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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Come Renzi è pronto a far cadere il governo il 28 dicembre

Il leader di Italia Viva parla con Letta e sonda il centrodestra per un nuovo esecutivo. Intanto Conte lavora al rimpasto per salvare Palazzo Chigi

La deadline è già annunciata: il 28 dicembre. Quel giorno è previsto l'ultimo voto sulla legge di bilancio e se entro quella data il governo di Giuseppe Conte non avrà accolto tutte le sue richieste sul Recovery Plan Matteo Renzi è pronto a togliergli la fiducia e a lavorare per un nuovo governo in appoggio al centrodestra. E questo anche se nel frattempo il premier sta lavorando a quel rimpasto e a quella crisi pilotata che dovrebbe portare al Conte-Ter.

Come Renzi è pronto a far cadere il governo il 28 dicembre

Il piano di Renzi va quindi a incrociarsi (scontrarsi?) con quello di Conte per rimanere a Palazzo Chigi. E prevede che sia lui a scendere in campo a Palazzo Madama per togliere la fiducia all'attuale esecutivo mentre i suoi ministri sono pronti a dimettersi. Una crisi politica che arriverebbe nel bel mezzo dell'emergenza coronavirus e che dichiari chiusa la stagione dei giallorossi. E che, come di prammatica, è stata negata da Maria Elena Boschi ieri durante l'intervista rilasciata a Lucia Annunziata per Mezz'ora in più: "Non vogliamo nessuna crisi. Conte ha detto che ha i ministri migliori del mondo e quindi per noi anche l’argomento rimpasto è chiuso. Però non siamo yesman", ha detto la capogruppo renziana in tv.

Passando poi all'attacco: "Se ci sarà la crisi non ci sarà un voto perché c’è da eleggere un presidente della Repubblica europeista e perché il M5S ha due problemi: il secondo mandato e il fatto che tanti non tornerebbero in Parlamento". Dimenticando che anche in Italia Viva il problema del ritorno in parlamento si porrebbe per tanti degli attuali parlamentari, visto che una simulazione di voto con l'attuale sistema (il Rosatellum) e la media dei sondaggi di Youtrend porterebbe il centrodestra ad avere i due terzi dei parlamentari mentre Italia Viva invece sarebbe vicina a sparire riuscendo a racimolare 5-7 collegi uninominali iperblindati sul modello di Emma Bonino alle elezioni del 2018 rispetto ai 48 parlamentari odierni.

Per questo la prospettiva del voto allarma anche Renzi. Il quale, riferisce oggi La Stampa in un retroscena a firma di Amedeo Lamattina, ha avuto contatti con Gianni Letta per sondare la disponibilità di Silvio Berlusconi e la praticabilità dell’operazione che immagina lo stesso Salvini, ovvero una nuova maggioranza di centrodestra allargata a Italia Viva, facendo fuori e Conte e i 5S. Fonti dell’opposizione riferiscono pure di contatti tra i due Matteo. Che andrebbero così al governo insieme, una prospettiva che il segretario della Lega ha sempre negato e che finora ha visto contraria (a parole) anche Giorgia Meloni. 

Un nuovo Dpcm per l'Italia zona rossa o arancione da Natale a Capodanno?

Il Conte-ter, il rimpasto, la crisi 

Proprio oggi Silvio Berlusconi torna a farsi sentire con una lettera al Corriere della Sera: "Voglio essere per quanto possibile ottimista. Confido che al di là delle ragioni di schieramento si possa trovare una convergenza sulle concrete esigenze del Paese. Da parte nostra, faremo tutto il possibile, come sempre, non per una parte politica ma per gli italiani". Dall'altra parte della barricata c'è Conte. Che avvia oggi la verifica di governo mentre pensa di portare l'Italia in zona rossa o arancione da Natale a Capodanno. Comincerà a parlare con la delegazione del MoVimento 5 Stelle, proseguirà con il Partito Democratico e poi, soltanto poi, incontrerà Italia Viva. Il presidente del Consiglio vuole che le forze politiche gli confermino la fiducia oppure gliela tolgano in Parlamento. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha consigliato di non toccare, in caso di rimpasto, i ministeri-chiave, ovvero interni, esteri, economia, salute e difesa. 

Sarà un problema, visto che un retroscena della Stampa a firma di Ilario Lombardo dice che il M5S vorrebbe far fuori proprio Luciana Lamorgese per far sedere uno dei suoi al Viminale. In questo quadro la delega dei servizi segreti, altro tema scottante sul tavolo del rimpasto, andrebbe al Partito Democratico. C'è poi la questione dei due vicepremier da affiancare a Conte, come quando l'avvocato governava con la Lega e i grillini. In questo caso Italia Viva potrebbe essere compensata con un ministero di peso, ovvero quello della Difesa, sulla cui poltrona potrebbe sedersi proprio Renzi. Il Messaggero però punta anche un'altra ipotesi, più deflagrante:

L’ultimo scenario, infine, è quello di un rimpasto di grande portata. Una sorta di sconvolgimento delle poltrone dell’esecutivo che passa, però, anche sulla testa del premier. Perché quest’ultimo caso prevede impossibile la nascita, anche se ci dovessero essere i numeri, di un Conte ter. Più probabile, in questo scenario considerato grave e solo un gradino sotto a nuove elezioni, la nascita di un governo tecnico con un nuovo premier.

Tutti guardano nella direzione di Mario Draghi. Lui però in questi casi di solito tende a guardare altrove. Ovvero verso il Quirinale. 

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