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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Gino Paoli: "Ieri avevamo Mina e Vanoni, oggi le cantanti che mostrano il cu*o"

Il commento del cantante arriva nel corso di una lunga intervista al Corriere della Sera

Una delle sue canzoni, Sapore di sale, tra le più belle della storia italiana, scritta in mezz'ora "come se qualcuno me la stesse dettando"; lo sparo al cuore, in quello stesso anno di massimo successo, perché "avevo tutto, e non sentivo più niente"; il ricordo della guerra; la famiglia d'origine e poi anche l'amore: Gino Paoli - ora in libreria con l'autobiografia Cosa farò da grande pubblicata da Bompiani - si racconta a lungo e dettagliatamente nell'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, a partire da quel gesto che nel 1963 mise a serio rischio la sua vita. "Le due donne più belle d’Italia, Ornella Vanoni e Stefania Sandrelli, erano innamorate di me. In garage avevo una Porsche, una Ferrari e una Flaminia Touring. Cos'altro potevo avere? Volevo vedere cosa c'era dall'altra parte" confida il cantautore 89enne che dice di non aver paura della morte. 

Nel suo libro Gino Paoli fa un riferimento all'ambiente dello spettacolo, definito "un mondo di m." perché "è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il cu*o", afferma l'artista che con Ornella Vanoni ha avuto una lunga e importante storia d'amore. 

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"Ornella Vanoni mi ha insegnato il sesso"

L'incontro con Ornella Vanoni risale al 1960: "Avevo già scritto “La gatta”. Sono alla Ricordi, al pianoforte. Alzo lo sguardo e vedo questa splendida donna, la voce sensuale, le mani grandi, che mi chiede di comporre una canzone per lei", ricorda Gino Paoli. "Io le ho insegnato a cantare: senza di me avrebbe continuato con le canzoni della mala con cui lei, di famiglia borghese, non c’entrava nulla. Ornella mi ha insegnato il sesso. Ero pieno di sensi di colpa. Con lei ho imparato a parlare facendo l'amore. Prima andavo a letto con chiunque respirasse; con Ornella ho scoperto la libertà e la naturalezza". 

Da Stefania Sandrelli, poi, ha avuto la figlia Amanda e nello stesso anno, il 1964, anche un altro figlio, Giovanni da sua moglie Anna: "I rotocalchi impazzirono. Mi seguivano dappertutto, per fotografarmi con i bambini. Così entrai nella redazione di “Stop” con una mazza da baseball, gridando: “Se non la smettete, torno qui e con questa abbatto il primo che incontro”. Smisero", ricorda. È riuscito a far loro da padre? "Stefania si era sposata con un uomo che non mi piaceva. Lo affrontai e lo convinsi a lasciarmi la bambina. Così Amanda e Giovanni sono cresciuti insieme. Grazie alla generosità di mia moglie Anna".

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