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Sabato, 27 Aprile 2024
Due versioni contrapposte / Roma

Licenziati dalla Roma dopo il video hard rubato, il club: "Dal filmato emergeva una trattativa privata"

Tiene banco il caso dei due dipendenti messi alla porta dopo essere stati vittima di una grave violazione della privacy. La società: "Nessuna discriminazione sessuale". Il sindacato Filcam Cgil: "As Roma da cartellino rosso, ha preferito tutelare il calciatore"

Tiene banco il caso del video 'intimo' rubato a una dipendente della As Roma che ha portato al licenziamento della donna e del suo compagno, anche lui dipendente della società giallorossa. La vicenda, venuta alla luce ieri dopo un articolo del 'Fatto Quotidiano', è ormai nota. Un giocatore della Roma Primavera avrebbe sottratto dal telefono della donna un video hard in cui quest'ultima appariva in intimità con il fidanzato, per poi diffondere le clip nelle chat con i compagni calciatori. La decisione del club è però stata quella di licenziare le due vittime per "incompatibilità ambientale". 

La versione della Roma: "Dal video emergeva una trattativa privata"

La società, travolta dalle polemiche, ha dato una sua versione di quanto accaduto. "I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento", si legge nella nota del club, laddove il provvedimento "ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti". Non solo. "È peraltro purtroppo vero", prosegue la società, "che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative". Insomma, la Roma va al contrattacco e fa sapere che intende "tutelarsi" in "tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti".

Secondo il club dunque non c'è stata nessuna discriminazione sessuale. Quanto al licenziamento "è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria" al codice etico della società, "ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo" anche "alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni".

La Filcam Cgil: "Vessazioni e battute a sfondo sessuale, poi licenziati dalla società"

Diversa la versione del sindacato Filcams Cgil Roma e Lazio che definisce l'As Roma "da cartellino rosso" e ricostruisce così i fatti. "È novembre 2023" quando l'ufficio risorse umane e il legale della squadra "convocano nei loro uffici due loro dipendenti per comunicargli il licenziamento immediato per 'incompatibilità ambientale'. La storia parte nel settembre dello stesso anno, quando i due dipendenti convocati da due vertici dell'As Roma, scoprono di essere stati oggetto, più di un anno prima, di una gravissima violazione della privacy, attraverso una squallida e ampia diffusione avvenuta di chat in chat, di un sex tape amatoriale privato da parte di un giovane calciatore, che ha sottratto il video dallo smartphone dell'ormai ex dipendente". 

Secondo il sindacato, solo dopo la convocazione i due dipendenti avrebbero compreso "le vessazioni e le battute a sfondo sessuale subite nei mesi precedenti da parte di tanti calciatori e addetti dell'As Roma". Nella stessa giornata la società avrebbe quindi convocato anche il calciatore, il quale - questa almeno è la versione del sindacato - avrebbe confessato "di aver sottratto il video dallo smartphone della lavoratrice, prestatogli da quest’ultima per poter fare una telefonata al proprio procuratore".

I due dipendenti si sarebbero quindi rivolti proprio alla Filcam Cgil che finora, si legge sempre nella nota, ha preferito tacere sulla vicenda, nella convinzione che il club "avrebbe ritirato i licenziamenti del tutto illegittimi e che si sarebbe fatta giustizia a favore dei due lavoratori". La società però, prosegue il sindacato, "ha preferito invece tutelare un ipotetico investimento milionario sul calciatore coinvolto in questa storia, piuttosto che prendere le parti dei propri dipendenti, i quali non solo non hanno commesso alcun illecito ma avrebbero avuto tutto il diritto di essere tutelati dall’As Roma, società per la quale sono stati alle dipendenze per anni".

Il giocatore della Primavera che si è appropriato ed ha diffuso il video rischia ora una denuncia per revenge porn, ma il caso andrà ovviamente chiarito nelle sedi competenti. 

La Figc apre un'inchiesta sul caso

La vicenda potrebbe però avere anche strascichi sportivi. La procura della Figc ha infatti aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità e i comportamenti dei tesserati in relazione alla diffusione del video. Sono già in corso gli interrogatori e le acquisizioni degli atti.

L'indagine riguarderebbe solo le eventuali violazioni del codice di giustizia sportiva da parte del giocatore e, per responsabilità oggettiva, della società calcistica. Le violazioni che potrebbero essere contestate sono per il calciatore l'art. 4 del codice di giustizia sportiva ("principi della lealtà, della correttezza e della probità") e per la società l'art.6 (responsabilità oggettiva). Il licenziamento della dipendente non riguarda invece la giustizia sportiva. 

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