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Martedì, 30 Aprile 2024
Il retroscena / Israele

L'attacco top secret di Hamas pianificato da due anni: perché Israele ha reagito "tardi"

Soltanto un gruppo ristretto di leader dell'organizzazione militare palestinese era a conoscenza dell'operazione. Secondo i media israeliani, i servizi segreti e i vertici militari avrebbero sottovalutato le informazioni di intelligence ottenute prima dell'attacco, senza far scattare nessun allarme

Un attacco violento e sanguinario, pianificato nei minimi dettagli ma tenuto in gran segreto, tanto da rendere vano il lavoro dei servizi segreti israeliani, che avrebbero sottovalutato le informazioni e quindi allertato in ritardo il presidente Netanyahu. La notte di sabato 7 ottobre, poche ore prima dell'attacco di Hamas, i vertici militari di Israele hanno valutato informazioni di intelligence senza far scattare nessun allarme.

L'attacco di Hamas pianificato da due anni

Erano due anni che i militanti di Hamas preparavano in gran segreto questo attacco sanguinario. Non un attentato terroristico come gli altri, ma un vero e proprio piano, complesso e articolato ma allo stesso tempo top secret: in pochi sapevano della sua esistenza. A svelare il dettaglio sull'organizzazione è stato Ali Baraka, alto dirigente dell'organizzazione militare palestinese, che lo scorso 8 ottobre ha rilasciato un'intervista all'emittente Russia Today Tv: "L'ora zero dell'attacco è stata tenuta completamente segreta: la conoscevano solo un gruppo ristretto di leader di Hamas. Il numero delle persone che sapevano dell'attacco e della sua tempistica poteva essere contato con le dita di una mano".

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"Per questo - ha spiegato ancora Baraka - negli ultimi anni Hamas non è andata in guerra, non si è unita alla Jihad Islamica nella sua recente battaglia. Era tutto parte della strategia per preparare l'attacco far pensare che Hamas fosse impegnata a governare Gaza, concentrarsi sui suoi 2,5 milioni di abitanti, abbandonando la resistenza". "Per mantenere l'attacco segreto, le differente fazioni e i nostri alleati non conoscevano l'ora zero - ha detto ancora - ma dopo mezz'ora dal suo inizio, tutte le fazioni di resistenza palestinesi sono state contattate, come i nostri alleati Hezbollah e Iran. Anche i turchi sono stati informati - ha concluso - e un incontro con loro è stato tenuto 3 ore dove, verso le 9. Anche i russi hanno inviato un messaggio e sono stati aggiornati sulla situazione e gli obiettivi della guerra".

Israele e le informazioni sottovalutate

Se da un lato c'era un piano organizzato da tempo, dall'altra qualcosa non ha funzionato al meglio. Il capo dello stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ed altri vertici militari discussero, nella notte tra venerdì e sabato scorso, informazioni di intelligence che indicavano la possibilità che succedesse qualcosa al di fuori dell'ordinario. Un dettaglio, non da poco, rivelato da Channel 12 e ripreso dai media israeliani: al termine delle consultazioni, le alte sfere dell'esercito avrebbero che concluso che "probabilmente si trattava di una esercitazione". Ma così non è stato.

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Secondo quanto riporta The Times of Israel, la questione sarebbe stata rimandata al mattino seguente, senza lanciare nessun allarme o inviare altre truppe sul confine con Gaza dove poi qualche ora dopo si sarebbe scatenato il terribile attacco di Hamas. In risposta a queste rivelazioni, l'ufficio di Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il premier "è stato informato solo alle 6.29, quando l'attacco è iniziato, e non prima".

Gli Usa non sapevano nulla

Gli Stati Uniti, nelle stesse ore, hanno fatto sapere di non aver nessun segnale in anticipo del terribile attacco che Hamas ha lanciato contro Israele. Lo ha chiarito il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, durante la conferenza stampa a Bruxelles a termine della riunione dei ministri della Difesa Nato. "Se avessimo avuto queste indicazioni - ha aggiunto - le avremmo condivise con Israele. Ma, per quanto sia a mia conoscenza, non le abbiamo avute".

Austin nelle prossime ore sarà in Israele e incontrerà il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa e l'intero gabinetto di guerra del nuovo governo di emergenza. Il capo del Pentagono intende discutere i piani operativi e gli obiettivi degli israeliani del conflitto in risposta all'attacco brutale stile Isis, ricordando che Israele ha chiesto agli Stati Uniti "munizioni di precisione" e intercettori per il sistema anti-missilistico Iron Dome.

"Israele ha il diritto di proteggere il suo popolo", ha detto Austin, evidenziando che gli Stati Uniti non hanno "messo nessuna condizione", rivolta a minimizzare il coinvolgimento di civili, agli aiuti militari che sta inviando ad Israele: "È un esercito professionale, con una leadership professionale, noi speriamo e ci aspettiamo che facciano la cosa giusta nella prosecuzione della loro campagna, lasciamo a loro decidere come sarà la loro operazione, ma non abbiamo nessuna ragione di credere che faranno niente di diverso".

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