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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Scarponi, Froome, Hayden: per i ciclisti strade italiane ad alto rischio, un morto ogni 35 ore

Oltre mille cicloamatori hanno perso la vita negli ultimi quattro anni, una media superiore ai 250 decessi l'anno, uno ogni 35 ore. Senza contare le migliaia di feriti. In Senato ora approda il disegno di legge "Salva ciclisti"

L'incidente nel quale è rimasto coinvolto Nicky Hayden è solo l'ultimo di una serie terribile per i ciclisti. Dopo la morte choc di Michele Scarponi, il 22 aprile - investito da un furgone mentre si allenava alle porte di Filottrano (Ancona), suo paese natale - e l'incidente del 9 maggio a Chris Froome - uscito illeso dopo un tamponamento con una macchina, anche lui mentre era impegnato in allenamento, a Montecarlo. Nomi noti che hanno riacceso la polemica sulla pericolosità delle strade per i ciclisti.

Cifre che fanno gridare all'allarme. Tanti incidenti che vedono coinvolti i cicloamatori sono mortali: in oltre mille hanno perso la vita negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi l'anno, uno ogni 35 ore. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno. 

I dati parlano di come tutte le regioni italiane siano coinvolte, con un picco nel Nord Est.  Dopo l'approvazione della legge sull'omicidio stradale la politica sta cercando di mettere un freno a questa mattanza con la presentazione di un provvedimento salva-ciclisti.

Al Senato a fine marzo è stato presentato il disegno di legge n. 2658 “salvaiciclisti” con “modifiche all’articolo 148 del Codice della Strada in materia di tutela della sicurezza dei ciclisti” per introdurre l’obbligo di sorpasso ad almeno 1,5 metri di distanza laterale dal ciclista aggiungendo al testo l’articolo 3-bis: “È vietato il sorpasso di un velocipede a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo”. Un’iniziativa tardiva che, con la legislatura ormai agli sgoccioli, difficilmente approderà in aula.

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