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Martedì, 30 Aprile 2024
La beffa

Il nuovo sconto a favore dei balneari: nel 2024 pagheranno (ancora) meno

Il canone delle concessioni calerà del 4,5% nel 2024. Lo indica una circolare del Mit (ll ministero delle infrastrutture e dei trasporti) che tiene conto dell'inflazione, ma non dei guadagni milionari degli stabilimenti balneari

Dopo la lettera di indirizzo che autorizza di fatto i comuni a prorogare automaticamente le concessioni anche nel 2024, arriva un nuovo "regalo" di inizio anno per tutti gli imprenditori balneari. Le imprese del settore potranno infatti beneficiare quest'anno di un taglio del 4,5% dei canoni annui da versare allo Stato. Lo ha stabilito il Mit (Il ministero delle infrastrutture e trasporti) guidato da Matteo Salvini con un decreto che tiene conto del tasso di inflazione registrata lo scorso anno, ma non dei rincari che sono stati pagati dai consumatori con l'aumento record dei prezzi di lettini e ombrelloni. I canoni non si basano del resto sulla redditività delle imprese, come osserva il Corriere della Sera, ma su una serie di parametri basati sul prezzo delle merci al dettaglio e sul costo delle merci alla produzione industriale. 

Il (nuovo) regalo del governo ai balneari

Così la misura minima di canone dovuto dalle imprese balneari passa dai 3.377 euro del 2023 ai 3.225 euro: un risparmio di oltre 150 euro. Uno schiaffo ai comuni contribuenti alle prese con il carovita, soprattutto se si guarda ai profitti di molte di queste imprese. Secondo l’ultimo rapporto della Corte dei conti, lo Stato ha incassato nel 2020 appena 92,5 milioni da 12.166 concessioni, per una media 7.603 euro a canone, contro un fatturato medio per ogni stabilimento stimato da Nomisma in 260mila euro. Introiti quindi irrisori che si inseriscono in un quadro fermo da anni con concessioni spesso decennali che non vengono messe all'asta e che si basano su canoni spesso ridicoli rispetto ai fatturati che rendono le spiagge un affare per tutti, tranne che per lo Stato. L'assenza di una legge nazionale sulle concessioni fa emergere inoltre il paradosso della costa di alcuni comuni che è quasi interamente in mano agli imprenditori balneari con ripercussioni spesso anche ambientali. 

Un quadro su cui incombe la probabile pioggia di ricorsi sugli attuali comuni che stanno prorogando le concessioni balneari anche per il 2024 e la procedura di infrazione, per il mancato adeguamento della normativa Bolkestein, inviata al nostro Paese da parte della Commissione Europea. 

La reazione delle opposizioni: "Uno schiaffo all'Italia" 

"Quello voluto dal ministro e leader della Lega Salvini è uno schiaffo all'Italia - non usa mezzi termini il verde Bonelli commentando l'ultima misura del governo sulle concessioni demaniali - Oggi lo Stato dalle concessioni demaniali incassa 110 milioni di euro, con una evasione accertata di circa il 45%, nonostante i canoni siano irrisori. Non è superfluo ricordare che il Twiga di Briatore e Santanchè paga ogni anno allo Stato una cifra ridicola come canone, di 20 mila euro, a fronte di un fatturato di quasi 10 milioni di euro. La circolare del ministro Salvini è una vergogna, e su questo dovrà dare delle spiegazioni in Parlamento" attacca Bonelli.

"Ci mancavano solo gli sconti di fine anno. Senza alcuna vergogna, nel decreto di aggiornamento dei canoni dello scorso 18 dicembre, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha tagliato del 4,5% il costo del canone versato allo Stato annualmente dai proprietari di concessioni balneari - afferma il leader di +Europa Riccardo Magi -  La spudorata linea di difesa di questo governo a una piccola lobby contro la stragrande maggioranza degli italiani sta provocando un danno erariale ormai inestimabile. Ciò che è insopportabile è che dopo il danno, arriva la beffa. Che pero' non accettiamo: presenteremo un esposto alla Corte dei Conti per le mancate entrate che deriveranno da a questo ennesimo regalo e dalla mancata applicazione della direttiva Bolkestein". 

Si concentrano sulla mancata applicazione delle normative europee gli appunti dell'M5S, che rincarano però la dose sullo "sconto" del governo:  "Mentre sulle nostre spiagge si abbatterà presto un'ondata di ricorsi e denunce, oltre a una salatissima infrazione europea, il Governo Meloni non ha ancora dato alcuna risposta a una questione che aveva già trovato idonea ed equilibrata soluzione nel corso del Governo Draghi con il dl Concorrenza" osservano il vicepresidente dell'M5S, Mario Turco, e il capogruppo in commissione Finanze al Senato, Marco Croatti, che ricordano anche l'intervento del capo dello Stato in favore di una norma che garantisse la libera concorrenza in settori come quello del turismo.

"Sapete come il Governo Meloni ha inteso rispondere alle sollecitazioni del Capo dello Stato? Con la decisione, presa dal ministro Matteo 'Papeete' Salvini, di un taglio del 4,5% dei ridicoli canoni demaniali annuali pagati dai concessionari. Questo significa che l'importo minimo scende a 3.225 euro, cioè quello che pagherà la maggior parte dei chioschi-bar-ristoranti che fanno affari d'oro sulle nostre spiagge: un insulto verso i cittadini e verso tutti i piccoli imprenditori e commercianti che non hanno attività sull'arenile e devono affrontare costi e affitti molto più elevati" conclude la nota dei pentastellati.  

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