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Venerdì, 26 Aprile 2024
Davvero è una svolta?

Cosa cambia se revocano i brevetti sui vaccini Covid

Gli Usa hanno annunciato di essere a favore della revoca delle protezioni della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid, per accelerare la produzione e la distribuzione delle dosi nel mondo. Tante reazioni. Le aziende farmaceutiche dicono no. Sarebbe una svolta, inutile girarci intorno, ma gli effetti non sarebbero immediati: ecco perché

Sarebbe una svolta, inutile girarci intorno: ma a livello pratico cambierebbe tutto in tempi rapidi? Gli Usa hanno annunciato di essere a favore della revoca delle protezioni della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid, per accelerare la produzione e la distribuzione delle dosi nel mondo. "Si tratta di una crisi sanitaria mondiale e le circostanze straordinarie della pandemia invocano misure straordinarie", ha spiegato la rappresentante Usa per il commercio Katherine Tai in un comunicato, precisando che Washington partecipa "attivamente" ai negoziati in corso al Wto.

Vaccini Covid, Usa ed Europa a favore delle revoca delle protezioni dei brevetti

"L'amministrazione crede fermamente alle protezioni della proprietà intellettuale ma per mettere fine a questa pandemia sostiene la revoca di certe protezioni per i vaccini anti Covid-19", ha sottolineato Tai. La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki aveva anticipato che Joe Biden era a favore di questa revoca e lo stesso Biden ha detto che ne parlera' nelle prossime ore. 

La decisione degli Stati Uniti di sospendere i brevetti dei vaccini anti-Covid è "deludente". E' quanto sostiene l'Ifpma, la Federazione internazionale delle aziende farmaceutiche con sede a Ginevra. "Siamo totalmente in linea con l'obiettivo che i vaccini siano rapidamente e equamente distribuiti nel mondo. Ma come abbiamo ripetuto più volte, una sospensione è la risposta semplice ma sbagliata a un problema complesso". Facile immaginatre che ci sarà una certa resistenza da parte delle big della farmaceutica. Anzi, c'è già.

"Quella del presidente Usa Joe Biden è una svolta, una cosa straordinaria: levare o alleggerire il brevetto dei vaccini anti-Covid nei Paesi più poveri è una grande opportunità. In questo modo potrebbero produrlo a livello locale" esulta Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Voglio ricordare che oggi si sta vaccinando solo nei Paesi occidentali - osserva Bassetti - ma se vogliamo combattere il Covid dobbiamo vaccinare tutta la popolazione mondiale e la scelta di alleggerire i brevetti è una grande opportunità in più".

"L’Unione Europea è pronta a sostenere la sospensione dei brevetti vaccinali". Così Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2021. Parole che si allineano con quelle pronunciate meno di 24 ore fa dal presidente americano Biden, che ha ufficialmente dichiarato l’impegno del suo paese a favore di una sospensione temporanea dei brevetti, in nome dell’universalità dell’emergenza. Una prima apertura importante da parte delle istituzioni europee.

Revoca brevetti vaccini: cosa cambierebbe in concreto

Dopo il "via libera" europeo la discussione vera passa al WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, con l’obiettivo di rendere un’accelerazione nella produzione e maggiore equità nella distribuzione dei vaccini una prospettiva concreta. Per ora siamo alle buone intenzioni.

Gli Stati Uniti "ci hanno dato una lezione, un paese capitalista che fa un scelta controcorrente. Mentre noi europei abbiamo paura" commenta Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, commenta all'Adnkronos Salute la decisione degli Usa di togliere i brevetti sui vaccini anti-Covid. "Si doveva fare molto prima questa scelta - aggiunge Garattini - Ora speriamo che questa spinta data da Biden aiuti i paesi in difficoltà come l'India. Anche perché se non vacciniamo tutti c'è il rischio che emergano pericolose varianti di ritorno a cui i vaccini potrebbero non rispondere".

La contrarietà (scontata) di BioNTech

BioNTech, che assieme a Pfizer produce il vaccino mRna anti-Covid più somministrato al mondo, ha già ampiamente ribadito la sua contrarietà alla revoca temporanea del brevetto sui farmaci anti-coronavirus, come ha spiegato EuropaToday. L'ultimo no è arrivato da parte di Ugur Sahin, fondatore di BioNTech: si è detto convinto che l’iniziativa volta a sospendere i diritti di proprietà intellettuale sulle dosi non renderebbe più rapida la produzione di vaccini e, anzi, creerebbe ulteriori problemi sulla qualità delle dosi. Il rischio - ovviamente secondo Sahin - "sarebbe quello di vedere la comparsa di vaccini di qualità inferiore prodotti nei Paesi poveri", ha detto il fondatore della casa farmaceutica tedesca. Lo scienziato non ritiene quindi una buona idea cedere a titolo gratuito o vendere le licenze di produzione dei vaccini ad altri soggetti, "se non licenze speciali per produttori molto competenti. Dobbiamo assicurarci - ha continuato Sahin - che il vaccino che viene prodotto per esempio in Iraq o in Africa abbia la stessa qualità del nostro. Deve essere uguale ovunque".

Timori legittimi. Ma la decisione deve essere inevitabilmente in parte anche politica. Alle argomentazioni di BioNTech sulla qualità del farmaco in tanti potrebbero replicare: ma allora cosa devono fare gli Stati che non possono permettersi le dosi o che non sono riusciti a stringere in tempo i contratti con le case farmaceutiche e si trovano ora nel bel mezzo dell’emergenza? "Stiamo ragionando con attenzione a cosa fare per mettere a disposizione il maggior numero di vaccini per i Paesi in via di sviluppo", dice Sahin senza però poter fornire risposte concrete in questo momento. 

Quando si possono revocare i brevetti sui vaccini

E' ovvia l'opposizione delle case farmaceutiche - che hanno puntato forte sui vaccini contro il Covid - alla cessione dei diritti intellettuali. Ma il totem neoliberista traballa, anche se i tempi per liberare i farmaci anti Covid non saranno brevi. I brevetti sui vaccini determinano inevitabilmente dei limiti all’accesso alle cure. Non è la prima volta che si parla di alleggerire i brevetti, ma in tempi di pandemia il tema è più urgente che in passato. I brevetti non sono il diavolo, bensì un incentivo importante per favorire l’innovazione in molti campi. 

La Risoluzione 58.5 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità permette però di intervenire durante una pandemia sull’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale per aumentare la fornitura di vaccini. E lo consente anche il nostro ordinamento giuridico con gli articoli 141, 142 e 143 del codice della proprietà industriale. Ma anche in caso di revoca delle protezioni della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid gli eventuali nuovi stabilimenti dovrebbero essere certificati dalle autorità sanitarie dei paesi in cui si trovano, con costi ingentissimi per avviarli o rimodernarli. Insomma, nessuna bacchetta magica. Ma un segnale forte, fortissimo, quello sì.

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