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Martedì, 19 Marzo 2024
Il nuovo provvedimento

Nuovo Dpcm Green Pass: la bozza del nuovo decreto, ecco cosa cambia venerdì 15 ottobre

Il nuovo decreto Dpcm verrà firmato nelle prossime ore dal premier Mario Draghi: il provvedimento regola il controllo del Green pass sui luoghi di lavoro

Il nuovo Dpcm, che il premier Mario Draghi si appresta a firmare in vista del 15 ottobre -quando, per recarsi a lavoro, bisognerà essere muniti di green pass- specifica il quali software e applicazioni saranno necessarie per la verifica del passaporto vaccinale ai tornelli e all'ingresso degli uffici.  Il provvedimento, che sarebbe stato messo a punto con il supporto dei tecnici della Sogei, è la sintesi di un gioco di squadra che vede in campo il Mef, il ministero della Salute, nonché il ministero per l'Innovazione tecnologica capitanato da Vittorio Colao.

Ultim'ora: Draghi ha firmato il Dpcm sull'obbligo di green pass 

Secondo quanto anticipato nella bozza del nuovo decreto, il Dpcm prevede che "il Ministero della salute renda disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l'accesso ai luoghi di lavoro".

Se sprovvisti di Qr Code, ma regolarmente vaccinati o in linea con quanto previsto per ottenere il green pass, si potrà comunque accedere al luogo di lavoro, dove, dal 15 ottobre, vige la regola di presentarsi provvisti di passaporto vaccinale. Per accedere al lavoro quindi si potranno comunque utilizzare i documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni necessarie per poter accedere al posto di lavoro in regola con quanto previsto dal governo nell'ultima stretta per estendere l'uso del green pass.

Sarà messa una pezza anche al limbo che si è creato per i vaccinati all'estero: la bozza del provvedimento prevede infatti al riguardo che il sistema acquisisca tramite un apposito modulo online "i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all'estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l'emissione della certificazione verde COVID-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti".

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Quanto alla privacy il Dpcm fa divieto al datore di lavoro di utilizzare i dati del green pass e il QR code dei dipendenti per finalità diverse. Infatti, "è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle Certificazioni verdi COVID-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste" dalla legge "in esito ai controlli". 

Inoltre una nota importante è contenuta nella bozza del Dpcm per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa: "Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all'erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica del Green pass "possono" richiederlo ai lavoratori "con l'anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro".

Per riassumere:

  • dal 15 ottobre i datori di lavoro dovranno controllare il green pass all'accesso dei luoghi di lavoro;
  • se non si ha il Qr code vanno bene anche i certificati cartacei;
  • controlli possono essere fatti in anticipo, ma senza eccedere le 48 ore;
  • i vaccinati all'estero possono chiedere Green pass 

Nuovo Dpcm di Draghi in vista del 15 ottobre 2021

Bene ricordare che per ottenere il green pass occorre

  • aver ricevuto il vaccino contro il coronavirus;
  • essere guariti dalla Covid 19 negli ultimi sei mesi.
  • risultare negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore;

Secondo l'ultimo decreto green pass i tamponi covid saranno gratis solo per i soggetti fragili che non possono vaccinarsi. Mentre nonostante le richieste di alcune fazioni politiche (da ultimo oggi Beppe Grillo), i prezzi dei tamponi saranno calmierati a 15 euro per gli adulti) e 8 euro (per gli adolescenti) ma fino al 31 dicembre. Inoltre avranno una durata di 48 ore per i tamponi rapidi e 78 ore per il tampone molecolare.

Che cosa succede senza green pass

Chi non è in possesso della certificazione verde Covid 19 o della documentazione attestante la vaccinazione o il risultato negativo del tampone non potrà entrare sul posto di lavoro al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori

  • è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021
  • per i giorni di assenza ingiustificata non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento; 
  • non vi sono conseguenze disciplinari;
  • si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro

Nelle imprese con meno di 15 dipendenti è possibile sostituire il lavoratore privo di green pass dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta.

Le multe per i "no pass"

Con l'introduzione dell'obbligo vengono previste multe fino a 1.500 euro per chi viene trovato senza certificato.

  • Multa da 600 a 1500 per chi viene sorpreso sul posto di lavoro senza green pass
  • Multa da 400 a 1000 euro per i datori di lavoro che non controllano.

Green pass, per chi non è obbligatorio

La certificazione verde non è richiesta solo:

  • ai bambini sotto i 12 anni, esclusi per età dalla campagna vaccinale.
  • ai soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione sulla base di idonea certificazione medica.
  • i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione Covitar. 

Cosa può andare storto il 15 ottobre e l'ipotesi cancellazione nel 2022

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