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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Effetto tagli: acqua a pagamento per i pazienti in ospedale

Accade in due ospedali in provincia di Cremona: per i pazienti c'è solo l'acqua a pagamento del distributore. "Oppure quella del rubinetto", dice la direttrice sanitaria

CREMONA - Sono gli effetti della spending review: i tagli voluti dal governo per permettere al nostro paese di uscire dalla crisi economica cominciano a far sentire i loro effetti nel settore sanitario. E pazienza se nel frattempo esplode il caso dei fondi ai gruppi consiliari del Pdl del Lazio gestiti in totale allegria. Si taglia sulle piccole cose. Si guarda la pagliuzza, si ignora la trave. Succede.

"Nessun paziente è assetato. E poi c'è l'acqua del rubinetto, che dalle nostre parti è buona". Risponde così Frida Fagandini, direttrice sanitaria dell'Asl cremonese contattata da MilanoToday, alle polemiche sorte dopo che negli ospedali di Crema e Rivolta d'Adda non verrà più distribuita gratis l'acqua minerale a pranzo e cena.

I pazienti delle due strutture sanitarie dovranno acquistare le bottigliette ai distributori automatici dei nosocomi, al costo di 40 centesimi l'una. Oppure bere quella del rubinetto. "Abbiamo anche deciso di potenziare i distributori di bevande - dice Frida Fagandini - dove il costo al pubblico è di 40 centesimi a bottiglietta, installandone almeno uno per ogni piano".

Secondo la Fagandini, comunque, tutto è stato fatto "preservando il valore energetico e nutrizionale e la qualità degli alimenti". Le modifiche sono attive da lunedì 17 settembre. "Se si dovesse riscontrare un aumento del ricavo per la ditta che fornisce i distributori - promette - contratteremo che l'utile aggiuntivo venga tradotto in sconti per abbassare il prezzo dell'acqua".

Oltre al taglio della bottiglietta da mezzo litro di acqua minerale prevista per ogni paziente a ogni pasto, c'è stato un altro intervento sulla ristorazione: si è stabilito di condire i piatti direttamente in cucina, eliminando le bustine monodose di olio, aceto e formaggio.

Ecco la spiegazione fornita dalla direttrice sanitaria: "Abbiamo dovuto negoziare coi fornitori per ottemperare al 5% di tagli che ci è stato imposto. Per prima cosa abbiamo chiesto lo sconto del 5%, ma in alcuni casi non è stato possibile. Anche i fornitori sono infatti alle prese coi costi lievitati, ad esempio per il caro carburanti". (da MilanoToday)
 

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