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Sabato, 27 Aprile 2024
La mossa

Fiducia prima alla Camera o al Senato? Ecco perché cambia tutto

Italia Viva e Pd hanno chiesto di far tenere al premier Draghi le sue comunicazioni prima alla Camera e dopo al Senato

Mercoledì 20 luglio 2022 è il giorno in cui, dopo le dimissioni (congelate dal Presidente della Repubblica), Mario Draghi riferirà alle Aule sulla crisi di Governo. Prima alla Camera dei deputati o al Senato? Non è scontato e non è la stessa cosa. La prassi vorrebbe che il presidente del consiglio andasse prima a Palazzo Madama e poi consegnasse il suo discorso alla Camera ma non è scontato. 

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Infatti nella riunione dei capigruppo alla Camera, Italia Viva e Partito democratico hanno chiesto di far tenere al premier Mario Draghi le sue comunicazioni prima alla Camera e dopo al Senato perché il provvedimento che ha dato il via alla crisi, cioè il Dl Aiuti "non votato dal M5s", è stato approvato prima alla Camera. Il motivo? Proprio alla Camera l'esecutivo potrebbe avere numeri maggiori con la possibilità concreta che il Movimento 5 stelle si spacchi ulteriormente, con una frattura che potrebbe contare dai venti ai cinquanta deputati che potrebbero non seguire la linea di Conte. Questo, nelle mente di chi non vuole rinunciare a Mario Draghi premier, porterebbe a dimostrare come il Movimento 5 Stelle inteso come quello votato nel 2018 da circa un terzo degli italiani, non esiste più. Una nova ottica che, è la speranza di Letta e Renzi, potrebbe far cambiare idea a quel Draghi che aveva sempre detto di non voler governare senza la prima forza del Parlamento. Ma quella forza non c’è più. Caduta la premessa delle dimissioni di Draghi, questo sarebbe così “obbligato” ad approdare ad un nuovo corollario: un Draghi bis sarebbe comunque un governo di unità del Paese. 

La prova che quel Movimento sembra sempre più sfaldato è che in quella riunione dei capigruppo, anche il pentastellato Davide Crippa ha sostenuto la richiesta di Iv e Pd. Tanto che Crippa sarebbe stato preso di mira nell’assemblea congiunta dei parlamentari. Nell’assemblea alcuni parlamentari hanno chiesto al capogruppo a Montecitorio Davide Crippa di spiegare perché si è tentato di far in modo che il premier tenesse le sue comunicazioni prima dalla Camera e poi al Senato. Conte, lo ha detto lui, non ne sapeva nulla. 

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