeci al termine del Consiglio dei ministri del 26 luglio - sarebbero stati trovati degli inneschi e questo potrebbe essere attribuito a piromani e quindi a incendi di origine dolosa: non sarebbe la prima volta e non soltanto in Sicilia. Ma serve anche un nuovo concetto di manutenzione perché una campagna abbandonata diventa facile alimento per le fiamme", ha aggiunto Musumeci.

"Dolosi 6 incendi su 10"

Secondo Coldiretti sei roghi su dieci sono dolosi. "L'Italia - sottolinea Coldiretti in una nota - è spaccata in due, alle devastazioni dei roghi al sud si aggiungono i danni all'agricoltura causati dal maltempo al nord che hanno già superato i 6 miliardi di euro. Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all'ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate".

Le alte temperature e l'assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l'innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati. "Per difendere il bosco italiano - continua Coldiretti - occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali".

Cosa rischiano i piromani

Il codice penale prevede pene specifiche per chi appicca incendi dolosi. L'articolo 423 recita: "Chiunque cagiona un incendio  è punito con la reclusione da tre a sette anni. La disposizione precedente si applica anche nel caso di incendio della cosa propria, se dal fatto deriva pericolo per l'incolumità pubblica". 

L'articolo 424 invece prevede che "Chiunque, al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto, cagiona un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l'incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall'incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree o specie animali o vegetali protette o su animali domestici o di allevamento". E ancora: "Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall'incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all'ambiente".

Si preannuncia adesso un inasprimento delle pene per i piromani. "Mi risulta - annuncia il ministro Salvini - che il gruppo della Lega abbia presentato un progetto di legge per aumentare le pene in caso di piromani e di incendi dolosi e credo sia opportuno farlo".  L'orientamento è quello di introdurre un'aggravante specifica per chi provoca incendi per ottenere vantaggi economici.

(articolo aggiornato il 27 luglio 2023 alle ore 16.38)

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