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Martedì, 30 Aprile 2024
Siria / Siria

Siria, anche i ribelli accusati di violazione dei diritti umani

Combattenti anti-Assad sotto accusa per le esecuzioni extragiudiziarie di alcuni soldati e intanto, nonostante la presenza dei primi osservatori Onu, gli scontri non si fermano

Anche i ribelli siriani hanno violato i diritti dell’uomo. È quanto ha stabilito ieri la Commissione di inchiesta del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Nel comunicato si fa riferimento in particolare alle “esecuzioni extragiudiziarie di soldati catturati”, come riporta il quotidiano francese Le Monde. La Commissione si è inoltre detta "seriamente preoccupata" per le violazioni del cessate il fuoco proclamato il 12 aprile.


Continuano intanto gli scontri in Siria. All’indomani dell’arrivo dei primi sei osservatori dell’Onu, il colonnello marocchino Ahmed Himmiche, che dirige la missione, ha ammesso che l’operazione sarà “difficile” e che richiederà la collaborazione del governo di Damasco e dei ribelli. Saranno in totale 30 i Caschi blu presenti nel territorio siriano. Il loro primo compito sarà quello di mettere in piedi un quartier generale nella capitale. Successivamente dovranno contattare i membri del governo e i rappresnetanti dei ribelli per spiegare le modalità della missione e istituire un “sistema di controllo”, che porterà all’insediamento di nuove basi dell’Onu in altre città del Paese. Solo al termine di questa missione preparatoria potranno arrivare i 250 osservatori che prenderanno parte alla successiva fase di supervisione.


Il fallimento della tregua ha portato a numerose critiche, come quella dell’Emiro del Qatar, da sempre nemico di Bashar al Assad. Lo sceicco Hamad Ben Khalifa Al Thani, in visita a Roma, ha dichiarato che il piano di pace in sei punti presentato da Kofi Annan ha solo il “3%” delle possibilità di riuscita. Ha inoltre aggiunto che il popolo siriano non deve essere sostenuto con mezzi pacifici ma “con le armi”.


Durissima è stata anche la reazione di Mosca, che ha denunciato gli interventi di forze esterne volti a far fallire il piano di pace. Il ministro degli esteri russo, Serguei Lavrov, parlando alla televisione ha infatti accusato alcune potenze straniere, che non sono state nominate, di “fornire armi all’opposizione siriana e di incoraggiare l’attività dei ribelli che continuano ad attaccare quotidianamente sia strutture del governo che civili”.


Solo poche settimane fa aveva fatto discutere la proposta avanzata nell’assemblea dei Paesi Amici della Siria di pagare uno ‘stipendio’ ai ribelli siriani che lottano contro Assad. Alcune monarchie del Golfo si erano dette pronte a pertecipare, ma la proposta era stata bocciata dalla Nato, che ha auspicato una soluzione pacifica del conflitto.
 

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