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Venerdì, 26 Aprile 2024
Varese

Violenze sul treno dei pendolari, le due vittime: "Nessuno ci ha aiutato"

Lo sfogo delle due giovani aggredite e violentate dai predatori del treno Milano-Varese

Due giovani donne sole, che hanno cercato aiuto e non lo hanno trovato. È quello che emerge dai racconti delle due vittime di violenza da parte dei predatori del treno Milano-Varese. La giovane violentata sul convoglio sperava di riuscire ad attirare l'attenzione di altri passanti una volta in stazione ma nessuno si è fermato. Anche l'altra, assalita dai due aggressori nella sala di attesa della stazione di Vedano Olona, non ha potuto contare sull'aiuto dell'unico passante presente a quell'ora.

Il racconto della 21enne violentata sul treno è drammatico. Dopo la violenza sul treno da parte dei due fermati, Gregory Anthony Fusi Mantegazza e Hamza Elayar, una volta arrivata nella stazione di Venegono Inferiore, la ragazza cerca aiuto. "Quando mi sono resa conto che non sarei riuscita a liberarmi, approfittando del treno che si era fermato, ho detto all'uomo che mi teneva di stare calmo e ho iniziato a dirgli che lo avrei seguito e saremmo andati dove voleva, purché la smettesse... Tenendomi le mani strette, siamo scesi dalle scale. Credevo che avrei potuto attirare l’attenzione dei passanti ai quali chiedere aiuto; soprattutto, ricordavo che alla fermata precedente avevo visto il controllore... speravo di trovarlo…". A quell’ora i passanti sono pochi, ma qualcuno c'è. Forse il buio, forse la fretta e lo sguardo fisso sul telefonino, o forse la paura di "immischiarsi" e di vedere che quello che stava succedendo, con la ragazza spogliata e stretta tra i due aggressori: tutti proseguono e vanno oltre, mentre il controllore resta troppo lontano.

Mantegazza e Elayar proseguono la violenza, poi approfittano della sosta nel scalo e se ne vanno, verso una nuova vittima. La trovano pochi minuti dopo, nella stazione di Vedano Olona. Si avvicinano, prima uno e poi l’altro, lei lo respinge. "Mi sono aggrappata alla porta, nel tentativo di riuscire a fuggire, e ho cercato di aprirla, urlando", racconta la ragazza. "Sono riuscita ad aprire sufficientemente il battente della porta, sia io che lui abbiamo notato un uomo che stava arrivando verso la stazione…". Anche in questo caso, il passante tira dritto. "A quell’uomo non è importato nulla di quello che mi accadeva, anche se urlavo e mi divincolavo... tanto che non è entrato nemmeno nella sala d’attesa... Il mio aggressore si è diretto verso l’amico… Ho guadagnato l’esterno della stazione... e ho potuto chiamare il 112".

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