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Sabato, 27 Aprile 2024
il passo indietro

Roma Pride, Regione Lazio revoca il patrocinio: "No sostegno a chi promuove utero in affitto"

Il governatore Rocca si allontana dalla tutela dei diritti della comunità LGBTQ+, per mostrare un sostegno all'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus. Che non ha atteso a lungo per applaudire alla scelta della Regione

Forse la scelta dello slogan "Queeresistenza" per l'edizione di quest'anno del Roma Pride ha spinto la Regione Lazio a revocare il patrocinio della manifestazione a favore della comunità LGBTQ+. Si tratta di un clamoroso passo indietro, dopo che la Giunta della Regione Lazio aveva confermato il sostegno alla manifestazione dell'orgoglio LGBTQ+ e ricevuto il plauso dell'opposizione. A pochi giorni dall'evento romano, in programma il prossimo 10 giugno, è arrivata l'improvvisa revoca legata al manifesto dell'evento.

La decisione, ha spiegato il governatore Francesco Rocca, si è resa "necessaria e inevitabile" in seguito alle affermazioni, i toni e i propositi contenuti nel manifesto dell'evento intitolato ''Queeresistenza'', consultabile pubblicamente sul sito della kermesse. Queste affermazioni, fa sapere la Regione, violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede.

Il testo, in particolare, viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l'imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall'ordinamento italiano. La Regione fa sapere che "non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto". Insomma, il governatore Rocca si allontana dalla tutela dei diritti della comunità LGBTQ+, per mostrare un sostegno all'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus. Che non ha atteso a lungo per applaudire alla scelta della Regione Lazio. "Accogliamo con favore il ritiro del patrocinio della Regione Lazio al gay Pride dopo la denuncia di Pro Vita & Famiglia", ha affermato Jacopo Coghe, portavoce dell'associazione.

Ma cosa dice il testo bocciato dal governatore del Lazio? Nell'invito a partecipare alla manifestazione, gli organizzatori della manifestazione pochi giorni fa, sul sito ufficiale del Roma Pride, hanno ribadito la necessità di tenere un evento colorato e movimentato, che possa alimentare uno spunto di riflessione e di azione sociale e politica a fronte di una erosione dei diritti della comunità LGBTQ+ portata avanti dal governo di Giorgia Meloni.

Immediata la condanna degli organizzatori del Roma Pride, che rivendica i contenuti del manifesto di cui il governatore era a conoscenza. "Per quanto riguarda il Governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito", ha affermato Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride. "Il Governatore può tranquillamente rivolgersi a Pro Vita, che viste le affinità sicuramente potrà consigliargli qualche hacker russo, ungherese o polacco per farlo rimuovere.
Con la generosità che ci contraddistingue concediamo il patrocinio speciale del Roma Pride, creato apposta per il Governatore. Quello dell'ignavia", conclude la nota di Colamarino.  

Quasi un italiano su 10 si identifica come Lgbt+

In Italia quasi un italiano su 10 si identifica come Lgbt+, nello specifico il 9 percento dei cittadini, una percentuale in linea con quella mondiale. A rivelarlo è un sondaggio della Ipsos condotto in 30 nazioni del mondo e pubblicato in occasione del Pride Month. Nei 30 Paesi in cui è stata condotta l'indagine, il 3% degli intervistati si è identificato come lesbica o gay, il 4% come bisessuale, l'1% come pansessuale o omnisessuale e l'1% come asessuale. I membri della generazione Z (nati dal 1997 in poi) hanno il doppio delle probabilità dei Millenials (nati nel periodo 1981 e 1996) e il quadruplo delle probabilità dei membri della generazione X o dei baby boomer (nati dal 1980 in giù) di identificarsi come appartenenti a una minoranza sessuale.

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