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Sabato, 27 Aprile 2024
L'analisi della puntata

Gli Anelli del Potere, il riassunto del quinto episodio, con le spiegazioni

In "Separazioni" abbiamo visto molti viaggi, e siamo vicini alla battaglia tra Bene e Male

Venerdì 23 settembre, alle 6 di mattina ora italiana, è uscito Separazioni, quinto episodio su otto della prima stagione di Gli Anelli del Potere, la serie tv - lo ripetiamo ancora una volta per chi venisse dalla luna - prequel e spinoff del Signore degli Anelli.

Oltre alle separazioni, questa quinta puntata ha mostrato diversi viaggi, alcuni in partenza altri già avviati e altri purtroppo finiti in breve tempo, ma soprattutto possiamo dire che siamo quasi al punto in cui almeno due delle quattro storie, o linee narrative, si incontreranno.

Per ora, tuttavia, la serie ha mantenuto la sua struttura a "compartimenti stagni", quindi ne approfittiamo per fare un riassunto di questo episodio separato in quattro parti. Naturalmente, se non avete ancora visto l'episodio 1x05 vi conviene fermarvi qui se volete evitare un articolo che ha più spoiler di quanti sono i pericoli per gli Harfoot durante una migrazione. 

Cosa succede ai Pelopiedi, a Nori e allo Straniero

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E partiamo proprio dai nostri piccoli amici, che nella puntata scorsa erano assenti. Nori, la sua famiglia e l'amica (anzi, vista la somiglianza con Sam del Signore degli Anelli dovremmo chiamarla "Samica") Poppy proseguono nelle retrovie della carovana, tra non poche difficoltà legate al clima.

Lo Straniero sta imparando a parlare la lingua comune, e parole come "lumache", "uccidere", "pericolo" e "buono" entrano nel suo vocabolario, oltre naturalmente a "migrazione". Quest'omone teme di essere un pericolo per Nori e gli altri, ricordandosi come era andata con le falene morte nelle sue mani, ma Nori lo rassicura che lui è buono.

Non la pensa così Malva, che prova a convincere il capovillaggio Sadoc a "staccare le ruote dei Brandyfoot e lasciarli indietro", per paura dello Straniero: una proposta choc, a cui Sadoc in effetti non risponde né sì né no.

E mentre il pubblico si interroga se il "Grove" dove stanno andando i Pelopiedi sarà la futura Contea degli Hobbit, Nori e Poppy trovano delle orme di lupi. E neanche il tempo di avvisare proprio Malva, che oltre alle orme arrivano anche i ferocissimi lupi, e quando Nori sta per essere azzannata arriva lo Straniero. Il quale prima lancia via come un fuscello il lupo che stava per mordere la sua amica, poi dà un pugno al suolo che fa balzare indietro le bestie feroci che a sto punto scappano.

Il salvataggio dai lupi pone subito lo Straniero in vetta alla hit parade del gradimento degli Harfoot, ma quando Nori va a riferirglielo lo trova intento a immergere il braccio che aveva scagliato al suolo, e che si è ferito, in una pozza d'acqua che si trasforma istantaneamente in ghiaccio. Nori prova a intervenire ma viene "ghiacciata" anche lei, e nel liberarsi viene sbalzata via da quello che credeva un amico, ma che ora le fa tremendamente paura.

Decisamente più allegra era stata la canzone che Poppy aveva intonato durante il cammino, anche se poi abbiamo assistito a una scena inquietante. Nel cratere dove era arrivato lo Straniero vediamo ora tre misteriose figure androgine, ma decisamente più femminili che maschili, di cui parleremo più approfonditamente qui sotto.

Come stanno gli umani della Torre di Ostirith

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E ora vediamo come è andata avanti la trama relativa ad Arondir, Bronwyn, Theo e gli altri umani che si sono rifugiati nella Torre di Ostirith (che fu costruita dagli umani al tempo dell'alleanza con Morgoth, ma che poi era diventata la torre di guardia degli Elfi). 

Arondir riferisce l'ultimatum di Adar, e cioè "inchinatevi a lui o vi ucciderà tutti"; Bronwyn si improvvisa capopopolo e convince almeno metà della sua gente a fermarsi e combattere. Poi però Waldreg, che già nella scorsa puntata si era rivelato a Theo come un fedele di Sauron, ne convince l'altra metà a seguirlo per inchinarsi al Signore Oscuro.

Questi, tra cui l'amico di Theo, Rowan, lo seguono fin da Adar e dai suoi orchi. Waldreg fa il suo discorso di sottomissione, ma quando lo chiama Sauron l'elfo Adar si arrabbia non poco, e non si capisce se ciò dipenda dal fatto che è stato sgamato, o che il Signore Oscuro non deve essere nominato tipo Voldemort, o infine se ciò significhi che Adar non è un servitore ma un rivale di Sauron. 

Sta di fatto che Adar, che prima abbiamo visto in un momento di tenerezza con un orco, a cui ha promesso che presto la luce del sole non sarà più un problema per le sue creature (perché ha scoperto le creme solari o perché vuole oscurare il sole? Boh), dicevamo sta di fatto che Adar afferra Rowan e dice a Waldreg che se vuole stringere un patto deve farlo col sangue del ragazzo. 

Prima di vedere la morte di Rowan, torniamo alla Torre, dove Arondir prova a insegnare a Theo come tirare frecce. La figura paterna (di uno che ha diverse centinaia di anni) sembra far presa su Theo, che mostra l'elsa di Sauron all'Elfo. Arondir fa mente locale e, dopo aver spostato dell'edera da un muro, mostra una specie di altorilievo che raffigura una spada che trafigge un uomo, e l'elsa sembra essere una chiave da inserire qui. 

Ciò fa pensare ad Arondir che possa essere qualcosa che Adar sta cercando, visto che gli aveva detto di "non essere un dio, non ancora almeno". E l'elfo ne parla con Bronwyn, che a sto punto giustamente si spaventa e dice ad Arondir che forse è il caso di arrendersi, ma il suo corteggiatore dalle orecchie a punta e simile a Verme Grigio di Game of Thrones è convinto che si possa battere il nemico. Staremo a vedere.

Come procede l'alleanza tra Nani ed Elfi

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Niente di meglio di una bella cena per rinsaldare un'alleanza. La pensa evidentemente cos il re elfico Gil-Galad, che accoglie il principe nanico Durin IV alla sua tavola, insieme all'amico comune Elrond. 

Gil-Galad e Durin si scambiano allusioni sulle attività segrete dei rispettivi popoli, poi Durin svicola facendo riferimento alla pietra con cui è fatto il tavolo su cui stanno mangiando. Una pietra sacra per i Nani, che la usano solo per le tombe e i monumenti, dice Durin. In realtà punta solo a mettere in imbarazzo il suo interlocutore affinché gli regali il tavolo che serve a casa sua secondo Disa, scopriamo dopo con un sorriso.

Non c'è niente da ridere, invece, nell'inganno di cui Elrond si scopre vittima. In pratica il punto non è mai stato costruire una torre per i manufatti di Celebrimbor, ma scoprire se i Nani stanno effettivamente estraendo il mithril dalle loro miniere. E che gli importa agli Elfi? 

Beh, come dice il re a Elrond in separata sede, quella pietra è l'unica speranza di sopravvivenza per gli Elfi, dal momento che la luce di cui gli Elfi hanno bisogno sta scemando, facendo seccare i loro alberi (o è per caso un altro segno divino come l'Albero Bianco di Numenor che perdeva i petali nello scorso episodio?) e condannandoli a diventare presto un popolo di ombre - nonostante il disperato tentativo di allontanare questo pericolo scacciando Galadriel, come confessa Gil Galad a Elrond.

Elrond capisce quindi di essere stato imbrogliato e (almeno lui crede) di aver condannato lamica Galadriel, ma siccome è un elfo realista spiega la situazione a Durin. Il principe dei Nani capisce che il giuramento di segretezza che aveva imposto all'amico è da considerare chiuso, e siccome è un nano generoso chiederà al padre di far estrarre il mithril per salvare gli Elfi.

I preparativi di Numenor

Quarta e ultima sottotrama è quella di Numenor, forse la più importante. Iniziamo con Isildur, di cui parleremo ancor apiù sotto: dopo essere stato cacciato dalla Guardia del Mare chiede al padre Elendil di includerlo nella spedizione, ma il genitore rifiuta per punirlo della sua incostanza. 

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Sua sorella Earien, intanto, fa comunella con Kemen, il figlio di Pharazon, per impedire la partenza della speidizione numenoriana di supporto a Galadriel e Halbrand. La ragazza convince il figlio del console a fare un discorso che dissuada il padre, ma Pharazon spiega all'ingenuo figlio che alla fine di questa missione i numenoriani non prenderanno ordini dagli Elfi, ma daranno ordini agli Elfi e sfrutteranno il debito di riconoscenza del popolo delle Southlands. 

A proposito, Halbrand non è proprio convinto di partire, confessa a Galsdriel. Che a questo punto si confida con l'umano, parlando del fratello ucciso dalle forze del male, dell'ammutinamento della sua squadra, del tradimento di Gil Galad ed Elrond, e in generale del fatto che lei non avrà mai pace finché il nemico non sarà davvero sconfitto.

Allora anche Halbrand si sbottona un po', e spiega che non vuole tornare nella Terra di Mezzo perché ne è fuggito ignominiosamente, inchinandosi alle forze del Male (mentre ne parla vediamo la scena di Waldreg e Adar). E tra l'altro scopriamo anche che, per avere la medaglia che lo autorizza a fare il fabbro, Halbrand aveva spifferato a Miriel il piano di Galadriel di andare dal re Tar-Palantir. Galadriel prova a stuzzicare l'orgoglio di Halbrand mostrandogli il suo sigillo, ma questi lo butta.

Nel frattempo Isildur non si arrende. Prima prova a convincere l'amico Valandil, che ha ottenuto il grado di luogotenente dopo aver sfiorato il braccio di Galadriel in una lezione di spada tutti contro una, ad assoldarlo, ma l'amico rifiuta. Allora Isildur si nasconde in una nave, peccato che vi arrivi Kemen che prova a dargli fuoco. 

E in effetti ci riesce, ma per fortuna Isildur lo vede, lo ferma prima che faccia così con tutte le navi e lo riporta a riva, dove li aspetta elendil, che colpito da quello che crede di essere un semplice salvataggio, concede al figlio di partecipare alla missione. Come aiuto stalliere, scopriamo poi. 

Alla fine Halbrand si convince a fare il re che ritorna a salvare il suo popolo, e la spedizione può finalmente partire tra armature scintillanti e folla che acclama. Insomma, finalmente ci siamo, la battaglia sta per cominciare e vedremo cosa succederà.

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Il destino di Isildur e Elrond nel Signore degli Anelli

Come vi abbiamo già detto, e come ben sanno i tolkeniani, Isildur ed Elrond avranno un ruolo molto importante nel futuro della storia di Arda, e nella Saga del Signore degli Anelli.

Per rinfrescarvi la memoria, vi invitiamo a rivedere questa scena tra il futuro re Elrond e Gandalf, in cui parlano di quello che successe tra Isildur, Sauron e l'anello del Signore Oscuro.

Le differenze coi libri di Miriel e Pharazon

Guardiamo invece ai sovrani (reggenti) di Numenor. Nella letteratura tolkeniana, Pharazon obbliga sua cugina Miriel a sposarlo dopo la morte di Tar-Palantir, il re precedente e padre di Miriel.

Nella serie il re è ancora vivo, benché recluso, e Pharazon non è (ancora?) lo sposo della regina, di cui usurperà il trono. Inoltre, qui Pharazon resta a Numenor, mentre nei libri va sulla Terra di Mezzo, cattura Sauron e lo porta a Numenor, causando così la fine di tutta Numenor (quella grande onda vista nello scorso episodio), compresa quella della moglie-cugina. 

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Ma quindi chi è lo Straniero? 

Sempre più incerta la vera identità dello Straniero che accompagna Nori e gli altri Pelopiedi. Molti sembrano convinti che sia Gandalf, ma ciò non coincide con le fonti letterarie che collocano l'arrivo di Gandalf nella prossima Terza Era. Potrebbe essere uno Stregone Blu, o un emissario di Sauron, considerato che lo stanno cercando quelle tre figure strane viste nel cratere? Magari lo sapessimo...

E chi sono i tre stregoni nel cratere?

Nei titoli di coda sono accreditati come "the Dweller" (il residente), "the Nomad" e "the Ascetic". Secondo alcuni questi tre personaggi, interpretati da tre donne, potrebbero essere degli emissari di Sauron incaricate di trovare lo Straniero. Oppure una di loro potrebbe essere proprio Sauron, come alcuni avevano supposto vedendo questo personaggio nel trailer. Anche in questo caso, vedremo che cosa succederà...

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