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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'analisi della puntata

Gli Anelli del Potere, il riassunto e la spiegazione del sesto episodio

Cosa è successo in "Udûn" (e cosa significa il titolo)

Venerdì 30 settembre, alle prime luci dell'alba italiana, è uscito in streaming su Prime Video Udûn, sesto episodio su otto della prima stagione di Gli Anelli del Potere. È stata una puntata di battaglie, di scontri all'ultimo sangue (rosso o nero che sia), insomma una puntata che ha tenuto il pubblico (o almeno noi) con il fiato sospeso dall'inizio alla fine.

E quindi è possibile che vi sia sfuggito un particolare, un dettaglio, o che mentre lo guardavate vi siano venuti dei dubbi, delle domande che poi vi sono sfuggite di mente. Siamo qui per questo. Se invece non avete ancora visto l'episodio 6, è meglio che vi fermiate qui per evitare spoiler a profusione.

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La trama dell'episodio 6 "Udûn"

Prima cosa: in questo episodio non vediamo Nori e i suoi amici/parenti Pelopiedi, e neanche Elrond, Durin e la questione mithril. In compenso, si sono unite le storie di Galadriel/Halbrand/Numenor e di Arondir/Bronwyn/Adar.

Dunque, da Numenor sono partite le tre navi rimaste, e dopo una breve riunione per stabilire il percorso da fare per arrivare nelle Southlands, all'alba Isildur si sveglia e va sul ponte, dove conosce Galadriel personalmente.

La comandante elfica ha già visto la Terra di Mezzo all'orizzonte e parla con il ragazzo, che parla della "vera Numenor" come se fosse una cosa del passato, ma Galadriel gli risponde che Numenor esisterà sempre finché ci saranno persone come lui. Poi arriva Elendil, che tra una metafora e l'altra rivela che sua moglie è morta annegata.

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Torniamo alle Terre del Sud, dove Bronwyn e Arondir hanno elaborato un piano per non farsi catturare dagli orchi di Adar alla torre di Ostirith: ovvero abbandonare in massa la torre e lasciare il solo Arondir che, con qualche freccia e i suoi ormai soliti balletti guerreschi, faccia cadere la suddetta torre addosso agli orchi.

Ma è solo una mossa per prendere tempo e provare a organizzare una nuova resistenza nel villaggio lì vicino. Il piano di Arondir è infatti di attirare lì gli orchi e coglierli di sorpresa, e sembra anche funzionare. Solo che, a battaglia finita, Arondir si rende conto che, oltre al sangue nero degli orchi - uno dei quali lo ha quasi ucciso, prima dell'intervento salvifico di Bronwyn - è stato versato quello rosso degli ex "compaesani" che hanno seguito Waldreg e si sono sottomessi ad Adar.

E infatti la sorpresa la fanno gli orchi, o i "figli" di Adar, che arrivano in massa al villaggio e iniziano ad ammazzare qua e là, e anche Bronwyn viene colpita da due frecce. Arondir la porta in un "bunker" per curarla e cauterizzarne le ferite insieme a Theo, ma gli orchi alla fine fanno irruzione nel rifugio.

E cosa vuole Adar? Ovviamente, l'elsa sauronesca di Theo, che Arondir ha nascosto da qualche parte, credendo di non essere stato visto da nessuno. Per convincerlo a rivelarne il nascondiglio, Adar fa ammazzare un po' di gente a caso, ma è solo quando fa puntare una falce alla gola di Bronwyn che Arondir ha un sussulto. E Theo, giustamente, dice ad Adar di sapere dove si trova l'arma, la tira fuori da sotto il pavimento e la consegna all'elfo deforme.

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Tutto finito? Neanche per sogno, perché è proprio in questo momento che arriva la cavalleria di Numenor, guidata da Galadriel e dal re-che-fu-promesso agli abitanti delle Southlands, ovvero Halbrand. In breve il nemico è sconfitto e Adar viene catturato: Halbrand sta per ucciderlo ma Galadriel lo trattiene, e restituisce il pacco con l'elsa ad Arondir che lo consegna di nuovo a Theo.

E così parte l'interrogatorio di Galadriel ad Adar. Lei lo disprezza, in quanto "moriandor", ovvero figlio dell'oscurità (parola non attestata nei libri), nonostante le sue origini elfiche. Adar si mette a fare il politically correct, dicendo che gli orchi preferiscono essere chiamati "uruk" (se la parola vi è familiare è per gli Uruk-hai di Lotr), e quando Galadriel dice di volerli sterminare tutti lui ribatte "allora non sono l'unico elfo che è passato dalla parte del male, qui". 

E la provocazione continua quando lei gli chiede dove si trovi Sauron, lui risponde di averlo ucciso (o meglio diviso in due) stufo dei sacrifici degli orchi che compiva per i suoi scopi oscuri, lei non gli crede, e Adar: "Sei così ossessionata che forse per trovare Sauron ti basterebbe guardarti allo specchio". Al che lei non ci vede più e sta per ucciderlo, ma arriva Halbrand che restituisce il favore di prima. 

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Breve momento romantico (il secondo, in effetti, dopo il bacio tra Bronwyn e Arondir prima della battaglia), in cui Halbrand in pratica confessa che quando è con Galadriel si sente una persona migliore, lei non fa in tempo a dire "anche per me è uguale" che Halbrand viene convocato dalla regina Miriel. In pratica, è il momento del ricnoscimento, quello in cui Bronwyn riconosce in lui il re delle Southlands.

Sembra quasi un lieto fine, quando scopriamo che in realtà a Theo non è stata restituita l'elsa della spada, ma una semplice ascia. Era un piano di Adar, che si era fatto inseguire dopo aver consegnato l'arma di Sauron a Waldreg. E ora proprio Waldreg inserisce quella che (come immaginato da Arondir) è una chiave da inserire nella struttura muraria che ci aveva mostrato proprio Arondir. 

La chiave gira, causando l'apertura della diga, l'acqua fluisce nei tunnel scavati dagli orchi, fuoriuscendo tipo geyser un po' ovunque, fino al villaggio dove sono rimasti i nostri eroi. Ed ecco il finale che non ti aspetti: l'acqua arriva dentro una montagna, al cui interno è pieno di lava: la differenza di temperatura provoca un'eruzione tremenda, in quello che - eh sì - è il celebre Monte Fato

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Sì, il Monte Fato di Mordor, quella terra oscura che diventerà la base di Sauron. In pratica abbiamo appena assistito alla sua nascita, con il cielo che diventa subito nero a causa dell'eruzione, che travolge tutto e tutti e da cui Galadriel si fa investire. E addio Terre del Sud, ora qui c'è la valle di Udûn...

Cosa significa Udûn?

A proposito, se vi state chiedendo perché gli orchi gridavano "Udûn Udûn" mentre avveniva il patatrac finale, è perché in lingua Sindarin (o grigio elfico) significa "inferno" e Udûn era anche il nome della prima fortezza di Moroght ad Arda. 

E cosa significa Nampat?

All'inizio della puntata, dopo il discorso "motivazionale" di Adar ai suoi figli, gli orchi hanno fatto partire un altro coro, intonando "Nampat Nampat!". Una specie di grido di battaglia, perché Nampat significa "morte" in lingua nera, ovvero nella lingua degli orchi. 

Una precisazione su Valandil e Ontamo

Se vi state chiedendo invece chi sono gli amici di Isildur, è bene che sappiate che sia il coraggioso e indomito Valandil, sia il dolce e tranquillo Ontamo sono personaggi inventati per questa serie, "non canonici" ovvero non presenti nei libri di Tolkien. 

Cosa vi ricorda il discorso di Bronwyn a Theo

Come hanno notato in molti, il discorso di Bronwyn a Theo prima della battaglia ricorda qualcosa dal Signore degli Anelli. Quando la madre rassicura il figlio sul fatto che l'oscurità è una cosa passeggera e che bisogna cercare la luce per non farsi prendere dal buio, è naturale pensare al discorso che Sam fa a Frodo alla fine di Le Duee Torri, quando dice al suo padrone che nel mondo c'è del buono per cui vale la pena lottare, nonostante tutto il male che li circonda. Se ve lo siete dimenticati, eccolo qui

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