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Venerdì, 26 Aprile 2024
la protesta

Armi al posto di aiuti umanitari per la guerra in Ucraina: la scoperta in aeroporto

Armi dirette in Polonia per la guerra in Ucraina dall'aeroporto di Pisa. L'Unione sindacale di base annuncia manifestazioni

La presunta spedizione di un carico di armi dall'aeroporto Galileo Galilei di Pisa ha causato la protesta dei lavoratori dello scalo. Quando hanno scoperto che il carico di un volo in partenza non era costituito da “materiale umanitario” ma da casse di armi destinate al conflitto in Ucraina, i lavoratori hanno interrotto le operazioni rifiutandosi di caricare il materiale rivolgendosi all’Unione sindacale di base (Usb) che ha denunciato pubblicamente il fatto. In questi giorni ci sono stati decine di voli militari diretti alla base militare di Rzeszow in Polonia e partiti dagli aeroporti italiani di Pisa, Grosseto e Pratica di mare.

La denuncia del sindacato Usb

La segnalazione dei lavoratori dell'aeroporto di Pisa è avvenuta sabato: "Mentre ancora si fa finta di discutere sull’intervento in Ucraina dal territorio italiano partono carichi di armi non soltanto dagli aeroporti militari ma anche da quelli civili - si legge in una nota dell'Usb -. In attesa che prendano corpo le voci odierne, circa uno stop alla movimentazione di armi nello scalo, Usb chiama alla mobilitazione per una manifestazione che si terrà sabato 19 marzo alle ore 15 davanti al Galileo Galilei, da dove un corteo raggiungerà lo scalo militare di Pisa, per ribadire il no alla guerra e il no all’invio di armi dall’Italia".

L'Italia aveva promesso l'invio di armi e munizioni all'Ucraina, ma il problema è che in questo caso la spedizione sarebbe avvenuta da un aeroporto civile: "Dal Cargo Village presso l'aeroporto civile partono voli 'umanitari', che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non è così - affermano dall'Unione sindacale di base - quando si sono presentati sotto l'aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni, esplosivi. Un'amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi. Di fronte a questo fatto gravissimo i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo, aerei che in questi giorni atterrano prima in basi Usa/Nato in Polonia, poi inviati in Ucraina, per essere poi bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi. Denunciamo con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura 'umanitaria' per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina" prosegue l'Usb che chiede "alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti 'umanitari'; ai lavoratori di continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace". La manifestazione è fissata per sabato 19 marzo di fronte all’aeroporto Galileo Galilei alle ore 15 sulla base dello slogan: "Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!'".

La risposta della politica

Sulle armi dall'aeroporto di Pisa sono intervenute le consigliere regionali del Movimento cinque ctelle Irene Galletti e Silvia Noferi che hanno annunciato un’interrogazione urgente per chiedere alla Regione se la notizia corrisponda al vero. “Si tratta di una notizia - si legge nella nota delle due consigiere - che se confermata provocherebbe certamente un terremoto nell’opinione pubblica toscana, che proprio sabato scorso si è radunata a Firenze per invocare pubblicamente di fronte al pianeta la pace. Ci chiediamo quale sia il pensiero del sindaco di Firenze, Dario Nardella primo promotore dell’iniziativa e quello di tutti i politici illustri che in piazza Santa Croce hanno manifestato per chiedere lo stop delle bombe russe in Ucraina. Ma quello che ci interessa di più, nel caso in cui la notizia fosse verificata e nel pieno adempimento delle nostre funzioni di consigliere regionali, è capire se il presidente della Giunta toscana Eugenio Giani ne fosse a conoscenza e che giudizio esprime al riguardo, anche alla luce del complesso scenario internazionale attuale e dei tentativi, finora falliti, di de-escalation del conflitto. Non si può essere pacifisti a corrente alternata e nemmeno fingere che i 30 milioni impegnati nella scorsa legislatura per migliorare i collegamenti ferroviari con la base militare di Camp Darby, dove sono stanziate e operano truppe statunitensi, non servano anche ad operazioni simili. Opera che tra l’altro è costata l'abbattimento di migliaia di alberi in un'area di parco, poi costretta anche a modifiche paesaggistiche di rilievo. Il trasporto di armi in ambito civile - concludono - può avvenire solo se una certa parte delle istituzioni ne è a conoscenza e produce le necessarie autorizzazioni. Quello che intendiamo fare è protocollare un’interrogazione urgente per chiarire tutte le domande che tale vicenda ha sollevato. Ci sono risvolti tecnici e politici che devono venire alla luce e speriamo che stavolta non ci si nasconda dietro a un dito".

Anche Potere al Popolo si è unito alla protesta: "Si tratta di un fatto che si somma al già noto 'ponte aereo' che sta coinvolgendo gli aeroporti militari di Pisa, Grosseto e Pratica di Mare con decine di voli verso la base polacca di Rzeszow la scelta dell’hub pisano non è casuale: a pochi chilometri di distanza è stanziata la base Usa di Camp Darby, che fornisce le armi da inviare nel macello ucraino. Siamo di fronte ad un vero e proprio traffico di guerra, che mette a rischio i pisani, i viaggiatori dell’aeroporto civile e i lavoratori dello scalo, indicativo di come il governo Draghi ignori l’incolumità dei cittadini, ammantando queste scelte attraverso un uso 'militare' degli strumenti di comunicazione di massa, con falsificazioni storiche, censure, propaganda bellicista e russofoba sparsa a piene mani. Dopo aver fatto arricchire enormemente le multinazionali del farmaco con la pandemia, ora è il turno di quelle delle armi. Mentre i ricchi si arricchiscono sempre di più gli astronomici aumenti del costo della vita, a fronte di un decremento di salari e pensioni, ci dicono del futuro che ci aspetta se non ci opporremo con forza a queste politiche".

"L’Italia, grazie a questi governanti sta entrando in un’economia di guerra, necessaria al riarmo generalizzato dei paesi dell’Unione Europea decisa al vertice UE di Versailles, seguendo la direttiva Nato di superare il 2% di spese in armamenti - proseguono da Potere al Popolo - se l’Italia obbedisse alle direttive congiunte Ue e Nato, la spesa militare arriverebbe a oltre 40 miliardi all’anno, con ulteriori tagli a sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici. Per tutte queste ragioni rinnoviamo l’invito a tutti i sinceri pacifisti alla manifestazione di sabato 19 marzo".

I voli militari verso la Polonia

Tra l'1 marzo e il 13 marzo ci sono stati almeno 27 voli militari dell'aeronautica militare italiana partiti dagli aeroporti di Pisa, Pratica di mare e Grosseto e diretti in Polonia, alla base Nato di Rzeszow. Tutti hanno evitato di sorvolare lo spazio aereo dell'Ungheria, che non permette il passaggio di carichi militari verso l'Ucraina dal proprio territorio.

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