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Sabato, 27 Aprile 2024

La Repubblica dei bonus

Cesare Treccarichi

Giornalista

Spese pazze per 500 miliardi: così pagheremo la sbronza dei bonus

In Italia c'è una sbronza continua di soldi pubblici a colpi di bonus e senza volerlo, conto ed effetti del post sbronza li paghiamo noi. Le spese per Superbonus, bonus facciate, taglio del cuneo fiscale, Pnrr, e i fondi per abbassare le bollette messe insieme hanno raggiunto i 500 miliardi di euro. Una cifra da vertigine che fa ancora più impressione se si pensa quanto poco tempo c'è voluto a realizzarla: tre anni. Il problema è che il conto può ancora salire perché il costo di Superbonus e bonus edilizi può ancora aumentare. Davanti a somme di questo tipo ci si aspetterebbe di vivere in un Paese rinnovato. E invece l'economia italiana ha mantenuto i suoi difetti di sempre, una Repubblica basata su debito e bonus. Ora chi va alla cassa per pagare queste sbronze economiche? 

Una "sbronza pubblica" da 500 miliardi di euro: gli effetti

In Italia dal 2021 abbiamo speso 500 miliardi di euro con il benestare di tutti i partiti politici. Lo spunto è offerto da Riccardo Trezzi, ex economista di Federal reserve e Banca centrale europea, che su X ha presentato il conto definendolo "la più grande abbuffata di finanza pubblica degli ultimi 50 anni". La somma fa impressione e sfugge alla razionalità del cervello umano. Quanti sono 500 miliardi di euro? Il 25% del Pil italiano, circa 18 manovre finanziarie, 50 anni di tagli del cuneo fiscale, almeno 4 Superbonus. O 5 miliardi di caramelle Goleador, se preferite. 

Ma vediamo quali sono le misure responsabili di questa sbronza da fondi pubblici. Trezzi ne elenca i costi così: 

Somma: 502,9 miliardi di euro dal 2021 al 2024. 

Pnrr e Pnc sono in corso e in ritardo. Di Superbonus e bonus edilizi abbiamo scritto molto: gli scopi alla base delle agevolazioni erano nobili e necessari per l'antiquato parco immobiliare italiano. Ma una spesa di questo tipo non si era mai vista e i benefici sono stati limitati: per ristrutturare il 4 per cento delle case degli italiani abbiamo aperto una voragine nei conti pubblici che aumenta a ogni nuovo aggiornamento rispetto alle previsioni iniziali di spesa clamorosamente sbagliate. In più, queste misure sono state inique perché i ricchi ne potevano usufruire come i meno ricchi. Anzi, secondo i dati Enea li hanno usati di più.

Quanto costa il Superbonus e per quali benefici: la spesa del 2024 sale

Stesso discorso per le bollette, visto che tasse e oneri sono stati cancellati o ridotti a tutti a prescindere dalla situazione economica, per ridurre l'aumento dei costi energetici dovuti a pandemia e guerra in Ucraina. E poi il taglio del cuneo fiscale, che ha avuto il merito di aumentare sensibilmente gli stipendi, stavolta solo per le fasce di reddito più basse, creando però un divario con quelle centrali e rinunciando a una necessaria riforma strutturale del mercato del lavoro. Bonus a pioggia senza risolvere i problemi, ma spostandoli un po' più in là.

Chi paga il conto della sbronza

Con uno stimolo simile ci si aspettava una crescita economica a ritmi da Cina o Stati Uniti. Non sta andando così. Stanno invece crescendo deficit e debito pubblico: Istat ha certificato che il deficit del 2023 è peggiorato di quasi 40 miliardi di euro rispetto alle previsioni, a un livello che non si vedeva dai primi anni '90, mentre il debito pubblico staziona oltre i 2.800 miliardi di euro. Neanche a dirlo siamo tra i primi in Europa per gli indicatori negativi e tra gli ultimi per quelli positivi. E nel 2024 c'è il rischio che il governo Meloni ricorra a una manovra correttiva accompagnata da una procedura di infrazione della Commissione Ue per deficit eccessivo. 

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I politici che si "sbronzavano" col Superbonus: ipocrisia al 110% 

Al netto degli ottimi risultati del mercato del lavoro, la crescita è limitata e tra guerra in Ucraina, in Medio Oriente e costi imprevisti del solito Superbonus anche le previsioni sul Pil potrebbero essere riviste al ribasso. Perché alla fine della sbronza il conto lo paghiamo tutti? Chi risponderà di questi eccessi? Una spesa che non produce crescita vuol dire nuovo debito. Nuovo debito vuol dire fondi sottratti agli investimenti per migliorare le nostre vite e soldi tolti, ancora, ai servizi essenziali che sono già in sofferenza, come la sanità. Certo, se gli "investimenti" sono questi tanto vale galleggiare su questo mare di soldi e mediocrità senza curarsene troppo. Salute.

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