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Martedì, 30 Aprile 2024
Città Taranto

Bimbo muore per disidratazione, arriva il risarcimento: un milione di euro alla famiglia

Il bambino vomitvava ma dopo la visita fu mandato a casa: cosa è successo

L'Asl di Taranto dovrà risarcire con un milione di euro i genitori del piccolo Nevio, il bimbo di un anno morto nell'estate 2013 all'ospedale Santissima Annunziata. La notizia arriva dagli avvocati della famiglia, che hanno anche riportato uno stralcio della sentenza della giudice Annagrazia Lenti della sezione civile del tribunale di Taranto.

La ricostruzione: il mal di pancia e il ricovero in ospedale

La vicenda giudiziaria inizia nell'estate 2013, quando una famiglia italiana (padre, madre e il loro piccolo di appena un anno), che per ragioni lavorative viveva stabilmente in Germania, decise di trascorrere le vacanze estive nel paese d'origine al mare, nella zona di Chiatona, in provincia di Taranto. Il bambino - secondo quanto ricostruito dai legali - iniziò a manifestare vomito a causa di una gastroenterite e i genitori lo portarono al pronto soccorso dell'ospedale tarantino dove fu visitato e poi mandato a casa dal reparto di Pediatria con una terapia domiciliare orale per reidratarlo.

Ma, poiché il vomito non cessava, i genitori tornarono al pronto soccorso dove - secondo i legali - i sanitari non riuscirono a porre rimedio con un'idratazione per via endovenosa e il piccolo morì nella notte del 30 luglio. Dopo la denuncia la procura formulò richiesta di archiviazione alla quale si opposero i genitori ma il gip archiviò. A quel punto i genitori avviarono il giudizio civile per colpa sanitaria a carico della Asl.

In una lunga ricostruzione della vicenda, i legali evidenziano che il bambino è deceduto per disidratazione da gastroenterite e il tribunale di Taranto ha riconosciuto il nesso di causalità tra la condotta dei sanitari dell'ospedale e il decesso del bambino. Ora la sentenza: "Qualora i sanitari avessero disposto il ricovero ospedaliero del paziente già in occasione del primo accesso al Pronto Soccorso ed avessero quindi attivato da subito le procedure di reidratazione per via endovenosa, le condizioni di salute del bambino non sarebbero ulteriormente degenerate e quindi non sarebbe deceduto per arresto cardiaco".

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