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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Afghanistan e terrorismo: cosa succederà dopo il ritiro Usa

I talebani daranno ospitalità ad Al-Qaeda? Il Paese rischia di tornare a essere una base per il terrorismo internazionale? Sulle chat jihadiste online dopo la caduta di Kabul c'è giubilo, ma se i talebani vogliono riconoscimento internazionale, le cose non potranno andare come in passato

Si terrà già la prossima settimana un vertice della grande politica, da più parti evocato, dopo la caduta di Kabul. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro britannico Boris Johnson hanno concordato - in una conversazione telefonica - di partecipare a un summit virtuale del G7 sull'Afghanistan. Secondo la Casa Bianca i due "hanno deciso di tenere una riunione virtuale dei leader del G7 la prossima settimana per discutere una strategia e un approccio comuni". Finora l'esercito americano ha evacuato 3.200 persone dall'Afghanistan, secondo i dati ufficiali. Di essi 1.100 solo martedì, afferma un funzionario della Casa Bianca che aggiunge: "Ora che abbiamo stabilito il flusso, ci aspettiamo che quei numeri aumentino".

La presidenza statunitense annota inoltre che Biden e Johnson "hanno parlato degli sviluppi in Afghanistan" e "hanno elogiato il coraggio e la professionalità del loro personale militare e civile, che sta lavorando fianco a fianco a Kabul per l'evacuazione dei propri cittadini e cittadini afgani che hanno assistito allo sforzo bellico". La Casa Bianca ha più volte ribadito che i talebani hanno promesso che i civili potranno viaggiare in sicurezza verso l'aeroporto di Kabul mentre l'esercito americano aumenta il suo ponte aereo per americani e afghani in fuga.

Ma ci sono anche altri temi sul tavolo: l'Afghanistan diventerà "un problema" per i diritti umani e il regime talebano potrebbe tornare ad essere un rifugio sicuro per gli estremisti di tutto il mondo. "L’Afghanistan non può diventare di nuovo il santuario del terrorismo che era" ha detto il presidente francese Emmanuel Macron dopo la salita al potere dei talebani. "Faremo di tutto affinché la Russia, gli Stati Uniti e l’Europa possano cooperare in modo efficiente".

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I talebani daranno ospitalità ad Al-Qaeda?

I talebani ospiteranno ancora una volta Al-Qaeda? Questa è la supposizione di molti analisti, e i funzionari militari americani sono preoccupati . Nell'accordo di pace firmato con gli Stati Uniti lo scorso anno, i talebani si erano impegnati a combattere il terrorismo e a impedire che l'Afghanistan tornasse ad essere una base per il terrorismo internazionale. Ma gli Stati Uniti hanno poca influenza per imporlo.

I progressi tecnologici degli ultimi 20 anni consentono agli Stati Uniti di prendere di mira sospetti militanti in paesi come lo Yemen e la Somalia, dove non hanno una presenza permanente di truppe. I talebani hanno pagato un prezzo pesante per il loro ruolo negli attacchi dell'11 settembre e oggi cercano di consolidare il loro dominio. Ma all'inizio di quest'anno, i massimi leader del Pentagono hanno affermato che un gruppo estremista come Al-Qaeda potrebbe essere in grado di rigenerarsi in Afghanistan e ora i funzionari avvertono che tali gruppi potrebbero crescere molto più velocemente del previsto. L'Afghanistan è anche "sede" di un gruppo affiliato allo Stato islamico che negli ultimi anni ha portato a termine un'ondata di orribili attacchi contro la sua minoranza sciita. I talebani hanno condannato tali attacchi e i due gruppi si sono combattuti tra loro per il territorio, ma resta da vedere se un governo talebano sarà disposto o in grado di sopprimere l'IS.

Il casus belli dell'invasione dell'Afghanistan guidata dagli Stati Uniti dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 è stato il rifiuto dei talebani di consegnare Osama bin Laden, considerato da Washington un latitante internazionale. Negli ultimi mesi, diversi esperti hanno suggerito che una eccessiva preoccupazione per i terroristi ora in Afghanistan sia fuori luogo, ma non c'è alcuna garanzia che l'Afghanistan non diventi ancora una volta un rifugio sicuro per gruppi armati di vario tipo. L'ex segretario alla Difesa degli Stati Uniti Leon Panetta ha una valutazione netta: "I talebani sono terroristi e sosterranno i terroristi".

Sui forum e le chat jihadiste online dopo la caduta di Kabul c'è giubilo per quella che i sostenitori di al-Qaeda vedono come "una vittoria storica" ​​dei talebani.

L'umiliante partenza delle stesse forze che 20 anni fa hanno temporaneamente espulso sia i talebani che al-Qaeda è stata un'enorme spinta morale per i jihadisti anti-occidentali di tutto il mondo, scive la BBC. I potenziali nascondigli per loro che ora si aprono negli spazi non governati del Paese sono un premio allettante, soprattutto per i militanti del gruppo dello Stato Islamico (IS) che cercano una nuova base dopo la sconfitta del loro autoproclamato califfato in Iraq e Siria. Generali e politici occidentali, ricorda la BBC,  avvertono che il ritorno di al-Qaeda in Afghanistan, in forze, è "inevitabile".

Lunedì il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha invitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a "usare tutti gli strumenti a sua disposizione per reprimere la minaccia terroristica globale in Afghanistan".

Ma un ritorno dei talebani si traduce automaticamente in un ritorno delle basi di al-Qaeda e in una successiva piattaforma per attacchi terroristici transnazionali contro i paesi occidentali, tra gli altri? No, ovviamente. E' impossibile dirlo adesso e dipenderà da cosa succederà nei prossimi mesi. L'ultima volta che i talebani hanno governato l'intero paese, dal 1996 al 2001, l'Afghanistan era praticamente uno stato paria. Solo tre paesi, Arabia Saudita, Pakistan ed Emirati Arabi Uniti, ne avevano riconosciuto la legittimità. Oltre a brutalizzare la propria popolazione, i talebani avevano fornito un rifugio sicuro all'organizzazione di al-Qaeda di Osama Bin Laden che ha orchestrato gli attacchi dell'11 settembre agli Stati Uniti nel 2001, uccidendo quasi 3.000 persone. Si stima che circa 20.000 reclute da tutto il mondo siano passate attraverso i campi di addestramento di al-Qaeda.

Se ora i talebani vorranno un certo grado di riconoscimento internazionale, non potrà succedere lo stesso. Durante i falliti colloqui di pace che hanno avuto luogo a Doha, è stato chiarito ai negoziatori talebani che questo riconoscimento desiderato sarebbe potuto arrivare solo se si fossero completamente dissociati da al-Qaeda.

È del tutto possibile che mentre il nuovo governo talebano potrebbe anche volere frenare jiahdisti già presenti nel paese, ci siano zone del paese in cui le loro attività potrebbero passare inosservate. Il dottor Sajjan Gohel della Asia Pacific Foundation si aspetta che gli attuali 200-500 membri di al-Qaeda che attualmente sono a Kunar aumenteranno di numero. "La conquista da parte dei talebani della provincia di Kunar è di enorme valore strategico in quanto presenta alcuni dei terreni più difficili, con valli impenetrabili. Al-Qaeda ha già una presenza lì che cercherà di espandere".

Se ciò accadrà, sarà chiaramente molto più difficile per l'Occidente contenerla. Molto, dice il dottor Gohel, dipenderà da un fatto: ovvero se le autorità pakistane consentiranno come in passato il viaggio di combattenti stranieri attraverso il loro territorio verso l'Afghanistan.

L'NDS, il servizio di intelligence afghano, è stato molto efficace negli ultimi 20 anni grazie alla sua rete di informatori umani combinata con squadre di reazione rapida delle forze speciali statunitensi, britanniche e afgane. Cosa cambierà dopo il ritiro Usa?

Il caos del ritiro: tre indagini al Senato Usa

Joe Biden ora deve fare i conti anche con il suo partito per l'uscita caotica dall'Afghanistan. Tre commissioni del Senato guidate dai dem (Intelligence, Affari esteri e Forze armate) sono intenzionate a indagare sull'esecuzione del ritiro. "Sono deluso che l'amministrazione Biden non abbia valutato accuratamente le implicazioni di un ritiro rapido degli Usa", ha osservato il presidente della commissione Esteri Bob Menendez. "Siamo testimoni di risultati orribili di molti anni di fallimenti politici e di intelligence", ha aggiunto.

Draghi: "Dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche"

"Vorrei ringraziare i nostri militari, i diplomatici, tutti i cooperanti. Per venti anni sono stati a Kabul, a Herat, in tutto il Paese". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in un'intervista esclusiva al Tg1.

"Voglio rivolgere un messaggio di affetto sincero alle famiglie dei 54 caduti - ha detto il premier - L'Italia ha perso 54 soldati nel corso di questi venti anni" in Afghanistan e ha avuto "circa 700 feriti. Alle loro famiglie voglio dire che il loro sacrificio non è stato vano: hanno difeso i valori per cui erano stati inviati, hanno difeso le libertà fondamentali, hanno difeso i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo, hanno fatto del bene attraverso le migliaia di opere umanitarie che sono state fatte in questi anni in Afghanistan e che, sono certo, lasceranno una traccia profonda nella società afghana. Per me, per tutti noi, per tutti gli italiani, e lo dico alle loro famiglie con affetto sincero, sono eroi".

Sulla crisi afghana l'Europa sarà all'altezza, ha assicurato ancora il presidente del Consiglio. "Abbiamo parlato - ha ricordato ieri il premier Draghi - con la cancelliera Merkel. Abbiamo soprattutto parlato delle operazioni di evacuazione dell’aeroporto di Kabul, ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo". "Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza. L’accoglienza nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i 'collaboratori'. Ma anche l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, richiede una cooperazione stretta fra tutti i Paesi ma soprattutto, in primis, tra quelli europei". "Il secondo aspetto - ha concluso Draghi - riguarda la sicurezza, dove dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche". 

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