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Venerdì, 26 Aprile 2024
Trattativa Stato-mafia

Processo Stato-mafia, Napolitano dovrà testimoniare

Il presidente della Corte d'assise di Palermo ha sciolto la riserva sull'ammissione della testimonianza. Inutile la lettera di Napolitano in cui spiegava di non aver nulla da riferire in merito. Saranno i magistrati a salire al Quirinale

PALERMO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrà deporre al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. La Corte d'Assise di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, ha infatti sciolto la riserva riguardo l'audizione del capo dello Stato a cui le parti avevano rinunciato.

Lo scorso autunno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato alla Corte d'Assise di Palermo una lettera con cui, pur confermando la sua disponibilità all'audizione, sottolineava di non avere nulla da riferire sui temi del processo. Quella missiva spinse l'Avvocatura dello Stato e i legali dell'ex senatore Marcello Dell'Utri a chiedere ai giudici di revocare la testimonianza del capo dello Stato. All'audizione di Napolitano, per la quale non è stata ancora fissata la data, e che avverrà al Quirinale, saranno presenti soltanto i magistrati della Corte e i legali

Non potranno partecipare né gli imputati, né il pubblico. Dunque, non dovrà essere disposto alcun videocollegamento con i capimafia sotto processo, Salvatore Riina, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. 

I magistrati della procura di Palermo che reggono l'accusa nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia intendono però ascoltare Napolitano riguardo alla lettera inviatagli da Loris D'Ambrosio, deceduto nel luglio del 2012, in cui il consigliere giuridico del Quirinale riferiva i timori sorti dopo le polemiche per le telefonate intercettate tra lui e l'ex presidente del Senato Nicola Mancino.

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