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Il caso Aboubakar Soumahoro non è un caso

Aboubakar Soumahoro è diventato un caso nonostante un caso vero e proprio, per ora, non esista. Infatti il deputato di Verdi e Sinistra italiana è al centro di una bufera mediatica legata a una inchiesta della magistratura. I pm di Latina indagano su due cooperative che sarebbero (c'è da capire in che termini) legate alla moglie e alla suocera del politico. In tutto questo però, ad oggi, non c'è neanche il sospetto che quelle strutture siano connesse al deputato, che difatti non è nemmeno indagato. Ad essere indagata sarebbe solo la suocera, accusata di malversazione. Dentro il gruppo parlamentare Verdi e Sinistra italiana ci sono dei mal di pancia ma l'espulsione sembra esclusa perché, dicono dai Verdi, "noi siamo garantisti". 

I Verdi escludono l'espulsione

Gli accertamenti sono scattati su segnalazione di alcuni lavoratori delle due coop Karibu e Consorzio Aid per presunti mancati pagamenti e irregolarità contrattuali. Segnalazioni dunque. Questo è bastato per dare il via a uno spietato attacco mediatico nei confronti del parlamentare, arrivato a diffondere un video sui social nel quale, in lacrime, si è difeso.

Ma il problema oggi è soprattutto politico. Aboubakar Soumahoro ha una storia particolare. È nato in Costa d'Avorio, dove ha trascorso la sua infanzia. È arrivato in Italia senza conoscere la lingua, lavorando prima come benzinaio e poi come bracciante. È diventato uno dei più noti sindacalisti, dice lui, "per esigenza", quella di difendere i suoi diritti e quelli dei suoi colleghi da chi non gliene riconosceva neppure mezzo. Ha sempre difeso gli ultimi. Ha fatto parlare molto di sé. Soprattutto da quando ha portato queste battaglie in parlamento, eletto come indipendente nell'alleanza Verdi e Si. Ha esordito alla Camera con gli stivali sporchi di fango, per portare nel Palazzo la melma nella quale lavorano i braccianti. Per qualcuno, che di solito si dichiara anche garantista, una segnalazione è bastata per guardare all'intera vita di un uomo come una gigantesca ipocrisia. 

Dentro Verdi e Sinistra italiana sono rimasti a bocca aperta. Fonti interne al partito raccontano di un Angelo Bonelli sconcertato e che, per giorni, non è riuscito a parlare con il deputato. Un fatto che non ha certo agevolato la gestione mediatica e politica della vicenda. Per questo Bonelli ha insistito per incontrare al più presto il collega, parlarci di persona e fare il punto della situazione. Espulsione? "Non se ne parla" dicono dai Verdi. "Noi siamo garantisti e perché dovremmo espellere uno che non è neppure indagato?". 

Aboubakar Soumahoro e l’inchiesta sulle cooperative

Sono saliti alla ribalta nazionale per il legame familiare tra il deputato di Verdi e Sinistra Italiana Aboubakar Soumahoro e i loro vertici, la suocera Marie Therese Mukamitsindo e la moglie Liliane Murakatete, e per un’indagine coordinata dalla Procura di Latina. Sono la cooperativa Karibu e il Consorzio Aid, impegnati in progetti di accoglienza da anni nel territorio della provincia pontina. Una vicenda che affonda le radici nelle scorse settimane quando il sindacato Uiltucs di Latina ha segnalato il caso di stipendi non pagati (fino anche a 22 mesi) a 26 lavoratori impiegati nelle due cooperative. Si parlava di mensilità non retribuite per circa 400mila euro; di due lavoratori in nero; infine anche di presunte fatture false.

Fissando il primo punto, quello relativo all’inchiesta, che procede nel più stretto riserbo, si sa che la Procura, come lei stessa ha spiegato attraverso una nota, "sta svolgendo accertamenti tramite il Nucleo di polizia economico e finanziaria della guardia di finanza di Latina, in ordine a eventuali profili di rilievo penale connessi a diversi temi di rilevanza della complessa vicenda". Al momento l'unica cosa certa è che Marie Therese Mukamitsindo è accusata di aver utilizzato in modo illecito finanziamenti pubblici. Non risulta che sia indagato Soumahoro e non si hanno neanche conferme ufficiali del legame tra l’inchiesta stessa e il tema degli stipendi non pagati ai lavoratori. Parallelamente i carabinieri stanno facendo degli accertamenti su alcuni documenti sequestrati all’esterno di una delle sedi della Karibu.

Karibu e Consorzio Aid, di cosa si occupano le cooperative

E qui entra in gioco anche la seconda questione, quella delle retribuzioni ai lavoratori. Cercando di fare chiarezza, spieghiamo cosa sono Karibu e Consorzio Aid: la prima cooperativa è impegnata in progetti di accoglienza di migranti legati allo Sprar, nei centri per minori non accompagnati e anche nel progetto regionale Perla contro il caporalato; la seconda appaltatrice, come consorzio di imprese di cui fa parte la stessa Karibu, del servizio accoglienza nei Cas gestito dalla prefettura di Latina.

Nei giorni scorsi la stessa prefettura di Latina ha risolto con Consorzio Aid, nel cui Cda è presente anche la suocera di Soumahoro, la posizione di quattro lavoratori che attendevano gli stipendi e che avevano lavorato nei Cas e nel progetto di accoglienza, applicando il potere sostitutivo previsto dall'articolo 30 del Codice degli appalti facendo fronte direttamente al pagamento delle mensilità arretrate, sollecitando al contempo anche le amministrazioni comunali di Latina e Roccagorga a fare lo stesso nei confronti di altri lavoratori impiegati nei progetti Sprar di Karibu. Parallelamente davanti all'Ispettorato del lavoro entrambe le cooperative hanno avviato dei piani per la risoluzione della vertenza.

La stessa Mukamitsindo ha spiegato che gli stipendi non sono stati pagati perché anche la cooperativa è in attesa di ricevere i soldi dagli Enti. "Sono state poste in essere - ha spiegato - le azioni necessarie per procedere alla riscossione dei crediti che la cooperativa vanta nei confronti della pubblica committenza, anche per attività già rendicontata, ciò nel tentativo di soddisfare le posizioni debitorie nei confronti dei lavoratori". 

Per quanto riguarda la figlia di Mukamitsindo e moglie del deputato Soumahoro, Liliane Murakatete risulta non essere più dipendente da mesi della cooperativa Karibu fondata anni fa dalla madre Marie Therese Mukamitsindo: ad aprile di quest'anno è stata lei stessa a rassegnare le dimissioni da membro del Cda, mentre a luglio è stata licenziata.

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