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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il disastro / Bologna

Suviana, si aggrava il bilancio dei morti: altri tre corpi trovati al nono piano sotto terra

Tutti gli aggiornamenti. Pochissime speranze di trovare vivo l'altro disperso nell'incidente alla centrale Enel sull'Appennino bolognese. Non c'è memoria di incidenti nelle centrali idroelettriche in Italia

Sono stati ritrovati i corpi di tre dei quattro dispersi nell'esplosione della centrale Enel a Suviana, sull'Appennino bolognese. I vigili del fuoco hanno trovato il 57enne padovano Adriano Scandellari, lavoratore specializzato di Enel Green Power, Paolo Casiraghi, l'operaio di 59 anni, milanese, dipendente di Abb e Alessandro D'Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, un paese della provincia di Pisa. Sale così a 6 il numero dei morti accertati mentre ci sono pochissime speranze di trovare vivi l'altro disperso: Vincenzo Garzillo, 68enne di Napoli, dipendente di Lab Engineering.

Ritrovato il corpo della quinta vittima

La quarta vittima della strage di Suviana è Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. La moglie è a Bargi. Il suo corpo è stato recuperato questa mattina insieme a quello di Paolo Casiraghi, la quinta vittima dell'incidente di Suviana.

Le altre vittime sono Petronel Pavel Tanase, 46enne residente a Settimo Torinese, di origine rumena, era papà di due gemelli; Mario Pisani, il più anziano, aveva 74 anni, era residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) anche se da qualche anno viveva al nord. Era un ex dipendente Enel, ora titolare della Engineering automation srl, la ditta per cui lavoravano anche le altre due vittime. Infine Vincenzo Franchina, aveva 36 anni e arrivava da Sinagra, nel Messinese. Si era sposato un anno fa ed era da poco diventato papà. Viveva a Genova.

Non c'è memoria di incidenti nelle centrali idroelettriche in Italia

Enel Green Power dice che per i lavori "avevamo scelto le migliori società di elettrico e idroelettrico", Ma si dovrà far luce sui subappalti. Cgil e Uil insistono: "Non si sa per chi lavoravano le vittime". Già due anni fa erano state segnalate alcune problematiche di sicurezza.

Ma non c'è memoria di incidenti nelle centrali idroelettriche in Italia. Un solo precedente in Russia, dove però crollò il tetto, non fu un problema legato al funzionamento delle macchine. Si indaga per disastro e omicidio colposo. Oggi, giovedì 11 aprile, tutte le attenzioni sono doverosamente concentrate sulla ricerca dei dispersi: resta la priorità, anche se le speranze di ritrovarli in vita sono ormai ridottissime. Ma fin quando c'è anche una sola possibilità "come sempre faremo tutto il possibile", dicono i vigili del fuoco.

Che cosa può essere successo nella centrale idroelettrica di Suviana 

Ci sarebbe stata un'esplosione devastante (qui le ipotesi). Ma ci sono state anche l'incendio, il crollo, l'allagamento. Non è chiaro in quale ordine. I soccorritori parlano di pareti spesse un metro e 80 letteralmente sfondate come fossero di cartongesso dai pezzi di turbina schizzati via con una violenza inaudita. Pochissime certezze. Ci sarà tempo per le indagini, ora si cercano gli operai. 

Si cercano i dispersi, poche speranze

Sotto al lago, tra le macerie, ci sono ancora due operai. Da tutta Italia. Sono di Milano, Cinisello Balsamo, Ponte San Nicolò in provincia di Padova, Napoli. Sono lavoratori che non stanno tornando a casa e forse mai più vi faranno ritorno. Stavano collaudando la seconda turbina. Il primo lavoro di efficientamento sull'altro motore della centrale elettrica era stata completato. Erano quindici al lavoro al momento della disastrosa esplosione della turbina tra operai, tecnici e consulenti esterni. Tre sono gli scampati, illesi per miracolo, tutti gli altri sono stati investiti più o meno direttamente dall'esplosione: quattro morti, tre dispersi, cinque feriti.

suviana vigili fuoco

Vincenzo, Adriano, Paolo, Alessandro: tutti lavoratori esperti

I lavoratori che risultavano dispersi fino al ritrovamento degli altri due corpi sono Paolo Casiraghi, Alessandro D'Andrea, Adriano Scandellari e Vincenzo Garzillo. Vincenzo Garzillo ha trascorso una vita nelle centrali idroelettriche d’Italia. 68 anni, di Napoli, è a tutti gli effetti un tecnico esperto. Ex dipendente Enel (operaio tecnico) in pensione, alla centrale di Bargi lavorava come consulente esterno.

Adriano Scandellari, 57 anni, "è sempre stato un pilastro per la sua comunità. Uno che si mette a disposizione, che nonostante i suoi successi non ama parlar troppo di sé" dice l’ex sindaco di Ponte San Nicolò (Padova) Enrico Rinuncini.

Paolo Casiraghi, 59 anni, è un tecnico specializzato, trasfertista di grande esperienza, sempre pronto a partire per viaggi di lavoro.

Alessandro D’Andrea, 37 anni, tecnico specializzato con esperienze anche all’estero, si è trasferito da alcuni anni dalla Toscana al Milanese. Soprannominato "il Tosco", ha la passione per la pesca, la caccia, le armi da fuoco e il softair. Un ragazzo "sempre pronto ad aiutare gli altri" racconta chi lo conosce bene.

Le ricerche sono di fatto ricominciate ieri sera alle 20, quando sono state ripristinate le condizioni minime di sicurezza per poter lavorare. Ma i piani meno 8, 9 e 10 sono ancora con oltre un metro d'acqua, pieni di macerie e pezzi di cemento armato. I sommozzatori operano senza sosta, con l'aiuto di droni acquatici e idrovore. Al lavoro ci sono cento uomini.

Dispersi Suviana

Su BolognaToday, tutto quello che sappiamo sull'esplosione alla centrale di Suviana: rischia di diventare il più grave incidente sul lavoro del ventunesimo secolo in Italia. 

Suviana e le altre: qual è il vero problema delle centrali idroelettriche in Italia 

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