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Sabato, 27 Aprile 2024
La rubrica

10 notizie dal mondo che non sono finite in prima pagina

Dalla pace tra Etiopia e ribelli del Tigray all'attentato contro l'ex premier pakistano Imran Khan, i principali fatti della settimana che hanno avuto meno rilevanza sulla stampa

Etiopia e ribelli del Tigray raggiungono un accordo per una tregua

Dopo 10 giorni di colloqui di pace in Sudafrica, il governo etiope e le forze della regione settentrionale del Tigray hanno concordato quella che è stata definita "una cessazione permanente delle ostilità" che potrebbe porre fine in una brutale guerra civile durata due anni, che ha causato la morte di 500mila persone e lo sfollamento di oltre due milioni. L'accordo prevede il disarmo completo delle forze del Tigray entro 30 giorni, secondo una copia dell'accordo finale ottenuta dal New York Times. L'intesa apre anche la strada alle truppe federali etiopi affinché possano prendere il controllo di tutti gli aeroporti, le autostrade e le strutture federali nella regione del Tigray. Le truppe federali hanno combattuto contro i tigrini negli ultimi due anni e alcune di esse sono state accusate dalle Nazioni Unite di aver commesso atrocità che equivalgono a crimini di guerra.

Attentato contro l'ex premier del Pakistan Imran Khan

L'ex primo ministro pakistano Imran Khan è stato ferito durante un comizio giovedì, dopo che un uomo non identificato ha aperto il fuoco contro il suo convoglio, in quello che è stato definito un attacco mirato. L'attentato, uno dei più gravi episodi di violenza politica contro un importante funzionario governativo dall'assassinio dell'ex primo ministro Benazir Bhutto nel 2007, è avvenuto mentre Khan si trovava a Wazirabad, nel Pakistan orientale, per guidare una manifestazione per protestare contro la sua esclusione dalle prossime elezioni politiche, alle quali non potrà partecipare perché accusato di aver abusato della posizione di premier per vendere regali in possesso dello Stato, ricevuti durante le visite all'estero e del valore di oltre 140 milioni di rupie (635mila dollari). Il 70enne Khan, ha riportato ferite da proiettile a entrambe le gambe ed è stato trasferito a Lahore per essere curato, hanno detto i funzionari.

Sentenza storica in Francia, condannato comandante ribelle liberiano per atrocità

Un tribunale di Parigi ha emesso una storica sentenza condannando un ex comandante dei ribelli liberiani per complicità in crimini contro l'umanità secondo il principio della "giurisdizione universale". Kunti Kamara è stato riconosciuto colpevole di atti di barbarie, tra cui torture, cannibalismo e lavori forzati durante la prima guerra civile del Paese, più di 25 anni fa e per questo gli è stato inflitto l'ergastolo. Il processo, durato tre settimane, è stato il primo in Francia di un sospetto non ruandese accusato di atrocità di guerra da quando il tribunale speciale per i crimini contro l'umanità è stato istituito a Parigi nel 2012.

Indigeni dell'Amazzonia rapiscono 70 turisti per protesta contro le fughe di petrolio

Gli indigeni dell'Amazzonia peruviana hanno trattenuto un gruppo di turisti peruviani e stranieri, tra cui cittadini britannici e statunitensi, per protestare contro la mancanza di aiuti da parte del governo in seguito a una fuoriuscita di petrolio nella zona. "Vogliamo richiamare l'attenzione del governo con questa azione. Ci sono stranieri e peruviani, circa 70 persone", ha dichiarato Watson Trujillo, leader della comunità di Cuninico. Tra i turisti trattenuti ci sono anche cittadini francesi, spagnoli e svizzeri, che sono stati trattenuti mentre viaggiavano su una barca fluviale. Trujillo ha dichiarato che il suo gruppo ha preso questa "misura radicale" nel tentativo di fare pressione sul governo affinché invii una delegazione per valutare i danni ambientali causati dallo sversamento di 2.500 tonnellate di greggio nel fiume Cuninico il 16 settembre. 

Cadaveri decapitati e bombe, in Ecuador imposto il coprifuoco contro i cartelli criminali

Martedì il presidente dell'Ecuador, Guillermo Lasso, ha annunciato un coprifuoco alle 21 nell'ambito di un nuovo stato di emergenza nelle regioni di Guayas ed Esmeraldas per provare a fermare la violenza dei cartelli criminali. La settimana era iniziata con la scoperta di due corpi senza testa, lasciati penzolare da un ponte pedonale. Poi diverse guardie carcerarie sono state prese in ostaggio dai detenuti, nove autobombe sono esplose in due città costiere e cinque agenti di polizia sono stati uccisi. Lasso ha definito questi fatti "una dichiarazione di guerra aperta" e si è detto "pronto ad agire con durezza", per poi ordinare anche a soldati e polizia di fare irruzione nelle carceri e sequestrare armi, munizioni, esplosivi e telefoni. Mercoledì la polizia ha arrestato 28 persone e sequestrato migliaia di esplosivi e candelotti di dinamite, ma a Guayaquil si sono registrati nuovi scontri nelle carceri.

Leader indipendentista della Papua Occidentale trovato morto, si pensa a omicidio

L'attivista per i diritti umani Filep Karma, uno dei più famosi ex prigionieri politici della Papua Occidentale e tra i leader delle battaglie per l'indipendenza della regione dall'Indonesia, è stato trovato morto su una spiaggia di Jayapura, scatenando la richiesta di un'inchiesta completa e indipendente sulla sua morte. Il 63enne militante era stato due volte incarcerato per aver issato la bandiera della Stella del Mattino della Papua Occidentale, vietata nella nazione Il presidente ad interim in esilio del Movimento di Liberazione Unito per la Papua Occidentale (Ulmwp), Benny Wenda, ha dichiarato di essere in lutto per il suo collega e di essere profondamente preoccupato per le modalità della sua morte. Wenda ha affermato che 16 leader papuani, molti dei quali di età compresa tra i 40 e i 50 anni, sono morti "in circostanze misteriose" dal 2020.

Condannata l'"imperatrice dell'Isis", statunitense che guidò un battaglione in Siria

Una donna del Kansas che ha guidato un battaglione dello Stato Islamico tutto al femminile quando era in Siria è stata condannata a 20 anni di carcere, il massimo della pena possibile, dopo che i suoi stessi figli l'hanno denunciata in tribunale e hanno raccontato le circostanze orribili e gli abusi che ha inflitto loro. Allison Fluke-Ekren, 42 anni, soprannominata la "imperatrice dell'Isis" ha ammesso di aver guidato il Khatiba Nusaybah, un battaglione in cui circa 100 donne e ragazze, alcune di soli 10 anni, a cui insegnava a usare armi automatiche e a far esplodere granate e cinture suicide. Una delle figlie di Fluke-Ekren era tra coloro che hanno dichiarato di aver ricevuto tale addestramento. Sia la figlia che il figlio maggiore di Fluke-Ekren hanno chiesto al giudice di imporre il massimo della pena. I due hanno dichiarato di aver subito abusi fisici e sessuali da parte della madre e, nelle lettere inviate al tribunale, hanno descritto i maltrattamenti in modo orribile. Fluke-Ekren ha negato gli abusi. 

L'Onu condanna per la 30sima volta l'embargo Usa contro Cuba

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato l'embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Giovedì, 185 Paesi hanno votato a favore della risoluzione non vincolante mentre Stati Uniti e Israele hanno votato contro e Brasile e Ucraina si sono astenuti. È stata la trentesima volta che le Nazioni Unite hanno votato per condannare la politica statunitense, in vigore da decenni. Gli Usa hanno imposto l'embargo nel 1960, in seguito alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro e alla nazionalizzazione di proprietà appartenenti a cittadini e aziende statunitensi. Due anni dopo la misura, che tra le altre cose vieta il commercio tra i due Paesi, è stata rafforzata. L'ex presidente Barack Obama aveva compiuto notevoli passi avanti per allentare le tensioni con L'Avana durante il suo mandato, tra cui il ripristino formale delle relazioni tra le due nazioni e una visita storica nel Paese nel 2016. Ma il suo successore, Donald Trump, ha adottato un approccio più duro intensificando le sanzioni e annullando i passi verso la normalizzazione. Joe Biden sembra intenzionato a restare su questa linea.

Colombia e Venezuela verso la nuova normalizzazione delle relazioni

I presidenti di Colombia e Venezuela si sono incontrati per la prima volta dopo anni per normalizzare le loro relazioni e ad approfondire i legami economici. I colloqui di martedì nella capitale venezuelana, Caracas, tra il nuovo presidente colombiano di sinistra Gustavo Petro e il venezuelano Nicolas Maduro sono avvenuti poche settimane dopo che le due nazioni hanno riaperto i principali valichi di frontiera comuni. Petro, insediatosi ad agosto, aveva promesso di ripristinare i legami tra Bogotà e Caracas, interrotti nel 2019 a causa di tensioni politiche e problemi di sicurezza lungo il confine. L'incontro rientra anche negli sforzi per rilanciare le economie regionali e proteggere l'Amazzonia, hanno affermato i due.

Quattro palestinesi uccisi in Cisgiordania da militari israeliani

Le forze israeliane hanno ucciso quattro palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme giovedì, tra cui un militante della Jihad islamica e un uomo accusato dalla polizia di aver accoltellato un agente. Le altre due vittime sono state uccise dalle truppe durante le incursioni in Cisgiordania, una di loro aveva solo 14 anni. La violenza nei territori occupati è aumentata negli ultimi mesi dopo che Tel Aviv ha lanciato un giro di vite in risposta a una serie di attacchi di strada letali nelle sue città. Per intensificare la repressione, i commando israeliani hanno fatto irruzione nella città di Jenin uccidendo il militante della Jihad islamica in una macelleria, la sua fazione ha definito l'operazione "un vile assassinio". Il ministero della Sanità ha dichiarato che un altro palestinese, Mohammad Khalouf, 14 anni, è stato ucciso a Jenin e altri quattro sono stati feriti.

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