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Domenica, 28 Aprile 2024
Il ritorno al dialogo / Stati Uniti d'America

Fentanyl, intelligenza artificiale e dialogo militare: l'incontro tra Xi e Biden è un (piccolo) successo

Dopo mesi di tensione cominciati con il caso del pallone "spia" cinese che aveva sorvolato, a inizio anno, i cieli americani, prima di essere abbattuto, i due Paesi sono tornati a parlarsi in modo diretto e a cercare di trovare un equilibrio

Xi Jinping e Joe Biden non hanno tradite le aspettative che erano già basse alla vigilia del summit Usa-Cina a margine del vertice dell'Apec, che si è aperto nella giornata di ieri 15 novembre. I due leader si sono salutati con una stretta di mano nella storica tenuta di Filoli, alle porte di San Francisco, per il loro primo incontro di persona dopo un anno, da quando si sono chiusi i lavori del G20 a Bali. In 365 giorni le cose tra i Paesi tra le due sponde dell'Oceano sono cambiate, al punto di temere una trasformazione della competizione militare ed economica in conflitto. Dopo mesi di tensione cominciati con il caso del pallone "spia" cinese che aveva sorvolato, a inizio anno, i cieli americani, prima di essere abbattuto, i due Paesi sono tornati a parlarsi in modo diretto e a cercare di trovare un equilibrio.

Cosa dobbiamo aspettarci dall'incontro tra Biden e Xi

Il colloquio è durato quasi quattro ore ed è stato caratterizzato, quando ancora non era concluso, da frasi consegnate ai media perché arrivasse forte e chiaro il messaggio voluto da entrambi: tra Stati Uniti e Cina il dialogo è ripreso, soprattutto in ambito militare. Dopo il congelamento del confronto sulla Difesa tra i due Paesi, innescato all'indomani del viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan nell'agosto del 2022, Xi e Biden hanno trovato una prima intesa sul ripristino delle comunicazioni al più alto livello, compresa quella militare, con una linea diretta tra i due leader in caso di crisi, come ha annunciato Biden nella sua rara conferenza stampa dopo il summit.

Che cosa hanno detto Biden e Xi su Taiwan

La ripartenza della comunicazione militare tra i due Paesi non eliminerà le tensioni strategiche, ma potrebbe favorire una riduzione dei rischi in caso di futuri incidenti nel mar Cinese meridionale o nello Stretto di Taiwan. Proprio sull'isola democratica, che si prepara alle elezioni del 2024, i due leader non hanno trovato un'intesa.

Biden ha ribadito che la politica americana riconosce una sola Cina ma ha messo in chiaro con Xi che gli Usa si aspettano che la Cina non interferisca nelle elezioni di Taiwan, sottolineando l'importanza della pace e della stabilità nello stretto dell'isola. Ma il leader di Pechino, secondo il ministero degli esteri cinese, ha ammonito che gli Stati Uniti dovrebbero "intraprendere azioni concrete per onorare il proprio impegno a non sostenere l'indipendenza di Taiwan, smettere di armarla e sostenere la riunificazione pacifica della Cina", un obiettivo da lui definito "inarrestabile". 

Il leader cinese ha ribadito di non aver intenzione di (ri)annettere l'isola con mezzi militari, ma non ha fatto mistero delle condizioni che renderebbero necessario l'intervento dell'esercito cinese. Xi ha quindi espresso richieste più concrete: stop all'invio di armi e sostegno della "riunificazione pacifica" dell'Isola. Gli ha fatto eco Biden, ribadendo che gli Stati Uniti si oppongono a cambiamenti unilaterali dello status quo per Taiwan e che gli Stati Uniti si attendono che le differenze al riguardo siano risolte pacificamente.

Il nodo commerciale e la lotta al fentanyl

Non c'è spazio alla sfida commerciale. Xi ha ribadito la volontà che la competizione tra Usa e Cina non si trasformi in conflitto, dal momento che "il mondo è abbastanza grande per la convivenza e per il successo" di entrambi i Paesi. Per il leader cinese, le relazioni bilaterali sino-americane sono le più importanti e sarebbe "irrealistico" per una delle parti cercare di rimodellare l’altra. "Siamo pronti a essere partner e amici di Washington", ha spiegato il leader di Pechino al termine dell'incontro con il capo della Casa Bianca, che ha però avvertito: "Gli Usa non dovrebbero scommettere contro la Cina o interferire nei suoi affari interni". Il messaggio non è nuovo. Il leader cinese non vuole un disaccoppiamento tra le due superpotenze né il protezionismo commerciale, tanto da aver solleticato gli animi dei grandi imprenditori statunitensi alla cena di gala, a cui hanno partecipato Elon Musk, Satya Nadella di Microsoft e tra gli altri i dirigenti di Citigroup, Exxon Mobil, Apple, pagando un ticket di 40mila dollari per ascoltare il leader cinese.

Si è trovato invece un accordo nella battaglia sul traffico di fentanyl, lo psicofarmaco che sta provocando migliaia di vittime nei due Paesi, e che negli Stati Uniti è diventato emergenza sociale. La Cina è parte coinvolta anche perché principale produttrice di uno dei sintetici che compongono il farmaco, il nuovo "oro chimico" su cui il narcotraffico messicano sta costruendo un impero. I due leader si sono impegnati a formare una squadra che collabori per contrastare il traffico di oppioidi. Mentre sull'intelligenza artificiale non è stato raggiunto lo stesso risultato, come pensato alla vigilia del summit. Permangono infatti i dubbi tra i due leader: "occorre ancora molto lavoro" per trovare un percorso comune, ma nuovi incontri, a cominciare da un forum, tra i tecnici di entrambi i Paesi verranno fissati nei prossimi mesi. 

Movimenti (ingessati), sorrisi ed emozioni: la futura popolazione sarà robotica

Confermato anche l'impegno a cooperare sul clima, benché Biden abbia chiesto a Pechino di fare di più. A poche ore prima del vertice, Usa e Cina hanno firmato una dichiarazione comune in cui si impegnano a lavorare insieme contro "una delle più grandi sfide del nostro tempo", intensificando la cooperazione sul metano e sostenendo gli sforzi globali per triplicare l’energia rinnovabile entro il 2030. Nella lunga dichiarazione congiunta pubblicata dai media statali di Pechino e diffusa dal Dipartimento di Stato americano, i due governi hanno annunciato che verrà istituito un gruppo di lavoro sulla lotta alle emissioni di carbonio e alla deforestazione. Il documento tace sull’uso del carbone e sul futuro dell’energia fossile, ma in ogni caso si tratta di un segnale positivo, anche in vista dell’imminente Cop28.   

Xi resta comunque un dittatore

Nonostante i tentativi di disgelo, Biden non cambia opinione su Xi. Alla domanda di un giornalista se consideri ancora Xi un dittatore, Biden ha replicato che "si, lo è in quanto leader di un Paese comunista, ​basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra", ha affermato durante la conferenza stampa al termine del colloquio con Xi. 

Tutte le volte in cui Joe Biden ha definito Xi Jinping un "dittatore"

Biden è incappato nello stesso infortunio anche in passato, provocando l'inevitabile reazione piccata di Pechino, che ha condannato l'etichetta posta dal presidente americano. 

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