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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Ministri governo Draghi: e se SuperMario facesse come Ciampi nel 1993?

Dopo l'incarico è caccia ai ministri per l'ex governatore e in molti sono convinti che saranno tutti tecnici. O almeno sono questi i nomi che girano sui giornali. Ma lui potrebbe stupire tutti. Seguendo l'esempio del suo maestro

Mario Draghi è uscito da poco dal Quirinale con in tasca l'incarico "con riserva" ma già da ieri sera, quando Sergio Mattarella ha annunciato la sua convocazione, si affastellano sui giornali le liste dei possibili ministri. Si parla di Marta Cartabia, Fabio Panetta (che viene considerato indisponibile), Paola Severino, Ilaria Capua, Carlo Cottarelli. E c'è un dettaglio un dettaglio interessante: tutti i nomi che vengono fatti appartengono a tecnici. E invece l'ex governatore della Banca Centrale Europea potrebbe stupire tutti varando un governo con esponenti politici. 

Ministri governo Draghi: e se SuperMario facesse come Ciampi nel 1993?

Un indizio della possibile decisione di Draghi lo si rintraccia in ciò che ha detto oggi al Colle: "Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile". Pensava alla fiducia che presto si dovrà votare al suo governo, certo. Ma l'accenno ai partiti potrebbe essere la spia di una volontà di dialogare il più possibile con le personalità che gli sono vicine nell'attuale parlamento. Come per esempio Giancarlo Giorgetti, ex numero due di Salvini durante il governo Lega-M5s. Senza contare che da parte di Draghi, che è un esordiente della politica, presentarsi con un governo senza nemmeno un esponente politico. Potrebbe essere interpretato come uno sgarbo.

Ma c'è di più. Come sappiamo, la vicinanza con Carlo Azeglio Ciampi è stata fondamentale durante lo sviluppo della sua carriera: Draghi fu nominato direttore generale del Tesoro da Guido Carli, ministro del Tesoro nell’Andreotti VII, proprio su suggerimento dell'allora governatore della Banca d'Italia. E anche Ciampi è stato presidente del Consiglio come si appresta oggi a diventare Draghi quando avrà sciolto la riserva. Il suo fu il secondo e ultimo esecutivo dell'XI legislatura e l'ultimo della Prima Repubblica, che nel frattempo veniva travolta da Tangentopoli. Rimase in carica dal 29 aprile 1993 all'11 maggio 1994, ovvero per poco più di un anno. 

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Spesso ci si riferisce a quello di Ciampi come il governo tecnico per eccellenza perché fu il primo della storia a non essere guidato da un parlamentare. Ci si dimentica però che i ministri erano in larga parte politici. Agli esteri sedettero Beniamino Andreatta prima e Leopoldo Elia (interim) poi, entrambi esponenti della Democrazia Cristiana. L'Interno fu appannaggio di un altro democristiano Doc come Nicola Mancino prima che l'interim fosse preso dallo stesso Ciampi. Il ministro della Giustizia Giovanni Battista Conso era effettivamente un indipendente, mentre quello del Bilancio Luigi Spaventa era un esponente di Alleanza Democratica oltre che un tecnico. Alle Finanze esordì il Pds Vincenzo Visco prima dell'arrivo dell'indipendente Franco Gallo.

Al Tesoro c'era il Dc Piero Barucci, alla Difesa Fabio Fabbri del Psi, alla Pubblica Istruzione la democristiana Rosa Russo Jervolino, ai Lavori Pubblici un altro esponente della Balena Bianca, ovvero Francesco Merloni e così via. Nel governo Ciampi i ministeri con portafogli erano 20 (contando gli accorpamenti in capo a Costa). Gli indipendenti, ovvero i non politici, erano sette. I ministeri senza portafogli. Erano invece sei, e in questi gli indipendenti erano appena due. E se Ciampi è stato uno dei maestri di Draghi, è possibile che l'ex governatore della Banca Centrale Europea segua il suo esempio. 

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