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Lunedì, 29 Aprile 2024
FEDERALISMO / Italia

"Caro" federalismo, ecco quanto "ci costi"

Boom della spesa pubblica ed esplosione delle tasse locali: in 15 anni il federalismo "all'italiana" ci è costato oltre 400 miliardi di euro

Con il federalismo all'"italiana" negli ultimi 15 anni è stato boom della spesa pubblica (+68,7%) e delle tasse locali (+204%). E' quanto emerge da un analisi dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre che spiega: la spesa pubblica ha viaggiato a una velocità superiore a quella registrata dalle entrate fiscali, anche se a livello locale la tassazione ha subito una vera e propria impennata, ciò ha contribuito ad aumentare il carico fiscale generale, portandolo a toccare un livello mai raggiunto in passato.

Nel dettaglio, dal 1997 ad oggi, la spesa pubblica, al netto degli interessi sul debito, è aumentata del 68,7%. In termini assoluti è cresciuta di quasi 296 miliardi: alla fine di quest'anno le uscite ammonteranno a 726,6 miliardi. Per contro, le entrate fiscali che comprendono solo le tasse, le imposte, i tributi e i contributi pagati dagli italiani sono cresciute del 52,7%. A fronte di una variazione pari a +240,8 miliardi, il gettito complessivo previsto entro il 2013 ammonterà a 698,26 miliardi.

Le tasse locali, sottolinea la Cgia, sono praticamente esplose: + 204,3% (pari, in termini assoluti, a +74,4 miliardi), con un gettito che nel 2013 sfiorerà 111 miliardi.

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"Appare evidente che qualcosa non ha funzionato - ha affermato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - Se i rapporti tra i cittadini e la Pubblica amministrazione sono oggettivamente migliorati, in materia di federalismo le leggi Bassanini e le riforme che sono state realizzate successivamente non hanno partorito i risultati che tutti ci aspettavamo. Ricordo che in Europa i Paesi federali presentano un costo complessivo della macchina pubblica pari alla metà di quello registrato dai Paesi unitari. In Italia, invece, in questi ultimi 15 anni abbiamo assistito solo ad un processo di decentramento di una parte della spesa e delle entrate, con il risultato che sia l'una sia l'altra sono aumentate a dismisura".

"L'aumento delle tasse locali - ha sottolineato Bortolussi - è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni '90. L'introduzione dell'imposta sugli immobili, dell'Irap, delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi 20 anni, le Regioni ed i Comuni sono diventati responsabili della gestione di settori importanti come la sanità, i servizi sociali e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi, la situazione dei nostri conti pubblici - ha concluso - ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a molte amministrazioni locali che si sono difese facendo leva sulle nuove imposte locali introdotte dal legislatore".

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