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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Governo, l'idea di un premier donna e il voto sotto l'ombrellone: cosa succede ora

Mattarella si assume la responsabilità e sfida i partiti su un governo "neutrale e di servizio" fino a dicembre. M5s e Lega rispondono picche. Gli scenari

E’ il 22 luglio la prima data utile per votare, ma prima il presidente della Repubblica affiderà la gestione della fase elettorale a un governo “di garanzia” e non “di parte”, “neutrale” e “di servizio”, che sostituirà quello guidato da Paolo Gentiloni, espressione di una maggioranza che non esiste più. E’ stato lo stesso Sergio Mattarella, a conclusione dell’ultimo infruttuoso giro di consultazioni, a tracciare il percorso dei prossimi mesi. Lasciando “ai partiti” l’onere di assumersi ogni responsabilità: se portare l’Italia al vertice europeo di giugno senza un governo “nei suoi pieni poteri” e se, ancora, rischiare l’aumento dell’Iva se non si fa a tempo a fare la manovrina, scegliendo “per la prima volta nella storia della Repubblica” di concludere la legislatura senza nemmeno iniziarla. Oppure se andare al voto in estate, con elezioni “possibili ma mai fatte” finora, o in autunno.

Governo, la proposta di Mattarella

La proposta di Mattarella è quella di una fiducia a tempo, “fino a dicembre”: del resto, ricorda parlando a giornalisti e telecamere al termine degli incontri coi gruppi parlamentari e con i presidenti delle Camere, “dai partiti è venuta più volte la richiesta di tempo per raggiungere intese”, e se “si formasse, nei prossimi mesi, una maggioranza parlamentare questo governo si dimetterebbe immediatamente per lasciare campo libero a un governo politico”. L’appello di Mattarella a una fiducia fino a dicembre discende dalla convinzione che un governo “elettorale”, dimissionario sin dalla nascita, non potrebbe risolvere il nodo politico dell’Iva, con “il rischio ulteriore di esporre la nostra situazione economica a manovre e offensive della speculazione finanziaria”. E anche, spiega il capo dello Stato, al timore “che a legge elettorale invariata in Parlamento si riproduca la stessa condizione attuale, con tre schieramenti nessuno dei quali con la maggioranza necessaria e con schieramenti probabilmente resi meno disponibili alla collaborazione da una campagna elettorale verosimilmente aspra e polemica”. Ma comunque chiarisce, alla fine della sua esposizione, di aver messo i partiti di fronte a “diverse opzioni” rispetto alle quali di fatto dovranno assumersi le loro responsabilità.

La scelta di Mattarella: "Governo di garanzia o voto in estate (con tutti i rischi economici)"

Compresa la data del voto. Per evitare paragoni con il passato (con le esperienze dei governi Monti e Dini) Mattarella chiarisce che chiederà ai componenti del governo “di servizio” di non candidarsi alle successive elezioni politiche. I tempi per l’avvio di questo governo, elettorale per luglio/ottobre o a termine fino a dicembre, sono brevissimi: il presidente del Consiglio incaricato sarà convocato prevedibilmente domani o dopodomani (mercoledì) al Quirinale.

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Chi sarà il prossimo premier?

Sul Colle certamente una lista di papabili è stata già compilata da tempo, ma con una difficoltà aggiuntiva: non è facile trovare “volontari” per la presidenza del Consiglio e soprattutto per i posti di ministro per un governo che deve apparire “neutrale”, quindi esclude i politici di professione, ma possibilmente anche autorevole, a fronte del fatto che al momento non è escluso che non possa fare neppure un giorno con i pieni poteri, ma debba gestire solo gli affari correnti fino alla conclusione delle prossime consultazioni. Per giuristi, economisti, personalità di rilievo provenienti da qualsiasi campo non è particolarmente attraente l’idea di lasciare posti di prestigio per esporsi qualche mese a “farsi impallinare” dalle forze politiche impegnate in una campagna elettorale prevedibilmente “aspra”. Un altro scoglio nella inedita navigazione di Mattarella nei mari di quello che gli inglesi chiamano “hung Parliament”, il “Parlamento appeso”, senza maggioranza uscito dalle urne del 4 marzo.

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L'idea di un premier donna

Secondo diverse indiscrezioni di stampa, il capo dello Stato sarebbe pronto a giocare la 'carta rosa' per la premiership del suo governo neutrale. Una scelta inedita nella storia della Repubblica: un premier donna. In lizza ci sarebbe anche Elisabetta Belloni, 60enne, prima donna segretario generale della Farnesina, nominata da Paolo Gentiloni, docente di cooperazione allo sviluppo alla Luiss di Roma e con apprezzamenti bipartisan (ottimi rapporti con il Movimento 5 Stelle e con ruoli dirigenziali nei governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi). Nella rosa anche il nome di Marta Cartabia, milanese, 55 anni, vicepresidente della Corte Costituzionale, nominata alla Consulta da Giorgio Napolitano nel 2014, allieva del presidente emerito dell'Alta corte Valerio Onida. Salgono le chance di Lucrezia Reichlin, economista figlia di Alfredo Reichlin, ex deputato di PCI e PDS, e di Luciana Castellina, fondatrice de il Manifesto.

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Il governo neutrale e la fiducia in Parlamento

Il capo dello Stato, probabilmente, nominerà il prossimo presidente del Consiglio già stasera o al massimo domani. Come detto, nel suo discorso al termine delle consultazioni ha detto che sarà una figura non politica e che non si candiderà dopo aver espletato il suo mandato. E' la garanzia fornita da Mattarella affinché il suo “governo neutrale” non si trasformi in un governo politico. Dopo aver giurato di fronte al presidente della Repubblica, la Costituzione prevede che il governo abbia dieci giorni per presentarsi alle Camere e ottenere la fiducia. Mattarella ha chiesto alle forze politiche di assumersi la responsabilità di votare la fiducia, ma tranne il Pd e alcune formazioni minori tutti hanno rifiutato. Bisognerà naturalmente verificare queste intenzioni quando il governo esisterà e in ultima istanza in Parlamento. Se il “governo neutrale” non otterrà la fiducia si troverà a operare immediatamente con poteri limitati, in carica solo per gli “affari correnti” come è oggi il governo Gentiloni. Senza fiducia, un governo non potrebbe restare in carica a lungo e non potrebbe compiere un atto politico così importante come decidere dove andare a prendere i 12,5 miliardi necessari per impedire l’aumento automatico delle tasse. In caso di sfiducia, quindi, il capo dello Stato probabilmente non potrebbe fare altro che sciogliere le Camere. Il “governo neutrale”, a quel punto, condurrebbe il paese alle elezioni anticipate nei tempi e nei modi decisi d’accordo con il presidente della Repubblica.

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Il ritorno alle urne: quando si vota?

Mattarella ha detto comunque che i partiti potranno continuare a trattare nelle prossime settimane. Se dovesse emergere una maggioranza politica, il “governo neutrale” si dimetterebbe subito. Ipotesi inverosimile, visto lo stallo che dura dal 4 marzo. Si apre dunque lo scenario del ritorno al voto. Sì, ma quando? Il capo dello Stato non esclude a priori che le urne si possano aprire con gli ombrelloni, in pieno luglio, domenica 22. E' infatti quella la prima data utile, perché è impossibile pensare che un eventuale scioglimento delle Camere, una volta sfiduciato il governo, possa arrivare prima di una decina di giorni. Da quel momento scatterebbero i 60 giorni che debbono trascorrere prima del voto. Nel suo discorso però il presidente Mattarella ha fatto capire che preferisce evitare un voto nel mezzo dell’estate, perché danneggerebbe "il diritto degli elettori ad esprimere i loro diritti": un riferimento al fatto che d’estate molte persone sono in vacanza. In passato non si è mai votato nei mesi estivi.

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