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Domenica, 28 Aprile 2024
Tensione nello Stretto / Taiwan

La Cina promette rappresaglie dopo vendita armi Usa a Taiwan

Il Dipartimento di Stato americano ha approvato una misura per la vendita di armi che puntano a rafforzare il sistema militare congiunto di comando e controllo di Taipei

La Cina non ha preso bene la vendita l'ultima vendita di armi Usa a Taiwan. Sull'isola arriverà un supporto per sistemi di informazione tattici del valore di 300 milioni di dollari, per rafforzare le difese di Taipei. Pechino promette l'adozione di contromisure a carico delle aziende statunitensi coinvolte, dopo il disco verde del Dipartimento di Stato che, lo scorso 15 dicembre, ha approvato, a meno di un mese dalle presidenziali di Taiwan, una misura per la vendita di armi che puntano a rafforzare il sistema militare congiunto di comando e controllo di Taipei

Di cosa si tratta? Come chiarito dall'Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della Difesa del Pentagono, la vendita è finalizzata al supporto per mantenere le capacità di comando, controllo, comunicazioni e computer (i 'sistemi C4') di Taiwan, mentre il ministero della Difesa dell'isola ha affermato che la transazione avrebbe aiutato a mantenere l'efficacia dei suoi sistemi congiunti di comando e controllo del combattimento, in modo da poter migliorare la consapevolezza del campo di battaglia.

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I sistemi C4 sono costituiti da una serie di apparecchiature e di software in grado di migliorare la capacità di elaborazione dei dati delle forze armate di Taipei. Quando armi ed equipaggiamenti sono schierati, richiedono un vasto trasferimento di dati, sollevando una forte domanda per la loro compatibilità, la capacità di analisi e di ulteriore trasferimento. Nel caso specifico, lo scopo del supporto all'aggiornamento per i sistemi C4 è destinato a consentire alle forze armate di Taiwan di condurre meglio operazioni congiunte quando saranno consegnati altri armamenti da parte degli Stati Uniti. 

La minaccia dei palloni spia

Così arriva la risposta di Pechino che promette "misure risolute e forti per difendere la propria sovranità nazionale e integrità territoriale". "Adotteremo contromisure contro le imprese coinvolte nella vendita di armi a Taiwan", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin nel consueto briefing con la stampa. Gli Stati Uniti "dovrebbero fermare la pericolosa tendenza ad armare Taiwan, smettere di creare tensioni nello Stretto e smettere di indulgere e sostenere le forze separatiste e indipendentiste di Taiwan nel loro tentativo di raggiungere l'indipendenza con la forza". Oltre alle parole, la Cina minaccia Taiwan con i palloni aerostatici, diventati un tema sensibile dalla crisi del pallone "spia" cinese dello scorso febbraio con gli Stati Uniti. 

Due palloni aerostatici cinesi hanno oltrepassato nelle ultime ore la cosiddetta 'linea mediana' dello Stretto di Taiwan, stando a quanto reso noto il ministero della Difesa di Taiwan. È la seconda denuncia di questo tipo che arriva da Taipei in soli dieci giorni e a poche settimane dal voto delle presidenziali del 13 gennaio.

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Stando a quanto riferito nella mattinata di oggi 18 dicembre dal ministero della Difesa di Taipei, i due palloni aerostatici "sono stati avvistati ieri", al mattino e nel pomeriggio, "dopo aver superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan in un punto a 110 miglia nautiche a nordovest di Keelung", a una ventina di chilometri da Taipei, "a un'altitudine di circa 8.000 metri" ed erano "diretti verso est". Come avvenuto nei giorni scorsi, in occasione dell'episodio analogo, da Taiwan si dice possa trattarsi di palloni sonda utilizzati in meteorologia. Il ministero della Difesa taiwanese ha anche segnalato la presenza intorno all'isola di sei velivoli militari cinesi e di due unità navali della Marina del gigante asiatico, precisando che uno dei velivoli è entrato nella zona di identificazione della difesa aerea (Adiz) di Taiwan.

La Cina considera Taiwan una "provincia ribelle" da "riunificare" e, in vista delle elezioni per eleggere il nuovo Parlamento, sta aumentando la pressione militare politica ed economica sull'isola.

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