rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
I dati

L'Italia degli scioperi: in un anno più di 1.400 stop ai servizi

Il settore più interessato è quello del trasporto pubblico, locale e nazionale. Ci sono città dove gli scioperi non sono eventualità, ma appuntamenti fissi. Chi decide se un'agitazione è legittima oppure no

È ancora scontro aperto sullo sciopero proclamato da Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni per venerdì 17 novembre. Più che sulle motivazioni, si è aperto uno braccio di ferro "tecnico" sulla natura dell'astensione: per le sigle è uno sciopero generale, per il Garante degli scioperi non lo è e proprio per questo ha chiesto di rimodulare la protesta. Lo scontro ha un riflesso politico, con la polemica Salvini-Landini. E si arriva a parlare anche di precettazione. Vediamo quanti scioperi ci sono stati nel 2023, chi li decide e chi ha potere di dire "No".

Sciopero 17 novembre 2023: quando si sapranno i veri orari del "venerdì nero"

Un anno di scioperi 

Secondo i dati della Commissione di garanzia, nel 2023 sono stati proclamati 1.421 scioperi, con 231 interventi preventivi e delibere, 469 scioperi revocati. Nel 2022 erano stati proclamati 1.518 scioperi, con 299 interventi preventivi e delibere e ne sono stati revocati 515.

Più nel dettaglio, tra ottobre e dicembre gli scioperi locali e nazionali (escludendo quelli poi revocati) sono stati 135, di cui 57 indetti di venerdì, 56 di lunedì e 10 nei giorni prima o dopo i ponti dell'Immacolata e di Ognissanti. Su 135 scioperi, 123 sono contigui a giorni festivi.

scioperi 2023

Il settore più interessato dagli scioperi è quello del trasporto pubblico, locale e nazionale. Le motivazioni delle agitazioni sono state tante e non sempre direttamente collegate ai diritti dei lavoratori. Nei mesi scorsi, tra le richieste avanzate in occasione di uno sciopero, c'era anche il blocco delle spese militari, la riforma della scuola, una nuova politica energetica senza rigassificatori.

Ci sono poi città dove lo sciopero del trasporto pubblico più che un'ipotesi è una certezza, si presenta a cadenza periodica con preferenza per i venerdì. A Roma c'è quasi uno sciopero al mese. Solo nel 2023, come ricorda RomaToday, è scattato lo sciopero venerdì 17 febbraio; mercoledì 8 marzo - in questo caso "contro la violenza e ogni discriminazione di genere": martedì 2 maggio; venerdì 26 maggio; venerdì 7 luglio; lunedì 24 luglio; venerdì 8 settembre; venerdì 29 settembre e lunedì 9 ottobre quando le iniziali 24 ore di sciopero indette dall'Usb diventano quattro, a causa della precettazione firmata da Salvini. Il sindacato rinvia la protesta di 10 giorni, trasformandola in "un grande impegno di mobilitazione per il diritto dell'esercizio di sciopero nei servizi pubblici essenziali".

I motivi dello sciopero del 17 novembre

Cgil e Uil hanno indetto lo sciopero del 17 novembre come segno di protesta contro le decisioni del governo Meloni su lavoro e Finanziaria. Si chiede di "alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani; a sostegno di un'altra politica economica, sociale e contrattuale che è necessaria e urgente".

Lo scontro Salvini-sindacati e l'ipotesi precettazione

"Il diritto allo sciopero è sacrosanto, bloccare un intero Paese per 24 ore non è ammissibile", ribadisce il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini a 'Radio anch'io' su Rai Radio Uno. "Io - aggiunge - devo garantire il diritto alla mobilità a 60 milioni di italiani, è il lavoro per cui mi state pagando lo stipendio oggi: garantire la circolazione con tutti gli imprevisti che ci possono essere sui treni, sulle strade autostrade, nei porti e negli aeroporti".

Salvini - che ha accusato i sindacati di volere fare il "weekend lungo" - tira dritto: "Oggi è l'ultima giornata tecnicamente perché i sindacati rientrino nell'ambito della legge perché la commissione di garanzia degli scioperi non è un organismo di partito di Matteo Salvini, dice: scioperate pure ma limitate ad alcune fasce orarie e ad alcuni servizi 4 ore, a 8 ore, in alcuni settori. Ebbene Cgil e Uil hanno detto 'no, non limitiamo'. Quindi il Paese sarebbe fermo non solo venerdì ma disagi inizierebbero giovedì 16 e finirebbero sabato 18. Se entro oggi non tornano nel rispetto della legge - ribadisce - io faccio quello che la legge mi permette di fare ed entro la mezzanotte di stasera si può partire con la precettazione, ovverossia quello che il garante ha suggerito e che viene ignorato da questi due sindacati".

"Mi auguro - la replica di Landini - che prevalga l'intelligenza del Governo in questa materia. E' sotto gli occhi di tutti che se dovessero arrivare a un atto di quel genere sarebbe un attacco diretto non al sindacato, ma al diritto alle persone, dei cittadini di scioperare quando non sono d'accordo".

Quanto alle accuse del "weekend lungo", Landini ribatte: "Non è una vacanza. La gente perde soldi, è un atto impegnativo, i lavoratori pagano un prezzo, perdono parte del proprio salario". Sono "sciocchezze, ha aggiunto, vuole dire non avere rispetto delle persone, vuol dire non capire cosa vuol dire essere un lavoratore salariato e vivere del proprio stipendio".  

"Noi andiamo avanti, sul diritto allo sciopero non siamo disponibili a farci intimorire da nessuno", conferma anche Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

Chi decide se si può scioperare

Il diritto di sciopero è sancito dalla Costituzione. L'articolo 40 recita: "Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano".

C'è stato però un vuoto normativo colmato da pronunce della Corte Costituzionale che è più volte intervenuta sul tema tra il 1960 e il 1983, con sentenze che hanno riconosciuto come l'organizzazione e la partecipazione di uno sciopero non possa mai essere reato a meno che lo sciopero stesso non sia diretto a sovvertire l'ordinamento costituzionale o a impedire il libero esercizio dei poteri dello Stato.

Nel 1990 è stata approvata la legge che definisce nel dettaglio i limiti del diritto allo sciopero: devono esser garantiti diritti fondamentali come quello alla tutela della salute, dell'igiene pubblica e della protezione civile e si sancisce il dovere di garantire servizi essenziali. La stessa legge crea la Commissione di vigilanza, che deve appunto vigilare sul rispetto delle norme. 

La Commissione di garanzia è un organo formato da cinque membri scelti tra esperti del settore su indicazione dei presidenti della Camera e del Senato, dunque espressione della maggioranza parlamentare, e nominati con decreto del presidente della Repubblica.

Anche il governo ha un margine di intervento ed è la precettazione a cui fa riferimento Salvini, ma deve comunque esserci il parere preventivo della stessa Commissione di garanzia.

Continua a leggere su Today.it...

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Italia degli scioperi: in un anno più di 1.400 stop ai servizi

Today è in caricamento