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Lunedì, 29 Aprile 2024
Elezioni

Elezioni comunali, ira Renzi commissaria il Pd a Napoli. Forza Italia diventa un partitino

Il centrosinistra diviso perde ovunque. Dem puniti, secondo le attese, per i disastri di Roma e Napoli, per Renzi il risultato più negativo è il pareggio tra Sala e Parisi a Milano

Il Pd non ha vinto e neppure è arrivato primo, per citare l'adagio che segnò la rottamazione di Bersani dopo le elezioni politiche del 2013: per il Pd targato Renzi i risultati delle amministrative rappresentano la prima battuta d'arresto. Dem puniti, secondo le attese, per i disastri di Roma e Napoli, il risultato più negativo è il pareggio tra Sala e Parisi a Milano: l'uomo dell'Expo è stato fortemente voluto dal Premier, e non ha sfondato.

RENZI COMMISSARIA IL PD NAPOLI - "Non è una crisi - commenta il Presidente del Consiglio - ma in alcuni territori non ci siamo. Alla prossima direzione daremo un segnale al partito". Renzi scuote i suoi dirigenti: "a Napoli non potevamo fare peggio, proporrò la soluzione del commissariamento". In una conferenza stampa convocata al Nazareno con i vertici del partito, il Premier legge i risultati, sottolinea alcuni dati positivi come quello di Beppe Sala e di Roberto Giachetti, che "ha fatto un mezzo miracolo".

FORZA ITALIA SI SALVA SOLO A MILANO - "Nessuna lettura politica di queste elezioni" premette Renzi, il voto non avrà ripercussioni sul governo, ma il M5S, in testa a Roma e primo partito a Torino, parla di "risultato storico" e Di Maio promette: "Ora cambiamo tutto". Per Forza Italia e il centrodestra si apre una riflessione: il partito di Berlusconi tiene solo a Milano mentre a Roma sprofonda al 4% e mentre il capogruppo alla Camera Renato Brunetta fa balenare l'ipotesi di un voto a Virginia Raggi al ballottaggio, l'asse Meloni-Salvini ipoteca la guida del centrodestra. "Dopo i ballottaggi chiederò un'assemblea di tutti quelli che non vogliono morire renziani per stendere un programma di dieci punti per una nuova coalizione che guarda al futuro e non al passato" annuncia il leader della Lega Nord.

QUI I RISULTATI SU SCALA NAZIONALE

LE CITTA' PIU' IMPORTANTI AL VOTO: BOLOGNA | CAGLIARI | LATINA | MILANO NAPOLI | NOVARA | RAVENNA | RIMINI | ROMA | SALERNO | TORINO | TRIESTE 

LA SINISTRA FA MALE AI DEM - Se la partita dei candidati sindaci è rimandata a domenica 19 giugno quando andranno al ballottaggio tutte le grandi città, fa eccezione Cagliari che conferma Zedda, candidato del centrosinistra unito. Una coalizione che si ripresenta compatta solo a Milano e Trieste, mentre dove la sinistra va da sola fa male al Pd: accade a Torino con Giorgio Airaudo che con il 3,7% strappa voti preziosi a Fassino, accade a Roma con Fassina che si attesta intorno al 4,4%, ma anche a Bologna dove l'esponente della sinistra Federico Martelloni sfiora addirittura il 7%. Napoli, infine, è una delusione peggiore per il Pd con Valeria Valente che resta esclusa, con il 21,2%, dal ballottaggio che vedrà invece sfidarsi Luigi De Magistris che vola oltre il 42% e il candidato del centrodestra Gianni Lettieri che arriva sopra al 24%. E la minoranza dem stigmatizza - con un tweet di Miguel Gotor - l'abbraccio mortale di Ala: "è finito il tempo dell'arroganza", "l'alleanza trasformista con Verdini è puro masochismo". Roberto Speranza invita a mettere da parte il referendum sulle riforme per i prossimi quindici giorni per impegnarsi esclusivamente "a vincere i ballottaggi".

I candidati al ballottaggio a Roma, Torino, Milano e Napoli

ROMA 5 STELLE - Senza l'exploit di Virginia Raggi per il Movimento 5 Stelle si parlerebbe di un ripiegamento, ma il risultato nella Capitale, sopra il 40% nei territori-simbolo di Ostia e periferie orientali con il grande successo anche a Torino, fanno gridare il direttorio al voto storico.

BALLOTTAGGI - Quindici giorni per preparare la domenica del ballottaggio in cui si vedranno i partiti schierarsi dove nel "Tutto contro Renzi" o nel voto pro-governo. A Roma l'impresa è titanica, con più di 130.000 voti di distacco. Per il Pd, perso Napoli, è obbligatorio vincere a Torino e Bologna e a Milano. Nella sfida meneghina si giocherà anche il futuro del centrodestra. Ancora una volta saranno gli assenti a decidere: se la cifra dominante sarà la delusione/protesta, sarà un brutto presagio per il referendum sulla riforma costituzionale di Ottobre.

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