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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cosa sono e come funzionano / Ucraina

I droni Shaded-136: la nuova arma di Mosca per terrorizzare Kiev

La Russia li avrebbe comprati dall'Iran (che però nega). Si tratta di velivoli piccoli in grado di trasportare una quantità limitata di esplosivo, ma dotati di una caratteristica che li rende particolarmente insidiosi: il costo estremamente basso

Se i missili Himars si sono rivelati fondamentali per la controffensiva ucraina nel Donbass, i droni kamikaze Shahed-136 usati da Mosca sono diventati un problema per Kiev anche se forse è esagerato dire che cambieranno le sorti della guerra (vedremo poi perché). Due episodi, tra gli altri, meritano di essere menzionati. Mercoledì 5 ottobre: un raid notturno colpisce Belaya Tserkov, città di oltre 200mila abitanti a circa 80 chilometri dalla capitale ucraina.  Kiev sostiene che dietro il raid ci siano i temibili ordigni teleguidati capaci di colpire bersagli a terra eludendo i sistemi di difesa aerea.

Lunedì 10 ottobre: l'Ucraina si sveglia sotto una pioggia di missili che colpiscono la capitale e altre città, come Zhytomyr, Khmelnytsky, Dnipro, Leopoli e Ternopil. Lo Stato maggiore ucraino accusa di nuovo la Russia di aver usato di nuovo droni di fabbricazione iraniana "lanciati dal territorio della Bielorussia e contemporaneamente dalla Crimea occupata". Secondo le forze ucraine, in particolare, gli Shahed-136 sarebbero stati usati per colpire la centrale termica di Ladyzhynn, nella regione di Vinnytsia, mentre poco si sa del loro presunto utilizzo in altre città. 

L'ultimo lancio di Shahed-136 è avvenuto solo poche ore fa: sarebbero nove i droni che sono stati fatti esplodere sul centro di Kiev e nella zona della stazione centrale. E sempre oggi l'Ucraina ha fatto sapere di aver distrutto dozzine di Shaded-136 sud e nell'est del Paese nelle prime ore del mattino. Ci sono proprio questi droni, accusa Kiev, dietro alcuni attacchi su larga scala portati avanti dalla Russia nell'ultimo mese. Si tratta di velivoli piccoli in grado di trasportare una quantità limitata di esplosivo, ma dotati di una caratteristica che li rende particolarmente insidiosi: il costo estremamente basso.

A vendere questi droni "kamikaze" a Mosca sarebbe stata l'Iran che li ha già usati in Medio Oriente. E che però smentisce categoricamente di aver stretto accordi col Cremlino. "La Repubblica Islamica dell'Iran non ha fornito e non fornirà alcuna arma destinata ad essere usata nella guerra in Ucraina" fa sapere il capo della diplomazia di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian. Per Zelensky e gli Usa però gli Shahed-136 fanno invece ormai parte dell'arsenale russo. 

Come sono fatti e come funzionano i droni Shahed-136

Come funzionano questi velivoli in grado (a quanto pare) di sfuggire alla contraerea ucraina? Gli Shahed-136 sono piccoli velivoli senza pilota (UAV) in grado di trasportare circa 36 kg di esplosivo e volare a una velocità di 185 km/h con un'autonomia superiore a duemila chilometri (c'è però chi sostiene, più realisticamente, che possano colpire a qualche centinaio di km di distanza dal punto di lancio). Hanno dimensioni relativamente ridotte (3,5 metri di lunghezza e 2,5 metri di apertura alare) e dispongono di un sistema Gps civile (come quello in uso sui nostri smartphone) che gli permette di orientarsi.  

Si tratta di velivoli di fabbricazione iraniana, costruiti dall'Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA), azienda sottoposta alle sanzioni statunitensi. Già il 29 agosto il New York Times dava conto dell'invio di un primo lotto di droni alla Russia nell'ambito di un presunto accordo commerciale tra i due Paesi. 

Il lancio è di tipo assistito a razzo: avviene tramite una piattaforma chiamata rack che permette di dispiegare fino a 5 velivoli alla volta. Una volta che il drone ha raggiunto la quota prestabilita subentra il motore a elica in dotazione allo stesso drone. Il motore si trova nella parte posteriore del velivolo, mentre l'anteriore è caratterizzato da una "classica" forma a delta con la fusoliera, dove si trova la testata esplosiva. Gli Shahed-136 sono a tutti gli effetti droni kamikaze che selezionano gli obiettivi durante la fase di sorvolo e poi si lanciano contro il bersaglio auto-distruggendosi. Hanno dalla loro soprattutto una caratteristica che li rende insidiosi per Kiev: il fatto di costare poco. 

Vantaggi e svantaggi dei droni Shahed-136

Il prezzo contenuto di questi droni ne rende possibile un utilizzo massiccio tant'è che secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mosca ne avrebbe ordinati ben 2.400 dall'Iran. El Pais scrive che il costo di costruzione di questi velivoli si aggira sui 20mila dollari, non è chiaro però quale sia il prezzo di vendita fissato dall'Iran. La loro efficacia sarebbe legata esclusivamente al loro uso in piccoli gruppi. Come altri droni di questo tipo anche lo Shahed-136 "offre un modo relativamente economico di sferrare attacchi a lungo raggio su obiettivi fissi" spiega infatti su Twitter Justin Bronk del Royal United Services Institute.

In effetti questi velivoli non sono certo l'ultimo ritrovato in fatto di tecnologica militare. Sono piuttosto rumorosi, non troppo affidabili e vengono costruiti con materiali economici come plastica e metallo.

I limiti di questi droni iraniani sono diversi. A causa della capacità relativamente ridotta della testata, gli Shahed-136 non hanno la stessa potenza distruttiva di bombe e missili convenzionali. In secondo luogo vengono utilizzati principalmente per colpire obiettivi fissi, mentre sarebbero abbastanza inefficaci contro quelli mobili; infine sono relativamente lenti e dunque non proprio impossibili da intercettare, sebbene nelle ultime settimane molti attacchi siano andati a segno.

La loro pericolosità deriva dal fatto che vengono usati per lo più in sciami e diventa difficile per le forze ucraine abbatterli tutti. Il costo estremamente basso fa sì che l'esercito russo possa sferrare diversi attacchi, senza preoccuparsi troppo di subire delle "perdite". Inoltre per sfuggire ai radar molto spesso sono impiegati a quote bassissime. Affinché l'Ucraina riesca a neutralizzare questi droni, spiega ancora Bronk, gli alleati Occidentali dovrebbero inviare a Kiev nuovi sistemi di difesa aerea a corto e medio raggio. L'esperto è però scettico che il solo utilizzo di questi droni possa cambiare le sorti della guerra. 

Certo, Kiev ammette che in questo momento gli Shaded-136 rappresentano una spina nel fianco. Secondo l'esercito ucraino durante la notte e questa mattina in tutto il Paese sono stati abbattuti una quarantina di droni, di cui 26 nel Sud, attorno ai porti di Odessa e di Mykolaiv.

"Per l'intera notte e tutta la mattina, il nemico ha terrorizzato la popolazione civile" ha detto Zelensky spiegando che "droni e missili kamikaze stanno attaccando tutta l'Ucraina. Un edificio residenziale è stato colpito a Kiev. Il nemico può attaccare le nostre città, ma non sarà in grado di spezzarci". Per Andriy Yermak, capo di stato maggiore del presidente ucraino, "i russi pensano che questi attacchi li aiuteranno, ma queste azioni sanno di disperazione". Tuttavia, ha aggiunto, "abbiamo bisogno di più difesa aerea il prima possibile. Non abbiamo tempo per ritardare. Abbiamo bisogno di più armi per proteggere il cielo e distruggere il nemico".

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