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Venerdì, 26 Aprile 2024
LIBIA

Assalti contro ambasciate Usa in Egitto e Yemen, navi da guerra e droni alle porte della Libia

Ancora violenti scontri nei pressi delle sedi diplomatiche americane, stavolta al Cairo e a Sana'a, dove un manifestante è stato ucciso dalle forze dell'ordine. Intanto gli Stati Uniti sono pronti a intervenire "in maniera preventiva"

La situazione è precipitata. Dopo i quattro morti 'americani' di ieri in Libia, tra cui l'ambasciatore Usa in visita al consolato di Bengasi, oggi si registra un morto tra i manifestanti che hanno preso d'assalto l'ambasciata statunitense a Sana'a, nello Yemen.

La notizia, riferita da alcuni testimoni dei violenti scontri, è stata confermata dall'agenzia d'informazione 'Xinhua'.

YEMEN - La polizia yemenita ha provato a disperdere la folla sparando prima in aria, poi ad altezza d'uomo. Nonostante ciò i manifestanti sono riusciti ad entrare nel recinto dell'ambasciata americana e hanno appiccato il fuoco ai veicoli che erano parcheggiati a ridosso dell'edificio. Quindi, 'conquistata' la bandiera americana, l'hanno data alle fiamme. Ma non è solo Sana'a a bruciare.

EGITTO - Violenti scontri sono in corso anche al Cairo. E l'obiettivo dei manifestanti è sempre lo stesso: l'ambasciata americana. Qui i manifestanti hanno lanciato pietre e molotov e la polizia in tenuta antisommossa ha risposto con gas lacrimogeni per disperdere al folla. 

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Tensione alta anche a Teheran dove oltre 500 persone sono in piazza nei pressi dell'ambasciata Svizzera, nazione che cura gli interessi degli Usa visto che in Iran manca una missione diplomatica americana.

ISLAM CONTRO IL FILM - Gli slogan, da Sana'a al Cairo fino a Teheran sono sempre gli stessi: "Morte all'America" e "Morte al regista". Cioè a Sam Bacile, colui che ha girato la pellicola "blasfema" The innocence of Muslim. Ed è anche sul film in questione che si sta indagando: molti interrogativi riguardano chi sia il vero autore della pellicola e chi abbia deciso di postare su internet alla vigilia dell'11 settembre un trailer del film tradotto in arabo.



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Il trailer in sé era su internet da luglio ma non aveva suscitato particolare interesse o scalpore e a fare la differenza è stata proprio la versione tradotta in arabo.

Misteriosa è comunque la figura di Sam Bacile, l'americano con cittadinanza israeliana che rivendica di essere il regista della pellicola. Ieri Bacile parlando al telefono col Wall Street Journal ha ribadito di considerare l'islam "un cancro", ma resta il fondato sospetto che il suo non sia altro che uno pseudonimo.

LE CONDANNE DI MORSI E BARROSO - Sulla questione del film 'anti Islam' è intervenuto anche il presidente egiziano Mohamed Morsi che ha spiegato, a margine dell'incontro con il presidente del Commissione europea, José Manuel Barroso, ha spiegato che "il profeta (Maometto, ndr) è una linea rossa che nessuno deve toccare. Per questo respingiamo ogni attacco alla nostra religione".

Quindi, Morsi ha spiegato di aver chiesto al presidente americano Barack Obama di "prendere misure" contro "chi cerca di demolire le relazioni tra i paesi islamici e gli Usa". In particolare a chi "come il reverendo Terry jones" ha prima "bruciato il Corano e poi offeso il Profeta".

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Dello stesso avviso è il presidente Barroso che ha bollato l'attacco di Bengasi come "atto di violenza ingiustificabile" ma che al tempo stesso ha condannato "quelle iniziative che seminano odio e intolleranza tra le religioni".

USA PRONTI ALLA RISPOSTA MILITARE - La reazione Usa, nel frattempo, non si è fatta attendere. Il Pentagono ha deciso di inviare due navi da guerra verso le coste libiche. "Due navi stanno muovendo verso la Libia, ma semplicemente come misura preventiva", ha confermato una fonte. Le due unità, secondo quanto riferito dalla stampa locale, sarebbero la USS Laboon e la USS McFaul, armate con missili Tomahawk.

Lo stesso presidente Barack Obama ha detto che il governo egiziano non è né alleato né amico degli Stati Uniti e ha messo in guardia contro un "vero grande problema" nel caso in cui il Cairo non sarà in grado di proteggere l'ambasciata americana nella capitale egiziana.



DRONI SU BENGASI - Droni statunitensi di sorveglianza dovrebbero iniziare a sorvolare Bengasi e altre località nell'est della Libia per stanare accampamenti jihadisti e obiettivi che potrebbero essere collegati all'attacco contro il personale del Dipartimento di stato americano. Il piano prevede che gli aerei senza pilota raccolgano elementi di intelligence e li trasferiscano ai leader libici, di modo che le forze del Paese africano colpiscano gli obiettivi selezionati. La Libia, comunque, ieri ha chiesto scusa: "Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero" ha dichiarato in una conferenza stampa il presidente del Congresso generale Nazionale Mohamed al-Megaryef.

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