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Martedì, 30 Aprile 2024
Il caso / Israele

Schiaffo dell'Alta corte a Netanyahu: bocciata la riforma della giustizia

Una sentenza riaccende le polemiche in Israele contro il premier. Idf: "Spaccatura provocata da riforma potrebbe aver favorito attacco di Hamas"

Prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, la riforma della giustizia promossa dal premier Benjamin Netanyahu aveva diviso Israele, con maxi proteste in tutto il Paese che avevano contrapposto anche un pezzo importante dell'esercito al governo. Divisioni messe in pausa dall'orrore del terrorismo e dalla guerra a Gaza. Ma una sentenza dell'Arta corte israeliana ha riportato a galla le polemiche, oltre a infliggere un pesante smacco politico a Netanyahu. 

I giudici costituzionali hanno infatti bocciato la legge sulla cosiddetta clausola di ragionevolezza, che in qualche modo rappresenta il cuore della riforma del premier. Tale clausola prevede che le azioni del governo siano ragionevoli e proporzionate. La Knesset, il parlamento israeliano, aveva approvato una legge che di fatto vietava a tutti i tribunali, compresa l'Alta corte, di sindacare sui provvedimenti del governo sulla base di tale standard giuridico. 

La reazione degli esponenti del centrodestra è stata immediata. Il ministro israeliano della Giustizia, Yariv Levin, artefice principale della controversa riforma, ha accusato i giudici di "prendere nelle loro mani tutti i poteri": la decisione della Corte "non ci fermerà", ha aggiunto. Diversi esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, hanno contestato la tempistica della sentenza, arrivata mentre la guerra a Gaza è ancora in corso.

In realtà, i giudici non avrebbero voluto accelerare i tempi: nei giorni scorsi, sui media erano apparse ampia anticipazioni della sentenza, cosa che costretto l'Alta corte a fare chiarezza. Per il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid, la sentenza "pone fine a un difficile anno di conflitto che ci ha dilaniati dall'interno e ha portato al peggior disastro della nostra storia", ossia all'attacco del 7 ottobre, che secondo diversi osservatori sarebbe stato favorito dagli errori del governo Netanyahu, concentrato più sulla riforma della giustizia che sulla sicurezza del Paese. 

Lo ha fatto intendere in queste ore anche il portavoce dell'Idf, le forze armate israeliane, Daniel Hagari: "È probabile che la spaccatura nella società" provocata dalla riforma della giustizia "possa aver influito si Hamas" nella sua decisione di attaccare Israele, ha spiegato Hagari nel corso di una conferenza stampa. 

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