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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Movimento 5 Stelle non è il primo partito d'Italia: lo dicono i numeri

Per l'ennesima volta, direttamente dal Quirinale, un esponente grillino - stavolta la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi - sottolinea un dato che è confutato dai fatti.

Siamo il primo partito “per numero di voti alle elezioni”. Parola di Roberta Lombardi e Vito Crimi. Così hanno esordito i due capogruppo alla Camera e al Senato del Movimento 5 Stelle pochi istanti dopo essere usciti dallo studio ‘alla vetrata’ del presidente Napolitano. Sono entrati con Beppe Grillo, hanno riassunto la posizione da soli, leggendo un comunicato. “Chiediamo un mandato pieno di governo, ci presenteremo in Parlamento con un nostro candidato e un programma su cui chiedere la fiducia”. Così o all’opposizione, applicando il modello Sicilia ed avanzando le richieste di presidenza di due commissioni: Copasir e Vigilanza Rai.

Una posizione politica netta –  un no a Bersani forte e chiaro –, la richiesta di un incarico di governo. Se in maggioranza. Se in opposizione, le commissioni. Il tutto partendo da un assunto: l’autorevolezza numerica consegnatagli dagli italiani. Fin qui nulla di male, i numeri del Movimento 5 Stelle hanno il sapore della portata storica.

Detto questo Roberta Lombardi doveva fermarsi qui. Si perché il Movimento 5 Stelle non è il primo partito d’Italia. Il consenso “per numero di voti” maggiore è andato al Pd. Lo dicono le cifre fredde, quelle del ministero dell’Interno. Il M5S ha totalizzato 8.784.499 di voti: 8.689.458 in Italia a cui vanno sommati i 95.041 degli italiani all’estero. Il Pd è sotto dentro ai confini italiani ma lo sorpassa nel computo totale considerando le schede estere: 8.644.523 più 288.092, uguale 8.932.615. La differenza sta in quelle 144.116 crocette in più a favore del Partito democratico.

Quindi ad onore del vero, il duo Crimi – Lombardi, parlando di “contrattazione e mercanteggiamento dei partiti e non riconoscimento della volontà popolare” riferendosi all’elezioni di Laura Boldrin e Pietro Grasso, e avanzando la richiesta, legittima, della presidenza del consiglio, avrebbero fatto meglio a perimetrare correttamente il successo di fine febbraio.

GRASSO E IL VIDEO M5S – E a proposito di curiosità e Movimento 5 Stelle. Una l'ha raccontata il neo presidente al Senato, Pietro Grasso, in un ‘intervista all’Espresso in edicola venerdì: “Prima del ballottaggio, i senatori 5 Stelle non sapevano se astenersi o scegliere tra Renato Schifani e me. E allora hanno chiesto a entrambi una video dichiarazione da mettere in Rete: una sorta di ballottaggio telematico. Ho accettato subito l'idea, non avevo alcun problema a confrontarmi; Schifani invece ha detto no. Allora ho insistito per farlo anche da solo, ma i senatori di Grillo non hanno accettato: o confronto o niente”.

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