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Sabato, 27 Aprile 2024
Cautela e previsioni

La zona bianca resta un'utopia?

La fase è delicata, i numeri nazionali segnano una salita rapida della curva del contagio. Ci sono regioni come la Sardegna (e in parte anche la Valle d'Aosta) in cui i dati sono incoraggianti. Le varianti e le nuove zone rosse rendono improbabile, non impossibile, il passaggio dell'Isola nello scenario di rischio più basso

Per andare in zona bianca servono tre settimane con incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti (con un livello di rischio basso). Ma i numeri potrebbero non bastare. Ci sono regioni come Sardegna e Valle d'Aosta nelle quali il contagio è a livelli bassi da settimane, e dove la pressione sulle strutture sanitarie in questa fase non è più un problema. Tuttavia le varianti, soprattutto quella inglese, sono considerate un problema reale. 

Zona bianca: con le varianti e le nuove zone rosse è un rischio

"I numeri sono buoni perché per due settimane di seguito il numero dei nuovi casi positivi è inferiore a 50 casi per 100mila. Però dobbiamo porre massima attenzione alle varianti del Covid" ha detto ieri Giovanni Sotgiu, epidemiologo dell'Università di Sassari. Il risultato del prossimo monitoraggio dovrebbe essere simile. Ma proprio le varianti bloccano qualsiasi ipotesi di passare "in bianco" secondo le ultime informazioni.

Basti pensare che in Sardegna negli ultimi giorni e nelle ultime ore sono scattate tre zone rosse: Bono, San Teodoro e La Maddalena. In quest'ultimo comune "i numeri non lasciano spazio a interpretazioni - scrive sul suo profilo Facebook il sindaco Fabio Lai -.  Nel nostro paese ci sono ben 33 positivi di cui 10 con variante inglese. Vi comunico che istituiró la zona rossa che partirà da domani (26 febbraio) alle ore 14, in modo da darvi il tempo di organizzarvi, per una durata di 7 giorni prorogabile di altri 7, in base all’andamento della diffusione del contagio"

La fase è delicata, i numeri nazionali segnano una salita rapida della curva. Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 14719 nuovi positivi al giorno, ossia +3003 casi al giorno rispetto ai sette giorni precedenti (ieri era +1930). Difficile pensare che anche in caso di terza settimana con incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti si decida di delineare per l'isola uno scenario con rischio basso.

Sui media locali il tema tiene banco. A Radio Casteddu Domenico Gallus, Presidente regionale della commissione Sanità, dice: “La Sardegna è sempre penalizzata, vista la situazione di queste varianti rischiamo comunque che la Sardegna, a prescindere dal nuovo dpcm, dovrebbe andare in zona bianca, invece ho la sensazione che le famose colorazioni, questa volta verranno accentuate e dalla zona bianca rischieremo di finire in zona arancione per colpa delle varianti. Noi possiamo porre fine a questa situazione di tensione anche economica e sociale quando riusciremo a fare una buona campagna di vaccinazione. Tanto ormai, dopo questa inglese, sudafricana e brasiliana,  arriveranno altre varianti e io credo che l’unica cosa vera è che dobbiamo concentrarci sulle vaccinazioni, perché è l’unica risposta che possiamo alzare per dare serenità e tranquillità".

La previsione più realistica è che Sardegna (e certamente la Valle d'Aosta) resteranno ancora zona gialla. Ma non è detto: qualcuno in Sardegna crede davvero al passaggio in bianco. Da sud a nord, prevale però la cautela. In Valle d'Aosta già la scorsa settimana il "sogno" zona bianca era sfumato per questione di decimali. I casi registrati ogni 100.000 abitanti venerdì scorso erano 50,39 (per la zona bianca avrebbero dovuto essere inferiori ai 50, come avvenuto nelle due settimane precedenti). Era inoltre in crescita l'indice di contagio Rt, a 0,92 (era 0,77 il 12 febbraio scorso).

Insomma, massima prudenza, in attesa del report #41 dell'Iss e dell'ordinanza del ministro della Salute che entrerà in vigore da lunedì 1 marzo.

Migliora la situazione epidemiologica anche in Sicilia, ma la zona bianca è ancora lontana. Per i medici “non bisogna allentare la guardia per evitare la risalita dei contagi”. Dal 15 al 21 febbraio l’Isola aveva registrato dati incoraggianti la media era scesa a 65 nuovi positivi ogni 100mila abitanti contro i 50 necessari per allentare ulteriormente le limitazioni, e inoltre si è registrato un calo drastico dell’occupazione dei posti letto negli ospedali: “La Sicilia ottiene i frutti di un periodo di restrizioni, ma non deve sperperare il vantaggio acquisito. Bisogna continuare con misure mirate”, ha spiegato lo statistico dell’ospedale Civico di Palermo, Giuseppe Natoli.

I colori attuali della regioni: zona gialla, arancione, rossa

In base all'ordinanza del 19 febbraio le regioni italiane sono:

  • in zona gialla: Calabria, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto;  
  • in zona arancione: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria;
  • in zona rossa: nessuna Regione;
  • in zona bianca: nessuna Regione

Cosa si potrebbe fare in zona bianca

In fascia bianca è prevista libertà di spostamento e tutte le attività saranno aperte senza limiti di orari, mantenendo le norme di igiene, obbligo di mascherina e distanziamento. Potrebbero riaprire anche i luoghi della cultura, come cinema, teatri, mostre e musei. Per quanto riguarda lo sport, anche le palestre e le piscine tornerebbero a funzionare.

Aggiornamento 13.55 - Secondo l'ultimo monitoraggio dell'ISS la Sardegna ha tutti i dati in regola per diventare la prima regione d'Italia in zona bianca. C'è attesa per l'ordinanza.

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