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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Regno Unito

"L'ospedale ci impedisce di portare Indi a casa nonostante la cittadinanza italiana": corsa contro il tempo per salvarla

La neonata inglese è affetta da una malattia incurabile. Londra ha deciso di sospendere le cure, potrebbe essere portata al Bambin Gesù di Roma ma il via libera non arriva nonostante l'intervento della premier Meloni

Non c'è pace per la piccola Indi Gregory, la bambina di otto mesi affetta da una rara malattia mitocondriale a cui l'Alta Corte londinese vuole sospendere i trattamenti vitali. Anche se il governo italiano nelle scorse ore le ha concesso la cittadinanza per consentirle di essere sottoposta a cure specialistiche in Italia, da Londra non c'è l'ok al trasferimento. 

"Già la scorsa settimana la corte inglese ha bloccato il trasferimento di Indi in Italia. Ora ci impediscono di portarla a casa", dice a LaPresse Dean Gregory, il papà di Indi. L'uomo spiega il suo calvario: deve andare in tribunale "per cercare di cambiare il piano di cure palliative". E aggiunge: "La legge britannica non ci consente di portare Indi in Italia. L'unica opzione è se ci sia un accordo tra Italia e Regno Unito".

La bimba è affetta dalla sindrome da deperimento mitocondriale: si tratta di una rarissima malattia genetica degenerativa che provoca il mancato sviluppo di tutti i muscoli. L'Alta Corte di Londra ha disposto  la sospensione dei trattamenti vitali, nonostante le richieste della famiglia della bimba di trasferirla in Italia presso l'ospedale Bambino Gesù di Roma, che si era offerto di seguirla e di prestarle cure specialistiche.

Il sistema sanitario nazionale britannico (NHS), nei casi in cui vi sia una malattia che limita la vita del paziente, senza alcun trattamento/cura disponibile o probabilità di miglioramento, ritiene non etico somministrare un intervento medico che possa causare ulteriore dolore o danno al paziente e, "nel miglior interesse del bambino/a", anche la volontà dei genitori passa in secondo piano.

La premier Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio dei ministri lampo che ha dato l'ok al conferimento della cittadinanza italiana. Una decisione "nella tutela - spiegano da Palazzo Chigi - di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute". Il governo si è anche impegnato "a coprire i costi dei trattamenti sanitari che saranno ritenuti necessari". "Questa decisione - ha spiegato Meloni svelando anche un confronto col primo ministro britannico Rishi Sunak- non ha alcun tratto polemico verso il Regno Unito. Già in passato il governo italiano ha concesso la cittadinanza a un bambino inglese che si trovava nella stessa situazione, il piccolo Alfie Evans". 

Chi decide se staccare la spina a Indi

La decisione italiana non "scavalcava" quindi automaticamente il tribunale britannico. Era di fatto una possibilità in più. Una chance che, a oggi, non è stata concessa.  

Spetta all'alta corte di Londra l'ultima parola. Fra le opzioni ci sono l'ospedale di Nottingham, dove la neonata è ricoverata, un hospice e anche un ultimo ritorno a casa. Mentre i genitori, Claire Staniforth e Dean Gregory, stanno lottando per una revisione del protocollo di terapie stabilito dal giudice su indicazione dei medici inglesi, che condurrebbe al fine vita, e così prendere tempo con la speranza di ottenere un trasferimento di Indi in Italia per via giudiziaria o tramite un qualche accordo tra il governo di Londra e quello di Roma.

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